giovedì, ottobre 4

Capitolo 49 - E alla fine cedetti...




Ci siamo... Non aggiungo nulla ora...
Ci leggiamo in fondo...
Alla FINE.


 

Bella

-Mami, pecchè sei cosi glossa?-


-Ti ho già spiegato che cosa sta succedendo alla pancia della mamma… Ricordi Rose?-

-Ti mami… Il papino che ama tanto la mammina, ha messo un semino nella panzina della mami. Il semino clesce e diventa un bimbo-

-E come sarà questo bimbo?-

-Salà tanto bello come la sua solellina-

-La mia principessa è la più bella del mondo!-

-Eh già mami, ma non lo posso dile, sennò il flatellino pange e fa il bloncetto!!!-

Passavamo le giornate a parlare della mia pancia e del fratellino. Ed era per Rose un buon modo di partecipare al lieto evento.

Da quando la piccola Rose aveva abbandonato il nostro lettone, io e Edward avevamo passato lunghe notti ad amarci come un tempo. Ad amarci così tanto che una mattina, l'ennesima mattina in cui la mia sveglia era legata a nausee tremende, Edward mi costrinse a fare un test di gravidanza.

Positivo.

Ero incinta.

Così cominciò il tour de force tra visite e controlli. La pignoleria risaputa di Edward era tornata a galla.

Alla prima ecografia era presente anche Rose. Volle mettere le cuffiette per ascoltare il cuoricino del fratellino, e volle avere la registrazione audio. Era un maschietto, lo scoprimmo alla seconda ecografia. Rose girava per casa con il lettore CD, chiaramente di colore fucsia, e regalato da Edward non appena usciti dallo studio della ginecologa, perché doveva sentire come stava il suo fratellino.

Quel pomeriggio eravamo in giro per spese con nonno Charlie. Era buffo vederlo approcciarsi a Rose, goffo ma estremamente dolce.

Usciti dall'ennesimo negozio con borse, borsine e pacchetti, Charlie, annoiato dagli scaffali e dalle vetrine, ci volle offrire la merenda.

Le manine di Rose cominciarono a battere felici al pensiero del gelato che molto presto le avrebbero ricoperte.

Ci accomodammo, quando il mio cellulare suonò.

-Edward, tutto bene?-

-Come sta il nonno Charlie? È ancora vivo?-

-Si, mister simpatia, ci stavamo sedendo per un gelato-

-Dove siete?-

-Al centro commerciale accanto al parco urbano-

-E le mie donne vogliono la mia compagnia?-

-Ohhhhh… Rose…. Papino vorrebbe unirsi a noi??? Che ne dici?-

-Tiiiiiii papino!!!!- Mi fece gesto di volerci parlare.

-Papino!!! Ti appetto pel il lelato!!!!-

-Va bene piccolina! Corro da te…-

Ridandomi il telefono salutai Edward e feci strada a Charlie verso un tavolo. Al sesto mese e una pancia gonfia più di un cocomero, sentivo la stanchezza nelle gambe dopo solo una mezz'ora di camminata.

Quando Edward ci raggiunse passammo un pomeriggio sereno, Rose coccolata dal suo "papino" e io dal mio.

La sera, in casa, sul nostro divano, stavamo guardando il DVD che Charlie aveva regalato a Rose, Cenerentola. Quando cominciava il film iniziava la tiritera di Rose…

-Pecchè è vettita codì?-

-Pecchè ti chiama codì?-

-Pecchè….-

Fino a che non crollava tra le braccia di Edward. Aveva scoperto la maniera più dolce per farla cedere al sonno. Cominciava con le sue teorie di chirurgia plastica, iniziando dall'anestesia fino alle pratiche di recupero, iniezioni e quant'altro. Magicamente la piccola si accoccolava al suo papà tenendo la sua manina sulla guancia di Edward. Era buffa la sua maniera di chiedere attenzione. Ma era ancora più bello vederli assieme, in questi momenti intimi tra padre e figlia.

Messa nel suo lettino ed accese le sue stelline, Edward tornava ad essere solo mio. Ed era ciò per cui valeva la pena alzarsi la mattina... arrivare alle nostre coccole serali.

Io e lui.

 

-Hai pensato ai nomi?-

Era una fissa per Edward…

-No, amore oggi Rose lo chiamava semino, e ti dirò che non mi dispiace-

-Semino, eh???-

-Si, la storia del semino nella pancia della mamma deve averla colpita-

-E semino sia!!-

-Può farti rimanere in mutande quella bambina e tu ne saresti comunque felice-

-Si, sono felice-

E mi trasformai in una ingombrante micetta, dallo sguardo languido e voglioso...

-Io lo sarei di più se tu mi facessi sentire quanto sia grande la tua felicità-

Non se lo fece dire due volte. Mi accolse tra le sue braccia, mi sistemai su di lui. La sua felicità era piena e la sentivo pulsare. Un brivido mi prese nel basso ventre e lo esorcizzai gemendo sulle sue labbra. Mi aggrappai ai suoi capelli e mi schiacciai di più verso il suo bacino.

