lunedì, ottobre 1

Capitolo 47 - Rose...


Buon Sabato Malatineeeeeeeeeee!!!
Vi lascio alla lettura...












Edward....
Quella mattina ricevetti la chiamata del mio avvocato.

-Dottor Masen, il giudice ha firmato l'adozione, può organizzare l'incontro con la minore per poterla portare a casa-

-Grazie avvocato-

-Congratulazioni Dottore, a lei e alla sua signora-

-Riferirò, vado a prenotare il volo, a presto-

Essendo in studio avvisai Bella tramite telefono; la sua reazione fu un semplice sospiro.

-Stai bene tesoro?-

-Si Edward, sto bene-

Chiuse la chiamata. Era strana, così chiamai mia madre.

-Mamma, disturbo?-

-No Edward, hai novità?-

-Si e in realtà ti chiamo sia per avvisarti da oggi siete giuridicamente nonni ma avrei bisogno che tu controllassi Bella, quando l'ho avvisata si è ammutolita, mi è sembrata strana-

-Uso la scusa di un caffè tesoro e vado a vedere, se c'è qualcosa ti chiamo, ma vedrai che sta benissimo…-

-Grazie mamma-

Riattaccai. Decisi per un caffè e così avrei chiesto alla caposala di farmi sostituire da qualche collega per qualche giorno. Rose meritava tutto il mio tempo.

Arrivò l'ora del rientro a casa. Avevo bisogno di Bella, di una doccia e di una buona dormita. Alice mi aveva inviato un sms avvisandomi che Bella, dopo la mia chiamata, aveva smontato casa per pulirla, era uscita a fare spesa e si era dedicata ai regali per Rose.

-Amore sono a casa…-

A casa….

La nostra casa…

La nostra casa???

Era passato un uragano?

-Bella?? Dove sei??? Bella???-

Sentii la sua dolce voce inasprita provenire dal bagno. Salii le scale due gradini alla volta e cercai di capire il suo umore. Era in doccia e stava trattando i suoi capelli in malo modo. Li tirava, li insaponava, li tirava di nuovo…
Decisi di cambiare l'ordine della lista delle cose da fare questa sera. Mi tolsi giacca, cravatta, camicia e mi sfilai i pantaloni al volo. L'intimo volò via da se e mi intrufolai nel box con lei. Saltò spaventata, dovetti prenderla per i fianchi o sarebbe altrimenti caduta rovinosamente a terra.

-Ma tu sei matto… Ho perso dieci anni di vita!!!-

-Sono matto e ti voglio. Qui. Ora-

La alzai tra le mie braccia, la poggiai alla parete e mi presi le sue labbra, le assaggiai, le leccai e poi ci infilai la mia lingua. I suoi gemiti davano ritmo alla mia lingua fino a che non la sentii aggrapparsi ai miei capelli e tirare la mia testa indietro; mi dovetti staccare e lasciare che la mia mogliettina di divertisse un po’. Percepii l'umido della sua lingua sul mio pomo per poi succhiarlo e baciarlo. Vibrai. Tremando dal piacere puntai il mio membro sul suo fiore e la penetrai. Senza giochi, senza preliminari; solo voglia. Bella urlò di piacere aggrappandosi con le unghie alla mia schiena e si mosse per fare aderire ancora di più i nostri bacini, portandoci entrambi ad un orgasmo pieno e potente.

La tenni stretta a me per un po’. Era qualche tempo che mettevamo un goccio di follia nei nostri rapporti. Ma l'agitazione del nuovo arrivo tra i Masen ci aveva creato non poca tensione da scaricare per entrambi.

Dopo il primo incontro con Rose, Bella non era stata più la stessa fino a stasera, in doccia; lì avevo ritrovato la mia Bella, quella passionale, forte e guerriera. Si era demoralizzata quando l'avvocato ci raccontò che il giudice doveva fare accertamenti sul passato di Bella. Credevo avessero problemi con il mio di passato; con la mia adozione e la realtà da cui venivo.
Ora sapevo che quel momento nostro sotto la doccia non era nient'altro che la necessità di sfogare tensioni accumulate, ma se il risultato era un orgasmo come quello appena provato era tutto concesso.

-Amore chiamiamo Rose?-

Mi ritrovai a sentire mia moglie ridacchiare con la piccola e a rassicurarla sull'indomani.

Bella era al telefono con Rose ormai da venti minuti.

