Buon pomeriggio Malatine!!!!
Nuovo Aggiornamento del Dottorino che tanto amate!!!
Nuovo Aggiornamento del Dottorino che tanto amate!!!
Siete pronte all'incontro/scontro Edward Charlie???
-Sig. Swan,
posso chiederle di seguirmi fuori?-
-Edward
posso partecipare anche io al vostro chiarimento…-
La mia
piccola e il suo sguardo impaurito.
-No piccola,
tu devi stare tranquilla e non agitarti. Devo solo dire un paio di cose a tuo
padre e poi verrò da te.-
Tirò le
labbra in una smorfia ma non rispose.
Mi voltai
verso Charlie e gli feci cenno di precedermi al di fuori della stanza di Bella.
Mi guardò dritto in volto pensando di intimorirmi, ma per Bella avrei sostenuto
il mondo intero. E lui, un ometto disarmato, che era stato una concausa al
dolore di Bella doveva solo essere rimesso sui binari. Voleva fare il padre?
Bene. Avrebbe ricominciato da capo, riconquistando il cuore della figlia. Io lo
sapevo bene. Il cognome che si porta è importante solo se dietro c'è un porto
sicuro, braccia pronte a scaldarti o un tetto sotto cui ripararsi dal mondo.
Lui non lo
era stato.
Lui lo
voleva fare solo ora, quando Bella stava riuscendo a lottare con i suoi demoni.
Usciti dalla
stanza socchiusi la porta.
-Signor
Swan, io non so nulla di lei come lei non sa nulla di me. Mi permetta di dirle
un paio di cose prima di farla parlare.-
Un uomo
piccolino, di mezza età, dei baffi a coprire il ghigno sul volto e forti
braccia incrociate sul petto a rimarcare la rabbia e il nervoso per la
situazione incompresa.
-Ho
conosciuto sua figlia qualche tempo fa. È stato amore a prima vista. È stato
tutto così veloce da travolgerci ed avere paura di perderci in tutto questo. Ma
non si tratta di una semplice cotta. Non è un colpo di fulmine, davvero. E’ più
… uno spostamento di gravità. -
-Tu non sai
nulla di lei, come puoi essertene innamorato. Tu non conosci la mia Bells…-
-Charlie
avrei un paio di obiezioni se mi permetti.-
-Ti sei già
permesso oltre…-
-Non ho mai
mancato di rispetto a sua figlia e, se mi arrabbiassi con lei, lo farei ora per
la prima volta e non mi va. Bella era sola, stanca e sfiancata dalla vita. E
lei non c'era accanto a sua figlia. Ma non andrò oltre, non la conosco Charlie.
Non so perché improvvisamente si è ricordato di essere padre. Ebbene sì, ora è
stesa su un letto d'ospedale, e in parte è stato per colpa mia, del mio amore.
La amo. La amo più di ogni altra cosa e farò di tutto perché lei accetti questo
fidanzamento e l'accompagni all'altare. Sì, perché senza di lei Bella non
sarebbe felice.-
-Nessuno ti
ha insegnato che ci sono anche opinioni diverse dalla tua?-
-Non quando
so di aver ragione signor Swan.-
-Ah si??? E
chi ti dice che hai ragione?-
-Lo stato in
cui era sua figlia. La devastazione contro cui ha lottato in questi mesi.
L'assoluta incapacità di aprirsi al mondo che aveva quando l'ho incontrata. La
sua abilità e intelligenza piegate ad un lavoro misero che non le permetteva la
stabilità e la sicurezza di un posto in dove dormire… Devo continuare?-
-Fermati…-
-Bene,
quindi posso continuare col spiegarle ciò che è sua figlia per me?-
La testa
bassa, la smorfia sul viso di quell'uomo nascosta dai baffi, gli occhi lucidi,
le spalle sconfitte. Il suo silenzio era tale e quale a quello di Bella, celava
la consapevolezza dei propri errori Sapeva benissimo che le mie parole erano
verità.