-Voglio il nostro letto, Bella, ti ci voglio nuda, voglio ammirarti e adorarti per ore e poi riempirti di me…-

Mi attaccai alla sua fronte, lo fissai, occhi sgranati e increduli.

-Sei il marito che tutte vorrebbero avere, che ho fatto io per meritarti?-

-Tu mi ami, ecco perché mi meriti…-

Mi staccai da lui e corsi in bagno, facendo le scale di corsa e chiudendo la porta del bagno.

-Bella tutto bene???-

Era subito lì, dietro quella porta, preoccupato.

-Vescica messa a dura prova, arrivo!!!-

La classica scusa… Avevo 10 minuti di orologio…

-Edward che ne dici di prepararti, io arrivo… Magari potresti portare in camera dell'acqua, così poi non devo scendere!!!-

Finirò all'inferno!!!

Sentii i suoi passi scendere verso la cucina.

Mi infilai sotto la doccia, gambe ascelle, ok presentabili… I capelli??? Li lego, meglio… Denti… una bella rinfrescata!!! Ok, pronta… Anzi no… mi ero comprata una vestaglietta in morbido cotone ma molto corta, e la pancia non aiutava in quanto a lunghezze…

-Semino mio chiudi gli occhi, stasera mamma e papà festeggiano un po’-

Mi carezzai la pancia e uscii.

Il letto intatto, avevo il via libera.

Mancava solo il mio maritino.

Attesi qualche minuto, ma non lo sentii arrivare. Così scesi dal letto per cercarlo. Mi infilai una vestaglia e andai verso il corridoio.

Dove poteva mai essere?

Semmai nella vita avessi avuto una rivale in amore, non potevo immaginarne una migliore della nostra Rose.

Era lì, appoggiato allo stipite della porta della sua cameretta. La fissava, fiero. Era il suo orgoglio, il suo amore, era sua figlia. Camminai piano piano fino a raggiungerlo, lo abbracciai da dietro e mi appoggiai a lui. Il suo orsacchiotto stretto per un orecchio tra il naso e la bocca, dove trovava posto il pollicino.

Potevo capire il perché Edward si fosse fermato ad ammirare sua figlia.

-Non credevo di poter provare tante emozioni così forti tutte in una volta. Rose, tu e il semino……è tutto così perfetto-

-Lo è Edward-

-Non credevo di poterlo dire, per lo meno fino a pochi mesi fa-

-Vieni, lasciamola al suo sonno. Noi andiamo a parlare di la, rischiamo di svegliarla-



Lo trascinai con me, fino alla nostra camera. Mi sdraiai sul letto e feci cenno di seguirmi. Si mise tra le mie braccia, come un bambino in cerca di coccole.

-Dimmi Edward, tutto quello che ti passa per la testa-

Voltò lo sguardo su di me.

-Ti ricordi il nostro primo incontro?-

-Oh si Ed… L'hotel, il sesso, le sigarette e le tue intromissioni…-

-Bene, ero io a comandare, a gestire. È sempre stato così per me. Lottare per gli altri, trasformarmi in uno scudo per tutti. Ho sempre pensato agli altri come se mancassero in qualcosa e io fossi quel punto in più per la loro serenità e tranquillità. Il prendermi cura di te in questi mesi lo credevo importante per te. In realtà era solamente un'altra faccia del mio egoismo. Ti amo Isabella, ti amo più di ogni altra cosa, ma sapevo che tu ricambiavi per cui mi son sempre sentito protetto, con le spalle al sicuro. Ma poi è arrivata Rose e ogni mia certezza è svanita. Mi sento perso quando le sto lontano, mi sento confuso per l'affetto incondizionato che ci da ogni giorno-

-E' solo un altro tipo di amore-

-Un amore a cui non ero pronto, e ora semino, che cresce in te. Ti vedo cambiare, Rose cresce, e io?-

-Tu non devi cambiare o crescere Edward. La vita ti ha portato a fare queste cose molto tempo fa e ringrazio il cielo per l'uomo che sei diventato. Sei un ottimo marito, un padre innamorato e un perfetto figlio. Non potrei chiedere di più-

-Dici?-

-Dico…-

-Sei solo innamorata e hai gli occhi velati dall'amore!!!-

-Si hai ragione; sono innamorata di uno splendido uomo che prima di conoscere me curava rose come nessun altro sa fare. Ci sono tante cose di te che dimostrano il tuo cuore Edward. Tante. Il tuo amore per i tuoi genitori adottivi è la prima fra tutte. Tua sorella e il lavoro e poi noi. Tutto intorno a te è degno del tuo amore-

-Tu sei l'unica degna del mio amore-

-Che scemo incantatore!!!-

-E ti ho incantato?-

-Mi incanti sempre-

E facemmo l'amore tutta la notte, come mi aveva promesso. Dedicandosi a me, al mio corpo e stando attento a non far troppo rumore per Rose. D'altronde era a solo due porte di distanza!!!

