lunedì, giugno 25

Capitolo 42 - Giorno di festa



 
Ci siamo il gran giorno è arrivato
loro sono pronti e voi???
Ci leggiamo in fondo!!!




Il sole scalda il mio viso, l’abito chiaro che indosso, il patio addobbato a festa.
 
-Solo le nostre rose, Edward-

L'unica richiesta di Bella a tutta quella follia; l'unica cosa che aveva richiesto era comunque qualcosa che rappresentava me….le mie rose…..la mia rosa….Bella, quasi quanto la mia Bella.

Una dello stesso colore sul collo della mia giacca, il suo nome nel mio fiore ed il nostro fiore ad attorniare la nostra festa.

Era arrivato il giorno.

Non avevo atteso molto.

Ma era arrivato.

Avevo esasperato tutti con la mia folle scelta.

Non era il mio solito modo di comportarmi.

Ma volevo lei…..Mia…..Per sempre.

Il rumore del portone centrale che si apriva catturò la mia attenzione.

Un uomo. Un'ombra in controluce. Poi a poco a poco la figura divenne conosciuta. Gli stessi occhi color del cioccolato della mia donna, paurosi e timorosi proprio come l'avevo sorpresa ad osservarmi in quel salone pieno di gente. Profondi e sinceri, anche nella paura.

Testa bassa e piccoli passi.

Toccava a me raggiungerlo.

D'istinto le mie braccia aperte.

-La mia famiglia è al completo-

-Edward, non sarà tardi?-

-Oh Charlie, hai reso la giornata perfetta a me e vedrai che sarà la stessa cosa per lei. Sta per scendere, ti consiglio di raggiungerla e rubarla alle braccia di mio padre-

-Grazie Edward-

-Ti sta aspettando Charlie-

-Sig. Swan sono Esme, la madre di Edward, venga l’accompagno da sua figlia-

Mia madre pronta lo prese sotto braccio e si diressero alla villa di Alice.

Tornai al mio posto, alle scale del patio, dove anche mia madre ritornò.

-Bella?-

-Dalle il tempo di asciugarsi le lacrime-

-È arrabbiata?-

La mia voce si alzò di qualche tono e richiamai l'attenzione degli invitati, fortunatamente non abbastanza affinché comprendessero le mie parole.

-Piange di gioia, si deve calmare, qualche ritocco del trucco e sarà qui con te-

Le mie mani cominciavano a sudare. Dovevo cercare la calma. Dovevo trovare la lucidità per ricordare ogni singolo istante di questa nostra giornata.

____
Una musica dolce e lenta, una cadenza rallentata e la porta della villa di Alice aprirsi.

Alice, splendida come sempre, vestita in rosso, con in mano il suo bouquet di rose bianche.

Charlie in abito scuro e l'aggiunta di una rosa all'occhiello.

E poi lei.



Come se fosse avvolta in un alone di luce porse il braccio a Charlie per essere accompagnata a me.

Capelli morbidi, grosse onde e solleticarle le guance leggermente arrossate, occhi lucidi ed emozionati, labbra rosso fuoco. I capelli le ricadevano sulle spalle lasciate volutamente scoperte per sfoggiare l'eleganza di quell'esile corpo.

Una nuvola di tulle e raso nera. Il suo pallore in contrasto con il colore dell'abito creava una specie di luce artificiale.

Lei risplendeva.

Lei era luce.

Lei era di una bellezza unica.

Lei era mia.

In quel momento visualizzai ogni singola ragione che mi portava a quel giorno. L'amore improvviso nato per scommessa o per gioco se vogliamo, trasformato in qualcosa di grande e forte. La vita in quei pochi mesi passati assieme non ci aveva lasciato respirare neanche un giorno, ma tutto ciò che avevamo vissuto ci aveva portati qui a questo altare a pronunciare promesse d'amore eterno. Erano solo parole, ma davano voce al nostro amore così forte. Due anime fragili, la sua coperta da uno strato di polvere che la vita le aveva addossato e che nessuno aveva scrollato, la mia… una vita fatta di lavoro e studio per paura di sentimenti e delusioni. In entrambi c'era l'ombra dell'abbandono. Per motivi diversi ma aveva fatto parte del nostro percorso di vita. E ora unendo le debolezze avevamo provato l'una all'altro che insieme eravamo forza. Non c'era paura nei nostri sguardi, c'era emozione per qualcosa che diveniva reale davanti a Dio, davanti alle nostre famiglie. L'arrivo di Charlie le aveva aperto il cuore ancora di più, lo leggevo nel suo sguardo, nel suo gesto di possesso verso un padre di cui aveva avuto bisogno e che ne avrebbe ancora avuto. E lui era li con lei, stavano avanzando verso di me.

