
-Quetta è pette e quetta è pemme…-
La mia piccola Rose giocava con la sua mamma con tanta naturalezza che sembrava esserle cresciuta in grembo e non accolta in casa solo sa da qualche giorno.
Di certo la nostra vita a due era cambiata. Non avevamo più il nostro lettone ma bensì una tenda degli indiani costruita sul nostro materasso da Bella e Rose.
Non eravamo in grado di dirle di no, e così Rose dormiva con noi. E così capii il senso delle docce rubate alle mogli che tanti miei colleghi andavano raccontando. Amare Bella era sempre splendido ma prenderci in cinque minuti era come sciupare l'atto stesso. Così quel pomeriggio, con la scusa di una visita, Rose avrebbe passato il pomeriggio con i nonni, ed io avrei amato la mia Bella come dicevo io.

-Ascoltami piccola Rose…-
I due pugnetti sotto il mento e gli occhi da birichina spalancati ad ascoltare le mie parole.
-… oggi starai con nonna e nonno, la tua mamma e il tuo papà avranno da fare una visita importante e torneranno a casa il prima possibile, da te-
Le sue labbrucce si increspavano in un'espressione mista tra il disappunto e la tristezza della notizia.
-Uhm… quetta cosa non mi pace. No no!-
-Lo so piccola, nemmeno a mamma e a papà piace, ma sono convinto che papà, per farsi perdonare, si fermerà a prenderti un regalino, che ne dici?-
-Uhm… quetta mi pace. Vero papino?-