Edward era tutto. Prima di lui non avevo nulla. Neanche una famiglia. Il suo arrivo nella mia vita aveva portato solo cose buone per me. A distanza di pochi mesi ero cambiata, mi aveva aiutato a guarire, mi aveva sposata, mi aveva riportato mio padre ed ora aspettavamo il nostro secondo figlio.

Avevo finalmente tutto, e alla fine cedetti all'evidenza che la mia vita sarebbe stata una continua avventura.

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Ok… Ci sono!!!
Era tempo…….ci sono arrivata.
È stata un travaglio questa storia e chi mi sta accanto sa il perché.

Non ho mai avuto la presunzione di dire che sono una scrittrice, ma ho voluto mettere su carta ciò che in tanti anni e non in pochi mesi ho affrontato. (e qui la chiudo)
È stato il mio modo di esorcizzare alcuni demoni e sono felice di aver finito. Sono felice di aver messo il punto a questa piccola favola.
Forse… Ne ho mille di forse……ma va bene così. Non so neanche io cosa dirvi. So solo che questo capitolo per me è un sogno e semmai dovesse avverarsi, tornerò a raccontarvi di questi due focosi amanti.
Voi siete state linfa, con i vostri commenti e le vostre letture.
Spero di potervi entusiasmare di più con nuove storie.
Al momento voglio solo dedicarmi a ciò che sto scrivendo per poter descrivere al meglio ogni situazione (sono un po’ sbrigativa ed ermetica lo so!!!).
Per ora vi saluto e vi ringrazio mettendo la parola FINE.

 



 
Ultima nota....
Un paio di grazie...
Michela...
Mi sei sempre stata vicina e questa piccola storiella ci ha unite!
Stefy...
Hai colorato con i tuoi edit la maggior parte di questi capitoli!!
Al mio gruppo su FB...
Mitiche sconce e impunite donne!!!
VI AMO!!!

lunedì, ottobre 1

Capitolo 48 - Vite sottosopra.... Baci Rubati....







-Quetta è pette e quetta è pemme…-

La mia piccola Rose giocava con la sua mamma con tanta naturalezza che sembrava esserle cresciuta in grembo e non accolta in casa solo sa da qualche giorno.

Di certo la nostra vita a due era cambiata. Non avevamo più il nostro lettone ma bensì una tenda degli indiani costruita sul nostro materasso da Bella e Rose.

Non eravamo in grado di dirle di no, e così Rose dormiva con noi. E così capii il senso delle docce rubate alle mogli che tanti miei colleghi andavano raccontando. Amare Bella era sempre splendido ma prenderci in cinque minuti era come sciupare l'atto stesso. Così quel pomeriggio, con la scusa di una visita, Rose avrebbe passato il pomeriggio con i nonni, ed io avrei amato la mia Bella come dicevo io.

-Ascoltami piccola Rose…-

I due pugnetti sotto il mento e gli occhi da birichina spalancati ad ascoltare le mie parole.

-… oggi starai con nonna e nonno, la tua mamma e il tuo papà avranno da fare una visita importante e torneranno a casa il prima possibile, da te-

Le sue labbrucce si increspavano in un'espressione mista tra il disappunto e la tristezza della notizia.

-Uhm… quetta cosa non mi pace. No no!-

-Lo so piccola, nemmeno a mamma e a papà piace, ma sono convinto che papà, per farsi perdonare, si fermerà a prenderti un regalino, che ne dici?-

-Uhm… quetta mi pace. Vero papino?-

Risi di questo diavoletto, la strinsi abbracciandola forte a me per poi lasciarla a Bella e al pranzo. Mangiammo assieme ai nonni a casa nostra, Rose faceva un riposino dopo pranzo, così Esme aveva proposto di venire lei ad occuparsi di Rose, lasciando così che riposasse nel suo lettino.

Bella era restia nel lasciarla, così decise di farla addormentare prima di uscire di casa. Era uno spettacolo meraviglioso vederle stese nel nostro letto e coccolarsi a vicenda.

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Non sapevo bene dove, ma sapevo che avevo bisogno di lei, del suo corpo. Così decisi di sorprenderla portandola in un delizioso Bed&Breakfast poco fuori da Seattle. Un'ora di macchina da casa, un'ora di risate nel ricordare le piccole scoperte di Rose e di noi come genitori.

Tutto era cambiato. Come era giusto che fosse. Rose era tutto, anche discorrendo tra di noi in un pomeriggio di libertà, solo per noi, Rose era il centro dei nostri pensieri e discorsi.

-Deve abituarsi, però mi manca-

-Deve sapere che può contare anche sui nonni e gli zii, anche se divento subito geloso delle attenzioni che rivolge agli altri-

"Deve… Ma…" ci aveva stregati. E ci mancava.