-Si piccola mia, domani assieme ad Edward partiamo e veniamo a prenderti. … Lo so piccola è passato tanto tempo … Non ci separeremo più, a meno che tu non lo voglia … la tua cameretta? Si è pronta, ma tu potrai cambiare quello che vuoi se non ti piacerà … Sai ha scelto lui le due casette per le tue bambole, vuoi parlargli un pochino? … te lo passo…-

-Pronto Rose sono Edward…-

-So chi sei me lo ha detto mamma…-

-Raccontami come stai?-

-Bene papalino, ho già messo a nanna la bambolina, tu hai messo a letto la sua solellina?-

-Si è nella sua casetta che aspetta voi…-

-Papà?-

-Si? Che c'è piccola?-

-Domani venite a plendelmi velo?-

-Certo mia piccola Rose, domani mattina quando tu ancora dormirai mamma e papà saranno in volo verso Los Angeles per venire a prenderti e portarti a casa, dalla zia Alice, lo zio Jaz e i nonni…-

-Falemo un fetta?-

-Quello che vuoi principessa…-

-Mi lacconti una favoletta?-

-Facciamo che tu scegli la favola, pensandoci molto bene e domani in aereo te la racconto tenendoti in braccio tutto il tempo?-

-Plomesso?

-Promesso principessa, ora ti passo la mamma che ti da la buona notte-

Lasciai il telefono a Bella e mentre le parlava con la sua infinita dolcezza la strinsi a me. Eravamo in ansia ma assolutamente felici per questo viaggio. Il giudice aveva tardato a siglare l'adozione, dilungando così i tempi del nostro secondo incontro con Rose. La piccola non l'aveva presa bene così l'assistente ci aveva chiesto di metterci in contatto con lei, facendoci sentire tramite telefono solo per tranquillizzarla. E così fu. Era una settimana che Bella chiamava la piccola Rose verso le nove di sera, poco prima che la piccola andasse a dormire, pensando fosse il modo giusto per tranquillizzare il suo sonno.

Di nuovo in volo, ma questa volta un po’ più sereni. Consapevoli del dono che avremmo ricevuto di li a poco.

Atterrammo all'aeroporto di Los Angeles alle nove di mattino, dovevamo passare a lasciare dei documenti al tribunale dei minori e poi avremmo abbracciato la nostra piccola Rose, per cui decisi di affittare un auto per la giornata. Il traffico era scorrevole ed era una bella giornata di sole. Quando entrammo in ufficio Bella cominciava ad agitarsi e spazientirsi.

Perdemmo una mezz'ora buona tra firme, fotocopie e bolli. Ci offrirono un caffè ma Bella rifiutò per poter correre da Rose. Ci diedero appuntamento sei mesi dopo per l'adozione definitiva, per un colloquio con l’avvocato, l’assistente sociale e la nostra piccola.

In macchina Bella guardava ogni due minuti il cruscotto, aveva fretta, ansia e non riuscivo più a calmarla.

-Ci siamo amore…-

Ma non mi ascoltava, era già fissa con gli occhi sullo stabile in fondo alla strada.

-Ci sta aspettando da troppo tempo-

-Ma ora siamo arrivati-

Fermai la macchina e quando mi voltai Bella era già lungo il vialetto che portava al portone. Scrollai la testa e scesi dall'auto.

-Edward corri!!!-

Era folle la mia donna. Ma decisi giustamente di raggiungerla per litigarci il primo abbraccio di Rose.

Seduta sui gradini davanti al portone c'era il nostro dono. Indossava un vestitino celeste, calzette bianche sotto un paio di ballerine abbinate all'abitino. Come ci vide arrivare si alzò in piedi e mise le sue manine sui fianchi e cominciò a battere il piedino.


Io sorrisi alla visione di questo peperoncino che stava per sconvolgerci la vita. Bella si mise le mani davanti alla bocca e corse letteralmente verso Rose. Allungò le braccia quando le fu a pochi passi e Rose si sciolse al punto di volarle in braccio.

Lasciai per un attimo che le mie due donne si calmassero. Per poi avvicinarmi e stringerle entrambe. La sua manina scivolò dal collo di Bella e si posò sul mio.

-Stasela facciamo i conti. Siete allivati taldi. E io mi sono stufata di appettale-

-Hai ragione piccola, ma dovevamo firmare dei fogli importanti per poterti portare con noi-

-Anzi principessa ci accompagni dentro che dobbiamo portare delle cose alla direttrice?-

-Ba bene, ma non la passate lisia-

Scese dal nostro abbraccio, si mise tra di noi e dando la mano ad entrambi ci scortò all'interno. Terminate tutte le varie scartoffie e firme, Rose ci portò alla sua camera per prendere le sue cose e lasciare quel posto.