Risi di questo diavoletto, la strinsi abbracciandola forte a me per poi lasciarla a Bella e al pranzo. Mangiammo assieme ai nonni a casa nostra, Rose faceva un riposino dopo pranzo, così Esme aveva proposto di venire lei ad occuparsi di Rose, lasciando così che riposasse nel suo lettino.
Bella era restia nel lasciarla, così decise di farla addormentare prima di uscire di casa. Era uno spettacolo meraviglioso vederle stese nel nostro letto e coccolarsi a vicenda.
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Non sapevo bene dove, ma sapevo che avevo bisogno di lei, del suo corpo. Così decisi di sorprenderla portandola in un delizioso Bed&Breakfast poco fuori da Seattle. Un'ora di macchina da casa, un'ora di risate nel ricordare le piccole scoperte di Rose e di noi come genitori.
Tutto era cambiato. Come era giusto che fosse. Rose era tutto, anche discorrendo tra di noi in un pomeriggio di libertà, solo per noi, Rose era il centro dei nostri pensieri e discorsi.
-Deve abituarsi, però mi manca-
-Deve sapere che può contare anche sui nonni e gli zii, anche se divento subito geloso delle attenzioni che rivolge agli altri-
"Deve… Ma…" ci aveva stregati. E ci mancava.
-Bella se vuoi possiamo tornare indietro-
-Oh Edward, lo vorrei, ma mi manchi tanto e questa piccola fuga d'amore la voglio!!-
Mi si avvicinò strofinando il suo naso sul mio collo, strofinando le sue piccole mani sulla mia coscia, facendomi rabbrividire dal piacere e pesare sull'acceleratore il piede.
Neanche il tempo di aprire la porta della nostra alcova che fui su di lei, prendendola per i fianchi e issandola sul mio corpo. La volevo sentire, mi mancava. La volevo proprio come lei voleva me.
Ci spogliammo alla velocità della luce aiutandoci a vicenda e boccheggiando tra un sospiro e l'altro.
-Oddio Bella, la tua pelle…-
La carezzai per tutte le sue lunghezze dando al mio tatto piacere a lei e sensazioni forti a me. Ero capace di esplodere anche solo sfiorandola.
-Edward, ti prego…-
-Fammi concentrare Bella è troppo che non ti sento e non riesco a concentrarmi se arrocchi così la tua voce-
La stesi nel letto. I suoi capelli sparpagliati sopra al copriletto. Nuda. Una dea. La mia dea.
-Ehi leone… ci devi pensare?-
Rideva della mia poca resistenza.
-Sei una mina ai miei ormoni Bella. Potrei venire anche solo guardandoti-
E cominciò a giocare. La odiavo quando si prendeva gioco di me.
Le sue mani scesero lungo il suo corpo passando per il seno, fino a scendere sulla sua intimità. Carezzandosi, mi fece venire l'acquolina in bocca ma la lasciai proseguire.
Dapprima leggera la sua mano fino a vederla penetrarsi con due dita; l'altra mano sul suo viso a trattenersi per il piacere. La schiena inarcata e il collo in bella mostra. Il suo corpo cominciava a imperlarsi di sudore fino a che urlò il mio nome gemendo e venendo per me.
Quando si riprese dall'ondata di piacere portò quelle dita alla mia bocca e il suo profumo di donna mi invase tanto da sentire la necessità di assaporarle appieno, portandole alla mia bocca e succhiandole.
Ma resistetti poco. La mia asta pulsava e mentre giocavo con le sue dita la penetrai facendola urlare di piacere. Il mio basso ventre implose dopo poche spinte facendomi riversare tutta la mia voglia in lei.
Mi accasciai su di lei. Provato. Cinque minuti o cinque ore di sesso con Bella erano comunque estenuanti. Provava la mia stabilità fisica e mentale.
-Scusami, non ho resistito-
Le sussurrai le mie scuse mentre lei riprendeva fiato.
-Amore, era troppo e credo che sia giusto di tanto in tanto ritrovare il tempo per noi. Magari cominciando a far usare a Rose la sua cameretta. Che ne dici?-
-Saranno lunghe ed estenuanti lotte-
-Ma che vinceremo se vogliamo continuare ad amarci, non siamo due traditori che si devono nascondere per fare l'amore. E niente è meglio del nostro lettone per amarci-
-Hai ragione, ma hai presente con chi avremo a che fare?-
Ridemmo entrambi della mia battuta.
-Propongo una cosa, le abbiamo promesso un regalo giusto?-
-Si-
-Bene allora che ne dici di rivestirci e correre a corrompere nostra figlia?-
-Oh siiii, suona così magnificamente!!!-
-Proporrei nuovo abitino e magari una bambola dedicata al sonno!!-
-Mi fai impazzire… Sei sexy anche quando parli di bambole!!!-
-Abbiamo ancora cinque minuti maritino mio…. Che ne dici???-
E scivolai in lei. Questa volta non bastarono cinque minuti, e così ci amammo come prima. Con calma, con ardore e con la nostra passione ritrovata.
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Uscimmo dal negozio con quattro borse di regali. l'opera di convincimento di abbandono del lettone cominciava a costarmi un pochino!
Quando entrammo in casa l'uragano Rose fu su di noi. Poggiai le borse in salotto accanto al divano, mentre Bella si stava spupazzando la piccola.
-Esme, grazie mille-
-È un piacere giocare con mia nipote, per cui spero in queste vostre fughe di tanto in tanto!!-
Ed uscì di casa baciando sulla fronte la nipote e strizzandomi l'occhiolino.
Mi andai a sistemare sul divano richiamando l'attenzione di Rose e di Bella.
-Rose, non vuoi vedere i tuoi regali???-
-Tiiii papino!!!-
Oltre al nuovo abitino e alla bambola di pezza le comprammo un'abat jours colorata e con impresse le immagini delle stelle. Ci avevano consigliato di accendere questa lucina quando era il momento della nanna. La luce era abbastanza debole per permetterle di dormire, ma anche di stare tranquilla se si sarebbe svegliata sola nella stanzetta.
-Vedi Rose, la mamma e il papà non riposano bene per cui potremmo dividerci le camere da letto. Tu nella tua, con questa nuova lucetta così bella, io e papà ci accontentiamo della tenda nella nostra camera, che ne dici?-
-Pelò papino può dommile nel mio lettino!-
Le braccia incrociate al petto e uno splendido broncetto.
-Va bene papà dormirà nel tuo lettino con la tua luce-
Sgranai gli occhi. Cavolo stava dicendo??? Ma mi fece l'occhiolino e proseguì.
-Papino perché non provi a vedere com'è bella la lucetta nuova di Rose?-
-Va bene, e magari chissà il lettino sarà anche comodo-
Provai ad assecondare questa follia.
Salii in camera e sistemai l'abat jours. La accesi e poi mi sdraiai sul piccolo lettino. Speravo non cedesse per il mio peso. Mi soffermai a guardare il soffitto come Rose, che affascinata dallo spettacolo di luci si mise le manine davanti alla bocca e cominciò a girarsi attorno.

-Bello papino-
-Si piccola hai proprio ragione, è bellissimo, e da qui lo spettacolo è ancora più bello sai?-
Si girò verso me.
-Papino mi fai plovale?-
-Salta su principessa-
E la feci stendere accanto a me.
-Cledo ploplio che dommilò qua. Le telle tono tutte mie-
-Certo che sono tue principessa-
Le carezzai la fronte e rimasi incantato nel vederla osservare il suo nuovo tetto di stelle e portarsi il suo minuscolo pollicino in bocca.
Restammo così stretti per un bel po’ addormentandoci in quel minuscolo materassino. Ma per nulla al mondo avrei forzato il mio corpo a lasciare sola la mia piccola principessa. Così al dolce suono del suo calmo cuore mi addormentai con lei.
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