-Bella se vuoi possiamo tornare indietro-

-Oh Edward, lo vorrei, ma mi manchi tanto e questa piccola fuga d'amore la voglio!!-

Mi si avvicinò strofinando il suo naso sul mio collo, strofinando le sue piccole mani sulla mia coscia, facendomi rabbrividire dal piacere e pesare sull'acceleratore il piede.

Neanche il tempo di aprire la porta della nostra alcova che fui su di lei, prendendola per i fianchi e issandola sul mio corpo. La volevo sentire, mi mancava. La volevo proprio come lei voleva me.

Ci spogliammo alla velocità della luce aiutandoci a vicenda e boccheggiando tra un sospiro e l'altro.

-Oddio Bella, la tua pelle…-

La carezzai per tutte le sue lunghezze dando al mio tatto piacere a lei e sensazioni forti a me. Ero capace di esplodere anche solo sfiorandola.

-Edward, ti prego…-

-Fammi concentrare Bella è troppo che non ti sento e non riesco a concentrarmi se arrocchi così la tua voce-

La stesi nel letto. I suoi capelli sparpagliati sopra al copriletto. Nuda. Una dea. La mia dea.

-Ehi leone… ci devi pensare?-

Rideva della mia poca resistenza.

-Sei una mina ai miei ormoni Bella. Potrei venire anche solo guardandoti-

E cominciò a giocare. La odiavo quando si prendeva gioco di me.

Le sue mani scesero lungo il suo corpo passando per il seno, fino a scendere sulla sua intimità. Carezzandosi, mi fece venire l'acquolina in bocca ma la lasciai proseguire.

Dapprima leggera la sua mano fino a vederla penetrarsi con due dita; l'altra mano sul suo viso a trattenersi per il piacere. La schiena inarcata e il collo in bella mostra. Il suo corpo cominciava a imperlarsi di sudore fino a che urlò il mio nome gemendo e venendo per me.

Quando si riprese dall'ondata di piacere portò quelle dita alla mia bocca e il suo profumo di donna mi invase tanto da sentire la necessità di assaporarle appieno, portandole alla mia bocca e succhiandole.

Ma resistetti poco. La mia asta pulsava e mentre giocavo con le sue dita la penetrai facendola urlare di piacere. Il mio basso ventre implose dopo poche spinte facendomi riversare tutta la mia voglia in lei.

Mi accasciai su di lei. Provato. Cinque minuti o cinque ore di sesso con Bella erano comunque estenuanti. Provava la mia stabilità fisica e mentale.

-Scusami, non ho resistito-

Le sussurrai le mie scuse mentre lei riprendeva fiato.

-Amore, era troppo e credo che sia giusto di tanto in tanto ritrovare il tempo per noi. Magari cominciando a far usare a Rose la sua cameretta. Che ne dici?-

-Saranno lunghe ed estenuanti lotte-

-Ma che vinceremo se vogliamo continuare ad amarci, non siamo due traditori che si devono nascondere per fare l'amore. E niente è meglio del nostro lettone per amarci-

-Hai ragione, ma hai presente con chi avremo a che fare?-

Ridemmo entrambi della mia battuta.

-Propongo una cosa, le abbiamo promesso un regalo giusto?-

-Si-

-Bene allora che ne dici di rivestirci e correre a corrompere nostra figlia?-

-Oh siiii, suona così magnificamente!!!-

-Proporrei nuovo abitino e magari una bambola dedicata al sonno!!-

-Mi fai impazzire… Sei sexy anche quando parli di bambole!!!-

-Abbiamo ancora cinque minuti maritino mio…. Che ne dici???-

E scivolai in lei. Questa volta non bastarono cinque minuti, e così ci amammo come prima. Con calma, con ardore e con la nostra passione ritrovata.

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Uscimmo dal negozio con quattro borse di regali. l'opera di convincimento di abbandono del lettone cominciava a costarmi un pochino!

Quando entrammo in casa l'uragano Rose fu su di noi. Poggiai le borse in salotto accanto al divano, mentre Bella si stava spupazzando la piccola.

-Esme, grazie mille-

-È un piacere giocare con mia nipote, per cui spero in queste vostre fughe di tanto in tanto!!-

Ed uscì di casa baciando sulla fronte la nipote e strizzandomi l'occhiolino.

Mi andai a sistemare sul divano richiamando l'attenzione di Rose e di Bella.

-Rose, non vuoi vedere i tuoi regali???-

-Tiiii papino!!!-

Oltre al nuovo abitino e alla bambola di pezza le comprammo un'abat jours colorata e con impresse le immagini delle stelle. Ci avevano consigliato di accendere questa lucina quando era il momento della nanna. La luce era abbastanza debole per permetterle di dormire, ma anche di stare tranquilla se si sarebbe svegliata sola nella stanzetta.