La mia tensione svanì in un attimo, guardarla felice dopo tante disavventure, sapere che il suo piccolo e contorto mondo sarebbe tornato a posto. Avevamo posato le fondamenta per una vita a due già quella prima notte in hotel, due sconosciuti che si tuffavano l'uno nell'altra senza sapere nulla ma come per magia era divenuto insostenibile stare separati. E così oggi avremmo coronato il nostro sogno.

Ogni suo passo verso me faceva accrescere la mia voglia di correrle incontro e stringerla tra le mie braccia, ma la scena ora era la sua, doveva venire a me, un passo alla volta accompagnata da suo padre affinché proprio lui l’affidasse a me.

Mia madre mi scosse dal torpore cercando di farmi avanzare verso Bella. Un paio di passi ancora e le nostre mani furono una sull'altra.

Uno sguardo a Charlie e ai suoi occhi commossi.

Uno sguardo a mia madre che si prese in carico Charlie.

E tornai sulla mano della mia sposa.

Alzai gli occhi e li trovai riflessi nei suoi.

-Sei da togliere il fiato Bella-

-Anche lei Dr. Masen-

Mi sorrise e mano nella mano ci avvicinammo all'altare improvvisato dove Padre Cullen ci attendeva per benedire il nostro amore.

La funzione fu breve. I nostri nomi detti in punta di labbra, le promesse quasi sospirate per la paura di infrangerle ancora prima che venissero espresse.
La sua emozione tradita da un continuo tremolio. Le nostre mani unite servivano anche nel sorreggerci a vicenda. Era un gesto dovuto per la cerimonia ed ero certo che se ci fossimo staccati saremmo caduti a terra entrambi. Ma quel gesto così semplice era lo specchio per il nostro futuro. Il passaggio verso la conferma di una vita a due così tanto voluta da non poter aspettare.



-Vi dichiaro marito e moglie, può baciare la sposa-
 
L'anziano prete ci benedì e mi permise di avvicinarmi alla mia rosa. Feci miei quei petali rossi, feci mia la MIA donna. Possesso e amore, in quel primo bacio tra moglie e marito.
 
-Sei mia-
 
-Sei mio-
 
E gli applausi si levarono tra gli invitati.


_____

 
-Signora Masen è stanca?-

Mi rivolsi alla mia sposa, il suo sorriso era quasi una paresi ed era qualcosa di indescrivibile per quanto era bello. Vederla ridere, ballare, scherzare e raccontare aneddoti su di noi; ancora di più vederla ballare col padre, un momento in cui tutta la mia famiglia si fermò ad osservare la scena e per paura di rovinare l'atmosfera di quel ballo sembravano tutti trattenere il fiato. Volteggiarono per la pista, la mia Bella guidava il padre in un walzer improvvisato. Vederla emozionarsi e piangere di gioia mi fece ben sperare per il loro futuro. Avrei tanto voluto che Charlie facesse parte della sua quotidianità, qualcuno in cui si riconoscesse. La mia famiglia adorava Bella e l'aveva "adottata" da subito, ma suo padre c'era e doveva rimanere nella sua vita.

-Solo un pochino-

-Vuoi salutare tutti e andare a stenderti?-

-Non ci penso neanche, ci attende una lunga notte-

-Mi darai l'onore di toglierti l'abito?-

-Se lo farà con modi gentili dottore potrà levarmi tutto-

Non ebbi il tempo di risponderle che Alice venne a chiedermi un ultimo ballo.

-Vai amore, rendi felice tua sorella, in fondo glielo devi visto quello che è stata in grado di organizzare-

Aveva ragione.

