mercoledì, aprile 18

Capitolo 40 - Difendiamolo...


Buon pomeriggio Malatine!!!!
Nuovo Aggiornamento del Dottorino che tanto amate!!! 
Siete pronte all'incontro/scontro Edward Charlie???










-Sig. Swan, posso chiederle di seguirmi fuori?-

-Edward posso partecipare anche io al vostro chiarimento…-

La mia piccola e il suo sguardo impaurito.

-No piccola, tu devi stare tranquilla e non agitarti. Devo solo dire un paio di cose a tuo padre e poi verrò da te.-

Tirò le labbra in una smorfia ma non rispose.

Mi voltai verso Charlie e gli feci cenno di precedermi al di fuori della stanza di Bella. Mi guardò dritto in volto pensando di intimorirmi, ma per Bella avrei sostenuto il mondo intero. E lui, un ometto disarmato, che era stato una concausa al dolore di Bella doveva solo essere rimesso sui binari. Voleva fare il padre? Bene. Avrebbe ricominciato da capo, riconquistando il cuore della figlia. Io lo sapevo bene. Il cognome che si porta è importante solo se dietro c'è un porto sicuro, braccia pronte a scaldarti o un tetto sotto cui ripararsi dal mondo.

Lui non lo era stato.

Lui lo voleva fare solo ora, quando Bella stava riuscendo a lottare con i suoi demoni.

Usciti dalla stanza socchiusi la porta.

-Signor Swan, io non so nulla di lei come lei non sa nulla di me. Mi permetta di dirle un paio di cose prima di farla parlare.-

Un uomo piccolino, di mezza età, dei baffi a coprire il ghigno sul volto e forti braccia incrociate sul petto a rimarcare la rabbia e il nervoso per la situazione incompresa.
























-Ho conosciuto sua figlia qualche tempo fa. È stato amore a prima vista. È stato tutto così veloce da travolgerci ed avere paura di perderci in tutto questo. Ma non si tratta di una semplice cotta. Non è un colpo di fulmine, davvero. E’ più … uno spostamento di gravità. -

-Tu non sai nulla di lei, come puoi essertene innamorato. Tu non conosci la mia Bells…-

-Charlie avrei un paio di obiezioni se mi permetti.-

-Ti sei già permesso oltre…-

-Non ho mai mancato di rispetto a sua figlia e, se mi arrabbiassi con lei, lo farei ora per la prima volta e non mi va. Bella era sola, stanca e sfiancata dalla vita. E lei non c'era accanto a sua figlia. Ma non andrò oltre, non la conosco Charlie. Non so perché improvvisamente si è ricordato di essere padre. Ebbene sì, ora è stesa su un letto d'ospedale, e in parte è stato per colpa mia, del mio amore. La amo. La amo più di ogni altra cosa e farò di tutto perché lei accetti questo fidanzamento e l'accompagni all'altare. Sì, perché senza di lei Bella non sarebbe felice.-

-Nessuno ti ha insegnato che ci sono anche opinioni diverse dalla tua?-

-Non quando so di aver ragione signor Swan.-

-Ah si??? E chi ti dice che hai ragione?-

-Lo stato in cui era sua figlia. La devastazione contro cui ha lottato in questi mesi. L'assoluta incapacità di aprirsi al mondo che aveva quando l'ho incontrata. La sua abilità e intelligenza piegate ad un lavoro misero che non le permetteva la stabilità e la sicurezza di un posto in dove dormire… Devo continuare?-

-Fermati…-

-Bene, quindi posso continuare col spiegarle ciò che è sua figlia per me?-

La testa bassa, la smorfia sul viso di quell'uomo nascosta dai baffi, gli occhi lucidi, le spalle sconfitte. Il suo silenzio era tale e quale a quello di Bella, celava la consapevolezza dei propri errori Sapeva benissimo che le mie parole erano verità.

-Signor  Swan, sua figlia è la mia vita, è il mio tutto. Quando l’ho vista, all’improvviso non è stata più la Terra che mi ha tenuto attaccato a sé. E’ stata lei e niente per me conta più. Per lei farei qualsiasi cosa, per lei sarei qualsiasi cosa, tutto ciò di cui ha bisogno, che sia un protettore, un amante, un amico, o un fratello. E lei si è affidata a me. Capisce la portata del nostro amore? Come può chiederci di separarci, ne morirei come ne morirebbe Bella.-

Lui non proferì parola. Mi fissò con i suoi occhi color cioccolato, gli stessi di Bella, gli stessi capaci di trasmettere ogni sensazione al solo battito di ciglia. Leggevo dai suoi sconfitta, paura e delusione ed ero più che sicuro che fosse tutto riferito a se stesso e alle mie parole. Un fallimento dopo l'altro come padre.

-In quel letto signor Swan ci sono anche io. Si è spezzato il nostro cuore, la gioia più grande che potevamo condividere si è trasformato in un dolore immenso e nella paura di non ritrovarsi.-

Mi fermai per prendere ossigeno. Poggiai le mie mani sui miei fianchi e fissai il soffitto. Dovevo farmi forza per tutto quello che stavamo vivendo e il non piacere al padre di Bella non aiutava la situazione.

-Edward datemi tempo. Saluto mia figlia e poi devo pensare.-

Lo fissai cercando di capire cosa lo frenasse ancora.

-Prego. Non la lasci sola a lungo, ha bisogno della sua famiglia.-

-Lo so.-

Lo guardai entrare nella stanza. Ero sfinito, non avevo più forze. Attesi in corridoio che si salutassero. Passò quasi un'ora e poi, quando Charlie uscì dalla stanza, neanche mi guardò andandosene direttamente. Inspirai a pieni polmoni e entrai in camera.