-Vedi Rose, la mamma e il papà non riposano bene per cui potremmo dividerci le camere da letto. Tu nella tua, con questa nuova lucetta così bella, io e papà ci accontentiamo della tenda nella nostra camera, che ne dici?-

-Pelò papino può dommile nel mio lettino!-

Le braccia incrociate al petto e uno splendido broncetto.

-Va bene papà dormirà nel tuo lettino con la tua luce-

Sgranai gli occhi. Cavolo stava dicendo??? Ma mi fece l'occhiolino e proseguì.

-Papino perché non provi a vedere com'è bella la lucetta nuova di Rose?-

-Va bene, e magari chissà il lettino sarà anche comodo-

Provai ad assecondare questa follia.

Salii in camera e sistemai l'abat jours. La accesi e poi mi sdraiai sul piccolo lettino. Speravo non cedesse per il mio peso. Mi soffermai a guardare il soffitto come Rose, che affascinata dallo spettacolo di luci si mise le manine davanti alla bocca e cominciò a girarsi attorno.

-Bello papino-

-Si piccola hai proprio ragione, è bellissimo, e da qui lo spettacolo è ancora più bello sai?-

Si girò verso me.

-Papino mi fai plovale?-

-Salta su principessa-

E la feci stendere accanto a me.

-Cledo ploplio che dommilò qua. Le telle tono tutte mie-

-Certo che sono tue principessa-

Le carezzai la fronte e rimasi incantato nel vederla osservare il suo nuovo tetto di stelle e portarsi il suo minuscolo pollicino in bocca.

Restammo così stretti per un bel po’ addormentandoci in quel minuscolo materassino. Ma per nulla al mondo avrei forzato il mio corpo a lasciare sola la mia piccola principessa. Così al dolce suono del suo calmo cuore mi addormentai con lei.


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Capitolo 47 - Rose...


Buon Sabato Malatineeeeeeeeeee!!!
Vi lascio alla lettura...












Edward....
Quella mattina ricevetti la chiamata del mio avvocato.

-Dottor Masen, il giudice ha firmato l'adozione, può organizzare l'incontro con la minore per poterla portare a casa-

-Grazie avvocato-

-Congratulazioni Dottore, a lei e alla sua signora-

-Riferirò, vado a prenotare il volo, a presto-

Essendo in studio avvisai Bella tramite telefono; la sua reazione fu un semplice sospiro.

-Stai bene tesoro?-

-Si Edward, sto bene-

Chiuse la chiamata. Era strana, così chiamai mia madre.

-Mamma, disturbo?-

-No Edward, hai novità?-

-Si e in realtà ti chiamo sia per avvisarti da oggi siete giuridicamente nonni ma avrei bisogno che tu controllassi Bella, quando l'ho avvisata si è ammutolita, mi è sembrata strana-

-Uso la scusa di un caffè tesoro e vado a vedere, se c'è qualcosa ti chiamo, ma vedrai che sta benissimo…-

-Grazie mamma-

Riattaccai. Decisi per un caffè e così avrei chiesto alla caposala di farmi sostituire da qualche collega per qualche giorno. Rose meritava tutto il mio tempo.

Arrivò l'ora del rientro a casa. Avevo bisogno di Bella, di una doccia e di una buona dormita. Alice mi aveva inviato un sms avvisandomi che Bella, dopo la mia chiamata, aveva smontato casa per pulirla, era uscita a fare spesa e si era dedicata ai regali per Rose.

-Amore sono a casa…-

A casa….

La nostra casa…

La nostra casa???

Era passato un uragano?

-Bella?? Dove sei??? Bella???-

Sentii la sua dolce voce inasprita provenire dal bagno. Salii le scale due gradini alla volta e cercai di capire il suo umore. Era in doccia e stava trattando i suoi capelli in malo modo. Li tirava, li insaponava, li tirava di nuovo…
Decisi di cambiare l'ordine della lista delle cose da fare questa sera. Mi tolsi giacca, cravatta, camicia e mi sfilai i pantaloni al volo. L'intimo volò via da se e mi intrufolai nel box con lei. Saltò spaventata, dovetti prenderla per i fianchi o sarebbe altrimenti caduta rovinosamente a terra.

-Ma tu sei matto… Ho perso dieci anni di vita!!!-

-Sono matto e ti voglio. Qui. Ora-

La alzai tra le mie braccia, la poggiai alla parete e mi presi le sue labbra, le assaggiai, le leccai e poi ci infilai la mia lingua. I suoi gemiti davano ritmo alla mia lingua fino a che non la sentii aggrapparsi ai miei capelli e tirare la mia testa indietro; mi dovetti staccare e lasciare che la mia mogliettina di divertisse un po’. Percepii l'umido della sua lingua sul mio pomo per poi succhiarlo e baciarlo. Vibrai. Tremando dal piacere puntai il mio membro sul suo fiore e la penetrai. Senza giochi, senza preliminari; solo voglia. Bella urlò di piacere aggrappandosi con le unghie alla mia schiena e si mosse per fare aderire ancora di più i nostri bacini, portandoci entrambi ad un orgasmo pieno e potente.