-Signor Swan, sua figlia è la mia vita, è il mio
tutto. Quando l’ho vista, all’improvviso non è stata più la Terra che mi ha
tenuto attaccato a sé. E’ stata lei e niente per me conta più. Per lei farei
qualsiasi cosa, per lei sarei qualsiasi cosa, tutto ciò di cui ha bisogno, che
sia un protettore, un amante, un amico, o un fratello. E lei si è affidata a
me. Capisce la portata del nostro amore? Come può chiederci di separarci, ne
morirei come ne morirebbe Bella.-
Lui non
proferì parola. Mi fissò con i suoi occhi color cioccolato, gli stessi di
Bella, gli stessi capaci di trasmettere ogni sensazione al solo battito di
ciglia. Leggevo dai suoi sconfitta, paura e delusione ed ero più che sicuro che
fosse tutto riferito a se stesso e alle mie parole. Un fallimento dopo l'altro
come padre.
-In quel
letto signor Swan ci sono anche io. Si è spezzato il nostro cuore, la gioia più
grande che potevamo condividere si è trasformato in un dolore immenso e nella
paura di non ritrovarsi.-
Mi fermai
per prendere ossigeno. Poggiai le mie mani sui miei fianchi e fissai il
soffitto. Dovevo farmi forza per tutto quello che stavamo vivendo e il non
piacere al padre di Bella non aiutava la situazione.
-Edward
datemi tempo. Saluto mia figlia e poi devo pensare.-
Lo fissai
cercando di capire cosa lo frenasse ancora.
-Prego. Non
la lasci sola a lungo, ha bisogno della sua famiglia.-
-Lo so.-
Lo guardai
entrare nella stanza. Ero sfinito, non avevo più forze. Attesi in corridoio che
si salutassero. Passò quasi un'ora e poi, quando Charlie uscì dalla stanza,
neanche mi guardò andandosene direttamente. Inspirai a pieni polmoni e entrai
in camera.
-Piccola…-
Si voltò
lentamente. Era serena, anche se mi aspettavo fosse più arrabbiata nei miei
confronti per aver affrontato suo padre.
-Qualsiasi
cosa tu gli abbia detto lo ha ferito abbastanza da farsi un esame di coscienza e chiedermi scusa per
essere stata abbandonata.-
-E…-
-E deve
ragionare un po’ su di te e sulle tue parole.-
-Ah sì???-
-Sì, mi ha
detto che hai avuto polso, che sei stato fermo e deciso nel fargli capire le
tue intenzioni. Che vorrebbe esserci stato per affrontarti e risponderti a
tono, ma non avendo vissuto sua figlia non avrebbe potuto farlo.-
-Non volevo
essere duro con lui, ma dovevo difendere il nostro amore.-
-Difendilo
sempre Edward.-
-Certo amore
mio. Sempre.-
Mi sdraiai
nel letto con lei.
-Piccola
vado a firmare la dimissione, così ti porto a casa.-
-Aspetta un
attimo Edward…-
-Che c'è?-
-Giurami che
andrà tutto bene…-
-Non posso
giurare, ma ti prometto piccola mia che non starai sola mai più e che lotterò
per noi.-
L'abbracciai
forte e sentii i suoi sospiri spandersi sul mio petto.
-Non aver
paura piccola. Sono qui con te.-
Le alzai il
volto carezzandole le guance.
-Nessuno ci
dividerà, neanche tuo padre. Devi solo crederci ok?-
-Ok…-
-E ora vado
a firmare quei fogli. Poi facciamo la valigia e usciamo di qua…-
-...Ehi
tocca a me pensare al bagaglio!!!-
Eccolo il
nostro folletto…
-Alice…-
-Bella come
ti senti?-
-Pronta ad
uscire…-
-Ti preparo
io il bagaglio, tu cambiati e poi vai a firmare la dimissione con Edward.-
____
Il percorso
verso casa fu celere. La mia Bella era appoggiata al sedile e da quanto era
dimagrita sembrava ci sparisse. I suoi occhi fissi sull'orizzonte erano
finalmente sereni. Le sue mani giocavano tra loro in piccoli tic.
