Ed eccomi qua...
Capitolino del dottore...
Vi va?
Lo spero!!!
Un argomento delicato...
Spero di trattarlo nel giusto modo...

Quei giorni passarono troppo rapidamente, così come i mesi successivi al matrimonio. La mia favola procedeva mancando però di qualche particolare.
Avevamo provato costantemente ad avere dei figli; la mia ginecologa ci aveva dato il via libera, facendo controlli e visite al rientro dalla luna di miele, ma tutto era stato inutile, tutto sembrava non bastare.
Eravamo in sala d'attesa per l'ennesimo controllo quando ebbi l'illuminazione.
-Tutto questo sta accadendo Edward per un motivo…-
-Quale sarebbe?-
I suoi occhi ultimamente si erano spenti, avevano vissuto tante delusioni ad ogni test negativo.
-Edward, tu mi ami ancora?-
-Certo Bella, che domande fai??-
-Ho bisogno di sapere che potrò contare su di te…-
-Scusa Bella ma mi sembra tanto l'introduzione di una proposta indecente…-
-Lo è, Edward… lo è!!!-
Gli presi quelle splendide mani e lo portai fuori dalla corsia dell'ospedale. Lo feci sedere in una panchina, gli rubai una sigaretta e tossendo me l'accesi.
-Tu sei sano, io pure. Non abbiamo problemi economici. Abbiamo solide fondamenta a darci un tetto e un posto di lusso. Io sto cercando la specializzazione e tu hai un lavoro stabile. I tuoi genitori sono con noi qualsiasi scelta di faccia…-
-...e…-
-...e se nostro figlio non vuole arrivare lo andiamo a prendere noi!-
-Ok Bella hai battuto la testa e stai per avere una crisi precoce di demenza?-
-No, Edward! Seguiamo l'esempio dei tuoi, adotteremo nostro figlio-
-Tu sei pazza, non abbiamo nulla che non va, ci vuole solo tempo. Avremo nostro figlio-
-Edward, lo so. So tutto e so anche che molto probabilmente è solo una questione di accanimento, ma perché escluderci questa possibilità?-
-Bella, amore mio, ci vorranno mesi di carte, controlli e viaggi verso orfanotrofi. Rischia di diventare estenuante per te. Hai appena risolto i tuoi problemi, non se ne parla!-
I suoi occhi fissi cercavano di far chiudere il discorso ma io non volevo.
-Tu sei la prova evidente che tutto può aggiustarsi, che come te ci sono al mondo milioni di orfani che hanno bisogno di essere amati… Edward ascoltami ti prego, informiamoci, vediamo che ci dicono e poi decideremo-
Senza accorgermene ero in ginocchio di fronte a lui, e non so se fu quella posizione o le mie parole ma si convinse a provarci.
-Non diremo nulla a nessuno, sentiremo bene la prassi e vedremo se si può fare, ma in cambio tu domani vai all'Università e scegli la specializzazione, è ora!-
Saltai al collo di Edward felice come una bambina di fronte al giocattolo nuovo. Sarebbe stato un lungo percorso e difficile, ma l'amore ci avrebbe aiutato. So che per Edward era un po’ rivivere qualche dolore dell'infanzia, ma dovevamo provarci, per noi due, per la creatura che avremmo preso con noi.
************************************************


Eravamo di fronte ad un avvocato specializzato in adozioni.
-Dunque, i sigg. Cullen… Comincerei con lo spiegarvi come funziona e farvi qualche domanda, che ne dite?-
-Se serviranno siamo pronti-
Edward strinse la mia mano rispondendo di getto all'avvocato.
-Adottare un figlio deve essere una scelta matura, responsabile e completamente condivisa da entrambi. Vi sentite convinti e preparati?-
-Lo siamo-
Edward questa volta mi guardò intensamente e lasciò a me la risposta.
-Avere un figlio adottivo significa aprire nella propria famiglia uno spazio non solo fisico, ma soprattutto mentale per l’accoglienza di un bambino o di una bambina, generato da altri, con una sua storia, un suo carattere, bisognoso di continuare con i nuovi genitori una sua seconda possibilità di vita. E' fondamentale fare i conti con le possibili problematiche che l'adozione potrebbe portare nella famiglia, ad esempio, le ferite provocate dallo stato di abbandono, il racconto della storia al bambino, l'eventuale differente colore della pelle, se accolgono la domanda da paesi del terzo mondo, c'è da considerare il rischio sanitario. Crescendo potrà incontrare difficoltà scolastiche o di apprendimento, o sarete pronti qualora decida di effettuare la ricerca delle proprie origini?-
-Scusi, ma lei è pro-adozione? No perché mi sembra che ci stia sconsigliando di proseguire-
Le mie mani tremavano ma volevo andare avanti.
-Vede signora Cullen, ogni coppia che desideri rivolgersi al Tribunale, prima di presentare domanda, dovrebbe avere già affrontato e “digerito” tutte queste tematiche. E in questo compito vi aiuto io. Voglio che, una volta intrapresa questa strada, siate più che sicuri di proseguire. Non possiamo decidere con leggerezza, solo per questo insisto-
-Ha ragione avvocato, e fa bene ad illuminarci su tutto. Possiamo prenderci qualche giorno per pensarci bene?-
-Certo, dovete anche considerare il fatto che queste pratiche vadano per le lunghe. Ponderate tutto, vi lascio il mio numero di cellulare e quando siete pronti mi chiamate. Vi prego di chiamarmi anche per chiarire qualsiasi vostro dubbio, mi raccomando, non lasciate che le incertezze vi assillino-
-Grazie avvocato e spero di rivederla presto-
Volevo vederlo presto, volevo andare avanti in questo difficile cammino.
************************************************