-Piccola…-

Si voltò lentamente. Era serena, anche se mi aspettavo fosse più arrabbiata nei miei confronti per aver affrontato suo padre.

-Qualsiasi cosa tu gli abbia detto lo ha ferito abbastanza da farsi  un esame di coscienza e chiedermi scusa per essere stata abbandonata.-

-E…-

-E deve ragionare un po’ su di te e sulle tue parole.-

-Ah sì???-

-Sì, mi ha detto che hai avuto polso, che sei stato fermo e deciso nel fargli capire le tue intenzioni. Che vorrebbe esserci stato per affrontarti e risponderti a tono, ma non avendo vissuto sua figlia non avrebbe potuto farlo.-

-Non volevo essere duro con lui, ma dovevo difendere il nostro amore.-

-Difendilo sempre Edward.-

-Certo amore mio. Sempre.-

Mi sdraiai nel letto con lei.

-Piccola vado a firmare la dimissione, così ti porto a casa.-

-Aspetta un attimo Edward…-

-Che c'è?-

-Giurami che andrà tutto bene…-

-Non posso giurare, ma ti prometto piccola mia che non starai sola mai più e che lotterò per noi.-

L'abbracciai forte e sentii i suoi sospiri spandersi sul mio petto.

-Non aver paura piccola. Sono qui con te.-

Le alzai il volto carezzandole le guance.

-Nessuno ci dividerà, neanche tuo padre. Devi solo crederci ok?-

-Ok…-

-E ora vado a firmare quei fogli. Poi facciamo la valigia e usciamo di qua…-

-...Ehi tocca a me pensare al bagaglio!!!-

Eccolo il nostro folletto…

-Alice…-

-Bella come ti senti?-

-Pronta ad uscire…-

-Ti preparo io il bagaglio, tu cambiati e poi vai a firmare la dimissione con Edward.-

____


Il percorso verso casa fu celere. La mia Bella era appoggiata al sedile e da quanto era dimagrita sembrava ci sparisse. I suoi occhi fissi sull'orizzonte erano finalmente sereni. Le sue mani giocavano tra loro in piccoli tic.

-Tesoro tutto bene?-

-Uhm?-

-Ti vedo fissa nei tuoi pensieri?-

-Pensavo a mio padre-

-Ne vuoi parlare?-

-Sai oggi dopo la chiacchierata con te l'ho visto veramente avvilito.-

-Pensi che abbia esagerato? Io volevo che capisse che la nostra non era una cottarella, ma che ti amo sul serio…-

-No Edward, certe cose andavano dette, spero solo che le elabori nel modo giusto. Io e lui siamo molto simili. E so che quando mi sento ferita non riesco a ragionare lucidamente.-

-Vuoi chiamarlo? Se vuoi possiamo invitarlo a casa nostra…-

-No Edward, ha bisogno di tempo. E anche io. Devo trovare le risposte alle mille domande che ho nel cuore e affrontarlo ora non sarebbe facile per me.-

-Come vuoi piccola. Ogni tuo desiderio è un ordine…-

-Sai cosa vorrei Edward più di ogni altra cosa?-

-Dimmi ed esaudirò ogni tuo desiderio…-

-Ferma la macchina.-

-Qui, ora?-

-Si… Ora…-

Accostai al marciapiede. Bella scese dall'auto e cominciò a camminare verso il parco urbano distante pochi metri dalla strada.

-Corri pelandrone…-

Chiusi la macchina e mi voltai cercandola con lo sguardo. Stava correndo verso il giardinetto. All'improvviso la sua corsa terminò. Le mani in avanti sulle ginocchia, il suo corpicino piegato in avanti. Corsi verso di lei.

-Tutto bene piccola?-

-Si… Edward… Ho solo… Esagerato… Un po’…-

-Mi farai morire di paura uno di questi giorni.-

L'abbracciai e raggiunsi la prima panchina disponibile. Ci sedemmo e restammo a lungo fermi immobili in mezzo a quel verde. Sentivo l'aria fresca e carica di ossigeno riempire i miei polmoni, quasi a farmi girare la testa per quanto mi stesse inebriando. Bella faceva piccoli e continui respiri. Era ancora provata dalla degenza e dall'operazione. Le sue guance però si erano leggermente imporporate e distese in uno dei suoi magnifici sorrisi.

Mi strinsi ancora di più a lei e inspirai il suo profumo. In verità in quel momento prevaleva l'odore di ospedale, ma riuscivo comunque a cogliere il suo aroma dolce di vaniglia invadermi le narici. Come se il mio olfatto fosse stato in grado di dividere gli odori e focalizzarsi solo su quello della mia Bella. Sorrisi di questo mio stupido pensieroe mi ridestai quando Bella mi chiese di andare a casa. Casa nostra.


























____


"Buon Giorno Amore Mio…
Sono uscita per andare nella nostra serra e curare le nostre rose.
Se ti va puoi trovarmi lì dormiglione…
PS. Il caffè è già pronto nella caraffa,
per cui vedi di portarmene una bella tazza fumante"

-Che matta che è…-

Mi preparai e corsi in cucina. Due tazze. Le nostre Mug. Caffè nero e panna e via in direzione della serra. La mia donna era splendida. Stava accarezzando la sua rosa. Stava parlando con lei. La stava coccolando come se fosse un bene prezioso.

-Sai piccola rosa, siamo molto fortunate io e te, l'uomo dei nostri sogni è molto innamorato di noi, e  ha promesso di starci sempre accanto. Ci pensi??? Per sempre.-

-Per sempre amore mio…-

Sobbalzò al suono della mia voce, ma un sorriso pervase subito il suo volto.

-Hai sentito…- rivolgendo lo sguardo alla rosa… -Per sempre…-





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