Presi sotto braccio la mia piccola Alice e le permisi di ballare con me un paio di canzoni, tanto per renderle quel poco di gratitudine che le dovevo.

-Alice grazie-

-Sei felice Edward?-

-Che domande Alice…-

-Rispondimi-

-Certo, se potessi urlare lo farei per far capire a tutti che ho trovato il mio posto al mondo, che sono completo-

-Non ometterglielo mai, ogni tanto ricordaglielo-

-Va bene-

-Sono felice per voi fratellone-

Non le risposi ma la presi in braccio abbracciandola forte e facendola volteggiare più volte. La posai a terra, rideva e non riusciva a stare in piedi, così mi lasciai andare accompagnando la sua risata. Quando tornammo a posto vidi mia madre commossa e Bella trattenere le mani sui suoi splendidi occhi.

-Tutto bene anima mia?-

-Certo Edward-

-Stai piangendo-

-È bello vederti nei panni del fratellone-

-È bello vederti come mia moglie-

-Bella, Edward posso salutarvi?-

Charlie stava per andarsene, il viso di Bella si incupì subito.

-Bella, grazie per avermi accettato oggi qui con te, con voim Edward- disse rivolgendosi a me -Avevo paura a varcare quel portone, ma era mio dovere di padre farlo-

-Fallo più spesso papà-

Bella si buttò tra le braccia di suo padre.

Erano nella loro bolla e mi feci da parte, era il loro momento, così mi distrassi facendo ballare mia madre, non volevo essere di intralcio ai loro discorsi.

-Come ti senti figlio mio?-

-Bene mamma, pensavo alla gioia di Bella in questo momento-

-E alla tua non ci pensi mai?-

-Con Bella sono felice, e oggi ho coronato il mio sogno-

-E io il mio di madre nel vederti così felice-

Ballai con lei, con mia madre.

____


 
Salutammo gli ultimi ospiti che stavano lasciando Casa Cullen e ci accomodammo accanto a mia sorella e a Jasper.

-Che giornata fantastica-

-Bella sarai sfinita-

Alice e la sua deformazione professionale. Le tocco il polso misurandole i battiti.

-Edward direi che puoi portare la tua sposa a riposare-

Mi allungò una busta.

Aprendola notai una chiave e un biglietto scritto a mano.

"Per una lunga e serena vita a due.
Che la prima notte possa rimanere nei vostri ricordi indelebili.
Felicitazioni
La Vostra Famiglia."

-Piccola, che ne dici di andarci a cambiare? Cambio di programma per la notte-

-Che dici Edward, fammi leggere-

-Platinum Wedding Package al Four Season a Downtown-

-Non ci credo!!!-

Bella saltava come una bambina davanti all'albero di Natale la mattina del 25 Dicembre.

-Credici cognatina, una settimana Edward non una notte, non vi decidevate sul viaggio di nozze, così vi abbiamo regalato un assaggio di quello che potrete fare soli soletti!!-

Era nelle mie possibilità, ma avendomi aiutato nell'organizzazione del matrimonio non pensavo avessero deciso di regalarci altro.

-Edward, le valige!!!-

Bella correva in quella nuvola di tulle e sembrava d'improvviso rinsavita dalla stanchezza dell'intera giornata.

Salimmo in casa, facemmo la valigia ed in mezz'ora fummo di nuovo in giardino.

-Voglio arrivare in hotel con il mio splendido abito da sposa-

-Quello che desideri piccola-

-Mi hai promesso di levarmelo tu!!!-

-Vero-

-Andiamo-

-Andiamo-

Bella era in estasi, non si teneva, relax, massaggi e piscina, tutto questo per un'intera settimana. Stentavo anch'io a credere del regalo ricevuto. Avevano avuto una splendida idea e avremmo goduto a pieno del loro regalo.


Una volta in giardino caricammo tutto in un taxi che Alice ci aveva chiamato. Ringraziandoli ancora li lasciammo con la promessa di non farci sentire per un'intera settimana.










1 commento:

federobi ha detto...

bellissimo capitolo e tanto che ti aspettavo e sicuramente ne è valsa la pena .
Ciao e alla prossima .