Bella era seduta sul lettino di Rose mentre la piccola le spiegava e raccoglieva le ultime sue cose, per lo più disegni e colori.

-Quetto è papino, vedi glande e coi capelli tutti alluffati. E poi ci sei tu, mami, che mi dai la manina-

Era il disegno che fece l'indomani dal nostro primo incontro.

-Sai che facciamo amore? Questo lo appendiamo in casa, che ne dici?-

-Pelfetto. Io voglio andale-

-Andiamo tesoro, andiamo a casa-

Le carezzai la testa e prendendo le sue valigie lasciai che Bella si occupasse di Rose. Salutò amichetti, maestre ed assistenti, tutta contenta nell'abbraccio della sua mamma.

Prendemmo la macchina, Bella si sistemò dietro accanto a Rose e chiamarono assieme nonna Esme.

-Ti nonna, ciono allivati un pochino tardino, ma stasela li gridiamo ba bene?-

Risi per l'ennesima puntualizzazione. Avremmo avuto da fare. Decisamente.

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Come promesso tenni io in braccio Rose per cullarla durante il volo, non aveva scordato la promessa fatta e le raccontai la favola di cappuccetto rosso. Aveva scelto quella storia a patto che il lupo non dovesse morire. Quando la storia prendeva vie che lei non gradiva, poggiava la sua manina sulla mia guancia e trovava un'alternativa…

-… e la nonna venne ingoiata dal lupo in un sol boccone …-

-… Sei siculo papino? Io sapevo che il lupo naccondeva la nonna sotto il letto …-

Cercava in ogni brutta parte della favola di modificarla per renderla positiva in ogni piccolo particolare. Quando avvenne il finale la sua manina rimase sulla mia guancia e la coprii con la mia. Poggiò il suo capino sul mio petto e si lasciò andare ad un sonno profondo.

Rimasi incantato per tutto il volo a rimirarla. La sua perfezione, la sua bellezza e la sua fragilità. Dopo il primo nostro abbraccio le mie paure si fecero sempre più piccole dando spazio a tanta serenità ed orgoglio per la scelta fatta. Ma ora, con questo batuffolo in braccio, mi sentivo tremare ogni fibra del corpo. E se mi cadesse… E se si ammalasse… E se… E ora le parole di mia madre prendevano un senso…
"Quando diverrai genitore capirai la mia ansia!!"
La capivo e mi innamoravo di questa ansia, perché mi innamoravo di mia figlia e di tutto quello che nella mia vita avrebbe portato.

-Posso essere gelosa sai?-

Mi voltai verso Bella.

-E' un'ottima rivale…-

E tornai a vegliare sul suo sonno, il suo dolce visetto arrossato, il nasino piccolo e a punta, le labbra morbide e delicate del colore della pesca, e le lunghe ciglia nere curvate all'insù che donavano dolcezza ad un viso che già ne sprigionava a iosa. Le baciai ripetutamente la manina che spostavo dalla mia guancia alle mie labbra. E ogni tanti inalavo il suo profumo di talco e ne facevo ricordo vivo per i momenti di lontananza da lei.

Quando atterrammo cercai di muovermi il meno possibile, ancora dormiva, le hostess ci aiutarono con il bagaglio a mano e ci scortarono fino al nastro trasportatore per il ritiro del bagaglio di Rose. Bella prese un carrello e nonostante volesse prendere la piccola tra le braccia preferiva farla riposare e fare il lavoro più pesante. Lavoro che durò ben poco perché come arrivammo oltre gli sportelli doganali i miei genitori Jaz e Alice erano pronti a riceverci.

Alice ci corse incontro, la mia occhiataccia la fece deviare verso Bella.

-Cattivo-

Bisbigliò…

Esme mi si avvicinò lentamente, gli occhi lucidi per l'emozione e uno sguardo tenero che viaggiava tra me e Rose.

-È bellissima- mi sussurrò poggiando la sua testa alla mia spalla. Io non riuscivo a staccarmi da questa visione e a quanto pare neanche gli altri uomini di casa…

Mio padre e Jasper rimasero incantati dalla nostra bella addormentata. Lo sguardo tenero di Jaz e quello amorevole di mio padre però non erano focalizzati solo su Rose, li vedevo guardare anche la mia intera figura e compiacersi dello spettacolo.

-La piccola Rose dorme da un po’, vorrei arrivare a casa prima che si svegli, per farla stare tranquilla-

-Certa Bella, andiamo-

Esme mi liberò dalla sua presa per farci raggiungere l'automobile.

