lunedì, maggio 7

Capitolo 41 - Folle d'amore


Buona sera malatine...
Di nuovo qua...
Mi piego ma non mi spezzo,
e voi vi meritate il vostro dottorino...
Buona Lettura!!!
P.S. Siamo anche qua...
Per qualche CAZZATA in più...
Il mondo fuori è troppo serio e impariamo
a prenderci un pò meno sul serio!!!


 
__oO°°Oo__






La vedevo nervosa, agitata ed insolitamente taciturna. Era passato un mese circa dalla mia discussione con Charlie e siccome tra padre e figlia nessuno dei due si decideva a fare la prima mossa, una mattina, mentre ero nel mio studio, mi decisi a chiamare il sig. Swan.

-So che molto probabilmente sono l'ultima persona che vorrebbe sentire ma amo sua figlia ed in questo momento ha bisogno di lei, di sapere che su suo padre può comunque contare-

-E tu conosceresti abbastanza mia figlia da sapere che vuole? Tra qualche tempo deciderai anche cosa dovrà indossare?-

-Se avrà bisogno di un consiglio le sarò accanto ma non è questo il punto-

-Ah no?-

-No, Sig. Swan, io voglio sposare sua figlia e lei mi ha già detto di si. Ora però vorrei che il suo sogno di avere suo padre che l'accompagna all'altare si avveri e nessuno di voi due sta cedendo alla voglia di entrambi di incontrarvi, per cui mi intrometto. E mi permetto di farlo perché per me nulla conta di più della gioia di sua figlia e la lontananza da suo padre, in questi giorni, è la cosa che la sta facendo più soffrire. Ha superato tanti dolori e la cosa che sembra meno dolorosa, e cioè sposarsi, è diventata di poca importanza. E sa il perché? Perché non c'è suo padre con lei ad organizzare il suo giorno speciale. Solo per questo le chiedo di fare il primo passo verso sua figlia, una donna speciale che merita solo d'essere amata. Una donna dal cuore immenso e sono sicuro che lei saprà riconoscersi in questo. Glielo deve, per gli anni persi, per battaglie che ha affrontato da sola. Glielo deve!-

Dall'altra parte della cornetta ci fu solo silenzio per qualche minuto e poi il sig. Swan riattaccò.

Improvvisamente la certezza di aver fatto la cosa giusta per Bella si frantumò in pochi secondi. Quel suono al di là della cornetta mi fece molta paura.

______


 
Quella mattina di primavera Bella, sdraiata nel nostro letto, ancora riposava. Un angelo stropicciato tra le lenzuola. Lenzuola troppo caste da tempo. Mi mancava il suo corpo. Ci amavamo forse più di prima ma il non sentirla mia fisicamente mi distruggeva, erano giorni di lunghe docce e pensieri assolutamente casti per non peggiorare la situazione.

Mi avvicinai al letto.

La cosa più bella al mondo era quella di poterla toccare. La paura di perderla era folle e realizzare invece che era qui con me era paradisiaco. Sfioravo le sue gambe lisce con i polpastrelli, concretizzando la veridicità della nostra vita a due. Era con me. voleva stare con me.

-Se mi guarda in quel modo dottorino mio non so resisterle…-

La sua voce bassa impastata dal sonno risvegliò ogni mia pulsazione. Lei se ne accorse, ridendo in modo un po’ imbarazzato.

-Edward, sei il mio uomo speciale e sono fiera di queste tue reazioni…-

-Bella scusa, non voglio che tu pensi che voglia metterti fretta o abbia solo quello in mente…-


 
-Vieni qui-

Nello sdraiarmi accanto a lei strofinai il mio corpo sul suo.

-Tu sei sempre pronto per la tua malatina preferita vero?-

-Bella se fai così è un casino e non rispondo di me-

-Ma io voglio che tu ti prenda cura di me-

Le sue dita scendevano dal mio petto sino alla pancia dandomi brividi ed eccitazione.

-Bella…-

-Shhh… Edward spogliami…-

Il mio cuore cominciò a tamburellare a mille.

-Non è meglio aspettare ancora qualche giorno?-

Il suo corpo si irrigidì, anche se lo spazio tra noi non c'era la sentivo allontanarsi da me, gli occhi suoi bassi, il suo sorriso malizioso si spense subito.

Presi il suo mento e lo tirai su tanto da incrociare il suo sguardo con il mio. La fissai a lungo e in modo intenso, solo per farle capire quanto fosse al centro di ogni mio desiderio.

-Bella, non voglio farti del male o costringerti-

-Edward, io ti voglio, mi manchi troppo-

-Ti manco amore mio?-

-Da morire…-

-Posso provare ad amarti e a farti mia di nuovo?-

-Si Edward te ne prego…-

Dovevo stare calmo, amarla con dolcezza e vedere come avesse reagito ad ogni mio tocco.
 
Era passato solo un mese dall'intervento, il suo corpo era rimasto inviolato da prima di quell'evento, non sapevo se potevo toccarla, se avrebbe gradito le mie mani. Ma fu proprio lei a togliermi da ogni dubbio.

Le sue mani coprirono le mie e le fecero aderire alla sua pancia.

-Ora continua tu Edward…-

Le mie mani sul suo ventre risalirono sino al suo seno per poi soffermarsi su quelle dolci colline che tanto mi mancavano.

Giocare con la sua pelle, sentirne il profumo, gustarne il sapore, era qualcosa di incredibile e solo ora rendevo conto di quanto mi fosse mancato tutto questo.

Nel frattempo le sue dolci mani mi stavano spogliando della biancheria per rimanere dopo tanto tempo di nuovo nudi e a stretto contatto.