La tenni stretta a me per un po’. Era qualche tempo che mettevamo un goccio di follia nei nostri rapporti. Ma l'agitazione del nuovo arrivo tra i Masen ci aveva creato non poca tensione da scaricare per entrambi.

Dopo il primo incontro con Rose, Bella non era stata più la stessa fino a stasera, in doccia; lì avevo ritrovato la mia Bella, quella passionale, forte e guerriera. Si era demoralizzata quando l'avvocato ci raccontò che il giudice doveva fare accertamenti sul passato di Bella. Credevo avessero problemi con il mio di passato; con la mia adozione e la realtà da cui venivo.
Ora sapevo che quel momento nostro sotto la doccia non era nient'altro che la necessità di sfogare tensioni accumulate, ma se il risultato era un orgasmo come quello appena provato era tutto concesso.

-Amore chiamiamo Rose?-

Mi ritrovai a sentire mia moglie ridacchiare con la piccola e a rassicurarla sull'indomani.

Bella era al telefono con Rose ormai da venti minuti.

-Si piccola mia, domani assieme ad Edward partiamo e veniamo a prenderti. … Lo so piccola è passato tanto tempo … Non ci separeremo più, a meno che tu non lo voglia … la tua cameretta? Si è pronta, ma tu potrai cambiare quello che vuoi se non ti piacerà … Sai ha scelto lui le due casette per le tue bambole, vuoi parlargli un pochino? … te lo passo…-

-Pronto Rose sono Edward…-

-So chi sei me lo ha detto mamma…-

-Raccontami come stai?-

-Bene papalino, ho già messo a nanna la bambolina, tu hai messo a letto la sua solellina?-

-Si è nella sua casetta che aspetta voi…-

-Papà?-

-Si? Che c'è piccola?-

-Domani venite a plendelmi velo?-

-Certo mia piccola Rose, domani mattina quando tu ancora dormirai mamma e papà saranno in volo verso Los Angeles per venire a prenderti e portarti a casa, dalla zia Alice, lo zio Jaz e i nonni…-

-Falemo un fetta?-

-Quello che vuoi principessa…-

-Mi lacconti una favoletta?-

-Facciamo che tu scegli la favola, pensandoci molto bene e domani in aereo te la racconto tenendoti in braccio tutto il tempo?-

-Plomesso?

-Promesso principessa, ora ti passo la mamma che ti da la buona notte-

Lasciai il telefono a Bella e mentre le parlava con la sua infinita dolcezza la strinsi a me. Eravamo in ansia ma assolutamente felici per questo viaggio. Il giudice aveva tardato a siglare l'adozione, dilungando così i tempi del nostro secondo incontro con Rose. La piccola non l'aveva presa bene così l'assistente ci aveva chiesto di metterci in contatto con lei, facendoci sentire tramite telefono solo per tranquillizzarla. E così fu. Era una settimana che Bella chiamava la piccola Rose verso le nove di sera, poco prima che la piccola andasse a dormire, pensando fosse il modo giusto per tranquillizzare il suo sonno.

Di nuovo in volo, ma questa volta un po’ più sereni. Consapevoli del dono che avremmo ricevuto di li a poco.

Atterrammo all'aeroporto di Los Angeles alle nove di mattino, dovevamo passare a lasciare dei documenti al tribunale dei minori e poi avremmo abbracciato la nostra piccola Rose, per cui decisi di affittare un auto per la giornata. Il traffico era scorrevole ed era una bella giornata di sole. Quando entrammo in ufficio Bella cominciava ad agitarsi e spazientirsi.

Perdemmo una mezz'ora buona tra firme, fotocopie e bolli. Ci offrirono un caffè ma Bella rifiutò per poter correre da Rose. Ci diedero appuntamento sei mesi dopo per l'adozione definitiva, per un colloquio con l’avvocato, l’assistente sociale e la nostra piccola.

In macchina Bella guardava ogni due minuti il cruscotto, aveva fretta, ansia e non riuscivo più a calmarla.

-Ci siamo amore…-

Ma non mi ascoltava, era già fissa con gli occhi sullo stabile in fondo alla strada.

-Ci sta aspettando da troppo tempo-

-Ma ora siamo arrivati-

Fermai la macchina e quando mi voltai Bella era già lungo il vialetto che portava al portone. Scrollai la testa e scesi dall'auto.

-Edward corri!!!-

Era folle la mia donna. Ma decisi giustamente di raggiungerla per litigarci il primo abbraccio di Rose.

Seduta sui gradini davanti al portone c'era il nostro dono. Indossava un vestitino celeste, calzette bianche sotto un paio di ballerine abbinate all'abitino. Come ci vide arrivare si alzò in piedi e mise le sue manine sui fianchi e cominciò a battere il piedino.


Io sorrisi alla visione di questo peperoncino che stava per sconvolgerci la vita. Bella si mise le mani davanti alla bocca e corse letteralmente verso Rose. Allungò le braccia quando le fu a pochi passi e Rose si sciolse al punto di volarle in braccio.