-Tesoro
tutto bene?-
-Uhm?-
-Ti vedo
fissa nei tuoi pensieri?-
-Pensavo a
mio padre-
-Ne vuoi
parlare?-
-Sai oggi
dopo la chiacchierata con te l'ho visto veramente avvilito.-
-Pensi che
abbia esagerato? Io volevo che capisse che la nostra non era una cottarella, ma
che ti amo sul serio…-
-No Edward,
certe cose andavano dette, spero solo che le elabori nel modo giusto. Io e lui
siamo molto simili. E so che quando mi sento ferita non riesco a ragionare
lucidamente.-
-Vuoi
chiamarlo? Se vuoi possiamo invitarlo a casa nostra…-
-No Edward,
ha bisogno di tempo. E anche io. Devo trovare le risposte alle mille domande
che ho nel cuore e affrontarlo ora non sarebbe facile per me.-
-Come vuoi
piccola. Ogni tuo desiderio è un ordine…-
-Sai cosa
vorrei Edward più di ogni altra cosa?-
-Dimmi ed
esaudirò ogni tuo desiderio…-
-Ferma la
macchina.-
-Qui, ora?-
-Si… Ora…-
Accostai al
marciapiede. Bella scese dall'auto e cominciò a camminare verso il parco urbano
distante pochi metri dalla strada.
-Corri
pelandrone…-
Chiusi la
macchina e mi voltai cercandola con lo sguardo. Stava correndo verso il
giardinetto. All'improvviso la sua corsa terminò. Le mani in avanti sulle
ginocchia, il suo corpicino piegato in avanti. Corsi verso di lei.
-Tutto bene
piccola?-
-Si… Edward…
Ho solo… Esagerato… Un po’…-
-Mi farai
morire di paura uno di questi giorni.-
L'abbracciai
e raggiunsi la prima panchina disponibile. Ci sedemmo e restammo a lungo fermi
immobili in mezzo a quel verde. Sentivo l'aria fresca e carica di ossigeno
riempire i miei polmoni, quasi a farmi girare la testa per quanto mi stesse
inebriando. Bella faceva piccoli e continui respiri. Era ancora provata dalla
degenza e dall'operazione. Le sue guance però si erano leggermente imporporate
e distese in uno dei suoi magnifici sorrisi.
Mi strinsi ancora
di più a lei e inspirai il suo profumo. In verità in quel momento prevaleva
l'odore di ospedale, ma riuscivo comunque a cogliere il suo aroma dolce di
vaniglia invadermi le narici. Come se il mio olfatto fosse stato in grado di
dividere gli odori e focalizzarsi solo su quello della mia Bella. Sorrisi di
questo mio stupido pensieroe mi ridestai quando Bella mi chiese di andare a
casa. Casa nostra.
____
"Buon
Giorno Amore Mio…
Sono uscita
per andare nella nostra serra e curare le nostre rose.
Se ti va
puoi trovarmi lì dormiglione…
PS. Il caffè
è già pronto nella caraffa,
per cui vedi
di portarmene una bella tazza fumante"
-Che matta
che è…-
Mi preparai
e corsi in cucina. Due tazze. Le nostre Mug. Caffè nero e panna e via in
direzione della serra. La mia donna era splendida. Stava accarezzando la sua
rosa. Stava parlando con lei. La stava coccolando come se fosse un bene prezioso.
-Sai piccola
rosa, siamo molto fortunate io e te, l'uomo dei nostri sogni è molto innamorato
di noi, e ha promesso di starci sempre
accanto. Ci pensi??? Per sempre.-
-Per sempre
amore mio…-
Sobbalzò al
suono della mia voce, ma un sorriso pervase subito il suo volto.
-Hai sentito…- rivolgendo lo sguardo alla rosa… -Per sempre…-
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