Le assaggiai con la mia lingua ogni centimetro di pelle fino ad arrivare a quei piccoli quattro segni. Cicatrici di un'esperienza devastante per lei e dilaniante per me. Le baciai in modo dolce, erano lì su quello splendido corpo ad ornarlo, a ricordarci giorno dopo giorno che anche quell'esperienza faceva parte della nostra vita.

-Edward non posso aspettare oltre-

Non me lo feci ripetere una seconda volta, mi posizionai tra le sue gambe, le afferrai le mani portandole sopra la sua testa, reggendomi sui gomiti feci aderire il mio bacino al suo.

La fissai con lo sguardo attendendo il permesso ad entrare in lei. Mi sorrise anche con gli occhi, aspettava me.

Lasciai le sue mani per afferrare la mia erezione e accompagnarne l'ingresso in lei.

Come fummo a contatto il suo collo si irrigidì incurvandosi e portando il suo mento più vicino alle mie labbra, leccai la sua pelle. Era vaniglia, era fruttata, era il suo sapore e mi era mancato terribilmente.

Cominciai a spingere dapprima piano piano, la mia mano aggrappata al suo fianco e le sue gambe a stringersi sui miei fianchi.

-Dimmi se ti faccio male Bella…-

-Continua, ti prego. Fammi tua-

E lasciai che la passione ci guidasse. Due corpi divenire uno unico, due anime ferite che cercavano di curarsi a vicenda. Era la mia vita, era il mio amore, era il mio "per sempre".

_____

-Come stai piccola?-

-Bene Ed, mi sei mancato troppo in queste lunghe settimane-

-Non succederà più amore mio-

-Giuramelo-

-Te lo giuro piccola. Però, devi rispondere di si ad una proposta-

-Ricattatore!!!-

Si girò di spalle fingendo d'essere offesa, ma resistette due secondi. L'abbracciai forte a me.

-Sposami-

-Edward ti ho già detto di si-

-Sposami questa domenica-

Si voltò di scatto verso di me.

-Tu sei folle. Come puoi pensare di fare tutto in quattro giorni?-

-Ti fidi di me?-

-Certo, ma neanche Alice riuscirebbe a fare tutto in quattro giorni-

-Sei sicura?-

-Di cosa?-

-Che Alice non riuscirebbe…-

-No, no! Su di Alice posso sempre scommettere e vincere ad occhi chiusi, ma come si fa a fare tutto?-

-Tu dimmi di si e fatti solo trovare all'altare domenica-

-Folle-

-Di te-

-Edward, ci sono mille cose da fa…-

La fermai con uno di quei baci da togliere il fiato. Rimanemmo a coccolarci a lungo nel letto e dopo averla accompagnata a fare la doccia, la lasciai godersi il calore di un bagno di vapore che l'avrebbe rimessa al mondo. 



Io scesi a preparare la colazione e presi il cellulare…….Alice.

-Ehi sorellina, abbiamo una data-

-Ah si!??!?!-

-Domenica-

-Domenica quale?-

-Questa-

-Questa???? Ma tu hai una vaga idea delle cose da fare?-

-Pochi intimi quindi pochi preparativi-

-Il padre di Bella?-

-Spero ci sia-

-Capisco-

-Mi aiuti sorellina?-

-Certo fratellone, dubitavi??? Oggi pomeriggio potrei passare da casa in pausa pranzo e stabilire un paio di cose con Bella, tu lavori?-

-Si, oggi sarò in clinica tutto il giorno, ma tu organizzati con Bella. È lei che conta, non io-

-Poi stasera ti aggiorneremo su tutto!!!-

-Si folletto, a dopo-

-A dopo folle!-

Sorrisi alle parole di Alice……folle. Lo ero in fondo…. Si, lo ero proprio. Mi mancava Esme da chiamare. A lei il compito di chiamare Padre Edward Cullen, un loro cugino inglese, da poco trasferito negli States per ricongiungersi con la famiglia. Esme mi aveva raccontato di lui e della possibilità di poter officiare lui la funzione del nostro matrimonio.

-Mamma-

-Buongiorno figlio mio, tutto bene?-

-Si mamma, anche se ti chiamo per un favore-

-Dimmi-

-Domenica sarà il gran giorno-

-Oddio Edward, ma tu sei folle-

-Che è vi siete messe d'accordo voi donne di casa Cullen???-

-Vorrà dire che un fondo di verità ci sarà, no??? E come mai così in poco tempo?-

-Mamma voglio che sia mia, non posso più aspettare-

-La tua solita impazienza-

-Ora, stabilito ciò, posso chiederti il favore?-

-Certo, di che hai bisogno, oltre che ad un miracolo?-

-Ho bisogno che tu mi metta in contatto con il vostro cugino sacerdote, Padre Edward. Voglio che sia lui a sposarci-

-Va bene figlio mio, lo chiamerò subito, così valuteremo con lui che ci siano tutti i documenti a posto, ti chiamo io più tardi-

-Grazie mamma-

Preparai il vassoio e corsi in camera, poggiai tutto sul letto e andai a recuperare la mia Bella. Stava cantando a squarcia gola dentro al box doccia. Non la vedevo tanto era aumentato il vapore. Bussai al vetro e lei sorridente più che mai si affacciò.

-Vieni piccola il caffè è pronto e voglio far colazione con te prima di andare in clinica-

Le porsi l'accappatoio e quando vi si fu avvolta la presi in braccio e la portai sul letto, il nostro letto.

-Ho chiamato mamma ed Alice; mamma si occuperà del parroco, ricordi quel parente di origine inglese sacerdote? Vorrei avere lui. E poi in pausa pranzo Alice ti raggiunge per decidere i dettagli dei quali mi informerai questa sera. Che ne dici?-

-Certo amore mio-

Era raggiante, serena, ed era uno spettacolo agli occhi.

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