Lasciai per un attimo che le mie due donne si calmassero. Per poi avvicinarmi e stringerle entrambe. La sua manina scivolò dal collo di Bella e si posò sul mio.

-Stasela facciamo i conti. Siete allivati taldi. E io mi sono stufata di appettale-

-Hai ragione piccola, ma dovevamo firmare dei fogli importanti per poterti portare con noi-

-Anzi principessa ci accompagni dentro che dobbiamo portare delle cose alla direttrice?-

-Ba bene, ma non la passate lisia-

Scese dal nostro abbraccio, si mise tra di noi e dando la mano ad entrambi ci scortò all'interno. Terminate tutte le varie scartoffie e firme, Rose ci portò alla sua camera per prendere le sue cose e lasciare quel posto.

Bella era seduta sul lettino di Rose mentre la piccola le spiegava e raccoglieva le ultime sue cose, per lo più disegni e colori.

-Quetto è papino, vedi glande e coi capelli tutti alluffati. E poi ci sei tu, mami, che mi dai la manina-

Era il disegno che fece l'indomani dal nostro primo incontro.

-Sai che facciamo amore? Questo lo appendiamo in casa, che ne dici?-

-Pelfetto. Io voglio andale-

-Andiamo tesoro, andiamo a casa-

Le carezzai la testa e prendendo le sue valigie lasciai che Bella si occupasse di Rose. Salutò amichetti, maestre ed assistenti, tutta contenta nell'abbraccio della sua mamma.

Prendemmo la macchina, Bella si sistemò dietro accanto a Rose e chiamarono assieme nonna Esme.

-Ti nonna, ciono allivati un pochino tardino, ma stasela li gridiamo ba bene?-

Risi per l'ennesima puntualizzazione. Avremmo avuto da fare. Decisamente.

___________


Come promesso tenni io in braccio Rose per cullarla durante il volo, non aveva scordato la promessa fatta e le raccontai la favola di cappuccetto rosso. Aveva scelto quella storia a patto che il lupo non dovesse morire. Quando la storia prendeva vie che lei non gradiva, poggiava la sua manina sulla mia guancia e trovava un'alternativa…

-… e la nonna venne ingoiata dal lupo in un sol boccone …-

-… Sei siculo papino? Io sapevo che il lupo naccondeva la nonna sotto il letto …-

Cercava in ogni brutta parte della favola di modificarla per renderla positiva in ogni piccolo particolare. Quando avvenne il finale la sua manina rimase sulla mia guancia e la coprii con la mia. Poggiò il suo capino sul mio petto e si lasciò andare ad un sonno profondo.

Rimasi incantato per tutto il volo a rimirarla. La sua perfezione, la sua bellezza e la sua fragilità. Dopo il primo nostro abbraccio le mie paure si fecero sempre più piccole dando spazio a tanta serenità ed orgoglio per la scelta fatta. Ma ora, con questo batuffolo in braccio, mi sentivo tremare ogni fibra del corpo. E se mi cadesse… E se si ammalasse… E se… E ora le parole di mia madre prendevano un senso…
"Quando diverrai genitore capirai la mia ansia!!"
La capivo e mi innamoravo di questa ansia, perché mi innamoravo di mia figlia e di tutto quello che nella mia vita avrebbe portato.

-Posso essere gelosa sai?-

Mi voltai verso Bella.

-E' un'ottima rivale…-

E tornai a vegliare sul suo sonno, il suo dolce visetto arrossato, il nasino piccolo e a punta, le labbra morbide e delicate del colore della pesca, e le lunghe ciglia nere curvate all'insù che donavano dolcezza ad un viso che già ne sprigionava a iosa. Le baciai ripetutamente la manina che spostavo dalla mia guancia alle mie labbra. E ogni tanti inalavo il suo profumo di talco e ne facevo ricordo vivo per i momenti di lontananza da lei.

Quando atterrammo cercai di muovermi il meno possibile, ancora dormiva, le hostess ci aiutarono con il bagaglio a mano e ci scortarono fino al nastro trasportatore per il ritiro del bagaglio di Rose. Bella prese un carrello e nonostante volesse prendere la piccola tra le braccia preferiva farla riposare e fare il lavoro più pesante. Lavoro che durò ben poco perché come arrivammo oltre gli sportelli doganali i miei genitori Jaz e Alice erano pronti a riceverci.

Alice ci corse incontro, la mia occhiataccia la fece deviare verso Bella.

-Cattivo-

Bisbigliò…

Esme mi si avvicinò lentamente, gli occhi lucidi per l'emozione e uno sguardo tenero che viaggiava tra me e Rose.