Giunti a casa, la piccola cominciava a muoversi e ad agitarsi. Cercai di allungare la falcata passando tra le aiuole del giardino e con Bella che trafficava in borsa per le chiavi entrai di corsa in casa per posarla sul suo lettino.

Alice ed Esme ci raggiunsero nella cameretta. Bella coprii la piccola ed io uscii dalla stanza per lasciare spazio alle donne di godersi quel momento. Scesi in giardino e mi accesi una sigaretta, sentivo la braccia più leggere ma già vuote.

-Ti dona anche la paternità figlio mio-

-È bellissima papà-

-Proprio una bella principessa-

Ma non finii la sigaretta che Bella mi chiamò dalla finestra.

-Cerca papino suo!!-

Gli occhi lucidi di Bella erano tutto per me.

-Venite vi presento la piccola Rose-

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Bella....




-Buongiorno principessa…-

-Ciao mammina, dov'è papino?-

-Arriva, ma ora guarda chi c'è qui con me…-

Lo sguardo attendo e scrutatore della piccola si fissò dapprima su Esme e poi su Alice.

-...Questa è nonna Esme, e lei è zia Alice…-

La piccola prese la sua bambola, che riposava con lei, tra le braccia e se la portò al nasino poi si infilò il ditino in bocca.

-Rose ciao, sono la nonna Esme, è bello vederti-

Sorridendo mi si appoggiò al busto e continuando a ciucciare il suo piccolo pollice sorrise senza però parlare.

-E io sono zia Alice, sono molto felice di conoscerti-

Altro sorriso e altro silenzio.

-Dov'è la mia principessa?-

Edward arrivò di corsa e si sistemò seduto sul lettino. Rose gli volò in braccio e lui gongolò dal gesto della piccola.

-Ehi principessa, hai visto quanta gente è venuta a conoscerti? I nonni, gli zii, sono qua tutti per te-

Rose si liberò dai vezzi.

-Ti papino pelò io ho tanta famina-

-Allora facciamo così, tu saluti tutti qui e papino scende a preparare la merenda per tutti, che ne dici-

-Con te papino, con te!!!-

Il suo primo capriccio. Guardai Edward cercando di fargli capire che doveva assecondarla, almeno per ora, avrebbe avuto modo di farsi vedere e conoscere dagli altri, in fondo si era appena svegliata. Di sicuro era provata dalla giornata alquanto stressante anche per noi: il volo, l'attesa e ora una casa nuova. Edward era il faro delle sue donne e Rose non aveva tardato a capirlo.

Scesero in cucina e lo seguirono i nonni e Jasper, Alice rimase con me a sistemare le borse della piccola e tutta la sua roba.


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Edward....
-Papino mi fai la patta?-

-La patta?-

-Ti con i ciugo!!-

-In realtà principessa è l'ora di un bel bicchiere di latte o di the coi biscotti, che cosa preferisci?-

-I biccottiiiii!!!!-

-E dove li bagnamo i biscotti?-

-Nel titto!!!-

Oddio e ora cos'era il titto??? Dovevo chiedere aiuto a Bella, ma intervenne Esme.

-Il latte nel biberon dovrebbe essere-

-Ti nonna… il titto!!-

Bene… Latte e biscotti nel biberon.

-Vuoi un biscottino intanto che si scalda il latte?-

Mia mamma era già all'opera, Rose non ne voleva sapere di scendere dalle mie braccia!

-Ti-

Con una manina aperta si spostò la frangetta da davanti agli occhi e con l'altra si allungò per prendere il plasmon dalla mano di mia madre.

-Diciamo grazie alla nonna?-

-Accie nonna-

Felice col suo biscotto decisi di andarmi a sedere sul divano e giocare un po’ con Rose in attesa del biberon. Era favoloso come fossimo già in sintonia, come mi cercasse e io avessi bisogno di lei.

Esme mi richiamò dai giochi con Rose avvisandomi che era pronto il latte e il caffè per gli adulti. Mio padre e Jasper aprirono il seggiolone e cercai di dar loro qualche dritta ma inutilmente.

Come fu possibile poggiai Rose sul seggiolone e andai a chiamare Bella. Dovevano partecipare tutti alla prima merenda di Rose.

E così fu.

Rose bevve il suo "titto" e noi gioimmo della sua presenza. Piano piano si lasciò andare anche con gli altri membri della famiglia, ma andavo fiero di come cercava di continuo sia me che Bella.


Era con noi. Era a casa.





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