-Hai paura Edward?-
Eravamo in sala, sdraiati sul divano a riflettere un po’ sulle parole dell'avvocato.
-Tanta-
-Ci sono qui io con te-
-Tu sei già avanti un passo a me rispetto alla decisione-
-Aspetterò la tua di decisione-
-Grazie amore mio-
Mi abbracciò e mi lasciai cullare su quel comodo divano. Quando mi svegliai mi trovai nel mio lettone, ma sentivo la sua assenza. Alzai la testa e lo vidi in terrazza appoggiato al balcone che fumava la sua sigaretta.
-Ehi…-
-Bella, ti ho svegliata?-
-Si, sentivo freddo senza te-
Mi aggrappai alla sua vita e lo strinsi più forte che potevo.
-Ho paura Bella; ho paura di rivivere i dolori passati, sono un fifone ma non ce la faccio-
-Oh Edward scusami, non pensavo di darti tutta questa pena-
-Non è colpa tua, ma devo solo pensarci un po’ e non so se sarò lo stesso nei prossimi giorni affrontando tutto questo-
-Aspetterò Edward, ma tu chiamalo l'avvocato se hai dei dubbi, oppure potresti ricorrere ad uno psicologo per farti aiutare-
-Ci penserò promesso, ma ora Bella portami a letto, ho voglia di mia moglie-
Ci perdemmo nei nostri baci fino a sfinirci e crollare sudati tra le lenzuola dopo aver consumato il nostro amore e un po’ di quel dolore che Edward credeva di avere nel cuore. Ero sicura però che tutto questa sua paura fosse solo chiusura nei confronti del suo breve passato doloroso.
La mattina mi svegliai e approfittai del fatto che Edward dormisse ancora per scendere a preparargli il caffè e infilarmi al volo sotto la doccia.
Quando uscii dalla doccia il mio uomo ancora dormiva, preparai il vassoio e ci misi sopra una rosa, quella che portava il mio nome, quella che Edward mi aveva dedicato.
Poggiai il vassoio sul letto. Mi accoccolai a lui e soffiandogli nell'orecchio lo svegliai.
-Amore….. sono le otto, svegliati…-
Mugugnava come un bambino piccolo, allora lo abbracciai come una mamma abbraccia il proprio bambino.
-Su cucciolo, svegliati…-
Non dava segno di vita.
Scansai il vassoio per terra e mi intrufolai sotto le lenzuola. Conoscevo un paio di giochetti da usare per farlo svegliare. Mi sistemai tra le sue gambe. Abbassai i suoi boxer e cominciai a baciare il suo basso ventre. Come tutte le mattine, come tutti gli uomini, godevo di un vantaggio: la sua erezione mattutina. Così ne approfittai, baciandolo e stimolandolo.
-Oddio Bella, ricordati di usare questo metodo ogni qualvolta mi vorrai convincere o farti perdonare qualcosa, perché sono in paradiso…-
Sorrisi alle sue parole ma proseguii con il mio personale risveglio. Sentii le sue mani cercare la mia testa, e mentre provava a darmi il ritmo mi divertii a torturarlo, baciandolo, leccandolo e morderlo.
-Dio mio… Dimmi che non sto sognando…-
Spostai le mie mani risalendo il suo torace fino al petto, massaggiandolo mentre la sua asta turgida e pulsante continuava ad entrare ed uscire dalla mia bocca.
-Bella, ti prego…-
Allontanai le mie labbra dalla sua punta…
-Devo smettere?-
-No amore mio, non smettere mai…-
-Allora zitto e godi-
Tornai alla mia punta preferita, la ingoiai di nuovo, aumentai il ritmo sino a sentirla pulsare e irrigidirsi prima di esplodermi in bocca tutta la sua voglia. Il suo corpo inarcato tremava a ritmo della vena sulla sua asta che stavo leccando. Era eccitante ed era facile fare certe cose per mio marito. Quando lo sentii più rilassato mi issai dalle sue gambe e mi sdraiai accanto a lui.
-Cosa ho mai fatto per meritarmi tutto questo?-
-Non ti svegliavi e devi andare in clinica stamattina-
-Che ora è?-
-Le otto e un quarto dottorino mio!!! E il caffè ormai freddo…-
-Anche il caffè mi hai portato?-
-Aspetta-
Mi girai dal lato mio del letto e mi sporsi per raccogliere il vassoio.
-Per te…-
-Grazie amore mio…-
E finalmente vidi su quel bellissimo volto un sorriso sereno.

************************************************

************************************************
Nessun commento:
Posta un commento