-È bellissima- mi sussurrò poggiando la sua testa alla mia spalla. Io non riuscivo a staccarmi da questa visione e a quanto pare neanche gli altri uomini di casa…

Mio padre e Jasper rimasero incantati dalla nostra bella addormentata. Lo sguardo tenero di Jaz e quello amorevole di mio padre però non erano focalizzati solo su Rose, li vedevo guardare anche la mia intera figura e compiacersi dello spettacolo.

-La piccola Rose dorme da un po’, vorrei arrivare a casa prima che si svegli, per farla stare tranquilla-

-Certa Bella, andiamo-

Esme mi liberò dalla sua presa per farci raggiungere l'automobile.

Giunti a casa, la piccola cominciava a muoversi e ad agitarsi. Cercai di allungare la falcata passando tra le aiuole del giardino e con Bella che trafficava in borsa per le chiavi entrai di corsa in casa per posarla sul suo lettino.

Alice ed Esme ci raggiunsero nella cameretta. Bella coprii la piccola ed io uscii dalla stanza per lasciare spazio alle donne di godersi quel momento. Scesi in giardino e mi accesi una sigaretta, sentivo la braccia più leggere ma già vuote.

-Ti dona anche la paternità figlio mio-

-È bellissima papà-

-Proprio una bella principessa-

Ma non finii la sigaretta che Bella mi chiamò dalla finestra.

-Cerca papino suo!!-

Gli occhi lucidi di Bella erano tutto per me.

-Venite vi presento la piccola Rose-

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Bella....




-Buongiorno principessa…-

-Ciao mammina, dov'è papino?-

-Arriva, ma ora guarda chi c'è qui con me…-

Lo sguardo attendo e scrutatore della piccola si fissò dapprima su Esme e poi su Alice.

-...Questa è nonna Esme, e lei è zia Alice…-

La piccola prese la sua bambola, che riposava con lei, tra le braccia e se la portò al nasino poi si infilò il ditino in bocca.

-Rose ciao, sono la nonna Esme, è bello vederti-

Sorridendo mi si appoggiò al busto e continuando a ciucciare il suo piccolo pollice sorrise senza però parlare.

-E io sono zia Alice, sono molto felice di conoscerti-

Altro sorriso e altro silenzio.

-Dov'è la mia principessa?-

Edward arrivò di corsa e si sistemò seduto sul lettino. Rose gli volò in braccio e lui gongolò dal gesto della piccola.

-Ehi principessa, hai visto quanta gente è venuta a conoscerti? I nonni, gli zii, sono qua tutti per te-

Rose si liberò dai vezzi.

-Ti papino pelò io ho tanta famina-

-Allora facciamo così, tu saluti tutti qui e papino scende a preparare la merenda per tutti, che ne dici-

-Con te papino, con te!!!-

Il suo primo capriccio. Guardai Edward cercando di fargli capire che doveva assecondarla, almeno per ora, avrebbe avuto modo di farsi vedere e conoscere dagli altri, in fondo si era appena svegliata. Di sicuro era provata dalla giornata alquanto stressante anche per noi: il volo, l'attesa e ora una casa nuova. Edward era il faro delle sue donne e Rose non aveva tardato a capirlo.

Scesero in cucina e lo seguirono i nonni e Jasper, Alice rimase con me a sistemare le borse della piccola e tutta la sua roba.


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Edward....
-Papino mi fai la patta?-

-La patta?-

-Ti con i ciugo!!-

-In realtà principessa è l'ora di un bel bicchiere di latte o di the coi biscotti, che cosa preferisci?-

-I biccottiiiii!!!!-

-E dove li bagnamo i biscotti?-

-Nel titto!!!-

Oddio e ora cos'era il titto??? Dovevo chiedere aiuto a Bella, ma intervenne Esme.

-Il latte nel biberon dovrebbe essere-

-Ti nonna… il titto!!-

Bene… Latte e biscotti nel biberon.

-Vuoi un biscottino intanto che si scalda il latte?-

Mia mamma era già all'opera, Rose non ne voleva sapere di scendere dalle mie braccia!

-Ti-

Con una manina aperta si spostò la frangetta da davanti agli occhi e con l'altra si allungò per prendere il plasmon dalla mano di mia madre.

-Diciamo grazie alla nonna?-

-Accie nonna-

Felice col suo biscotto decisi di andarmi a sedere sul divano e giocare un po’ con Rose in attesa del biberon. Era favoloso come fossimo già in sintonia, come mi cercasse e io avessi bisogno di lei.

Esme mi richiamò dai giochi con Rose avvisandomi che era pronto il latte e il caffè per gli adulti. Mio padre e Jasper aprirono il seggiolone e cercai di dar loro qualche dritta ma inutilmente.

Come fu possibile poggiai Rose sul seggiolone e andai a chiamare Bella. Dovevano partecipare tutti alla prima merenda di Rose.

E così fu.

Rose bevve il suo "titto" e noi gioimmo della sua presenza. Piano piano si lasciò andare anche con gli altri membri della famiglia, ma andavo fiero di come cercava di continuo sia me che Bella.


Era con noi. Era a casa.