Quel giorno l'avrei ricordato per sempre. Fu un giorno buio, quello più brutto della mia vita.
…
Bella dormiva, io mi svegliai e la baciai tutta. La tensione della notizia della probabile gravidanza le aveva portato sonnolenza. Dormiva accanto a me solo con un paio di brasiliane che faticavo a non toglierle.
Era rannicchiata su di un fianco, le mani sotto il suo cuscino. Le labbra gonfie, come il suo seno. Lo adoravo. Era la mia perdizione.
Dovevo alzarmi, andare in clinica, oggi dovevo operare Miss Packer.
Decisi di dedicare alla mia dea altri cinque minuti.
Carezze e baci, ma da parte sua il nulla. Dormiva ancora pesantemente.
Sorrisi quando si stropicciò il naso dopo che vi avevo posato un bacino.
Mi feci una doccia veloce. Mi vestii dei panni del dottore e come un super eroe salutai la mia Bella e partii per la missione del giorno.
Ero in studio a leggere la cartella dell'anestesista e chiamai a rapporto lo staff che mi avrebbe seguito in questa operazione di routine. Avevo assegnato l'assistente e i tecnici alle apparecchiature.
Ero sereno e pronto.
Andai a controllare la paziente.
Con lei in stanza c'era l'anestesista, la stava preparando. Le presentai lo staff e poi chiesi di rimanere da solo con lei. Le spiegai nel particolare ogni passo dell'operazione fino a che le infermiere di sala non vennero a prelevarla.
…
L'operazione era riuscita alla perfezione, stavo svolgendo le ultime operazioni ricucendo la pelle in modo da lasciare il segno più piccolo possibile. Avevamo deciso per un post operatorio di qualche seduta di peeling laser CO2 pulsato per perfezionare l'esito della chirurgia a mosaico. L'esito del trattamento delle cicatrici con la microchirurgia sarebbe stato apprezzabile già dopo la prima seduta. La cicatrice si sarebbe via via ridotta e sarebbe stata meno evidente. Come al solito, terminate le mie mansioni, ringraziai lo staff e uscii.
Andai nel mio ufficio con l’intenzione di chiamare Bella..
Presi il cellulare e trovai dieci chiamate perse.
Scorsi la lista: Esme, Alice e Jasper.
Cominciai a digitare il numero di mia madre, ma il telefono suonava a vuoto, come quello di Alice.
Poi sentii suonare l'interfono dello studio.
-Dottore c'è suo padre posso farlo passare?-
-Si grazie.-
Vidi la porta aprirsi. Il volto di mio padre era scuro.
-Che è successo?-
Lo vidi incamerare più ossigeno possibile e poi avvicinarsi a me.
-Edward abbiamo portato Bella in ospedale. Coliche.-
-Dov'è?-
-In ginecologia, dato il suo stato.-
Corsi di sopra.
Chiesi alla capo sala dove fosse Bella e mi disse che con lei c'era ancora la dottoressa Fields. Vidi uscire da una delle stanze Lucy e mi fiondai per avere notizie.
-Edward. Prima che tu entri in quella stanza devo parlarti.-
-Dimmi solo come sta?-
-Ora è sotto antidolorifico.-
-Ma non ci sono rischi per lei, o per la gravidanza vero?-
-Edward la gravidanza non sta andando come dovrebbe. L'ovulo fecondato non si vede nonostante le analisi confermino la gravidanza e tutti i dolori che Bella prova sono le prime manifestazioni di gravidanza ectopica. Bella starà meglio ma purtroppo dovremmo intervenire chirurgicamente. Mi dispiace. Le ho appena fatto un'ecografia e ancora non si vede. Dovrò aspettare di trovare il grumo e sperare che non crei danni, la tuba è a rischio lo sai questo vero?-
Scossi la testa annuendo.
-Lei come ha reagito?-
-Sembra devastata ma è normale. Parlarne le farà bene. Ora devo andare a portare la sua scheda in laboratorio per prendere i risultati delle analisi che le ho fatto fare. Ci vediamo dopo. Chiamami se hai bisogno. Ok?-
-Grazie Lucy.-
Varcai la porta.
Aveva il volto girato verso la finestra, un tubicino che la teneva di nuovo legata a quel posto che tanto odiava.
-Bella, amore.-
Più mi avvicinavo più capivo che ciò che avevo visto non era tremolio ma piccoli singhiozzi.
Silenziosi.
Mi avvicinai al letto.
Mi sdraiai accanto a lei. Avvolsi il suo corpo con le mie braccia e la cullai fino a che non smise di piangere. Il mio angelo era di nuovo ferito.
Le carezzai la guancia a lungo fino a che il mio cerca-persone non cominciò a trillare.
Mi alzai per andare a prendere la chiamata, notando Alice e mia madre fuori dalla stanza.
-Devo prendere una chiamata, scusate.-
Dissi allontanandomi.
Era la mia assistente. Miss Packer si stava svegliando. Dovevo scendere.
-Manda l'anestesista dalla paziente io arrivo subito.-
-Dr. Masen l'anestesista è già con la paziente.-
-Bene arrivo.-
La maschera di bronzo era tornata. Dovevo vestirla. Chiudere il problema della gravidanza nella stanza con Bella. Non mi girai neanche a salutare le altre mie donne e scappai dalla mia paziente.
____
-Miss Packer, mi sente?...-
Qualche minuto e poi gli occhi di Miss Eleonor si aprirono.
-Mmm…-
Era ancora annebbiata dall'anestesia.
Presi la cartella clinica e cominciai a registrarvi i valori presi dall'infermiera e dall'anestesista.
Mi avvicinai nuovamente alla paziente, stesa chiaramente prona per non gravare sul gluteo.
-Miss Packer, mi riesce a sentire?-
-Si, Dottore…-
-Ho qualcosa da dirle sull'operazione. Riesce a sentirmi e a seguire il mio discorso? Dovrebbe svanire quasi del tutto l'effetto dell'anestetico.-
-Ci sono dottore. Solo qualche secondo e poi l'ascolterò.-
Presi la lucina e cercai di puntarla agli occhi. Le pupille dilatate però mi davano modo di pensare il contrario.
-Facciamo così. A fine turno ripasso e con calma ne parliamo. Per ora non deve bere per un paio d'ore e non si deve assolutamente muovere per un paio di giorni. Se ha bisogno ci saranno le infermiere. Le ho fatto inserire un catetere per poter urinare così non si dovrà spostare. Per ora è tutto.-
-A stasera dottore.-
Lasciai quella stanza e andai in ufficio per prendere le mie sigarette e uscire nel parco a dare qualche tiro.
Trovai una panchina e mi ci stravaccai.
Osservai il cielo particolarmente sereno.
Nuvole leggere che giocavano. Io non volevo giocare.
Volevo mio figlio. Volevo Bella. Volevo la nostra famiglia.
Spinsi i palmi delle mani contro i miei occhi. Dovevo frenare il senso di impotenza che mi stava invadendo.
-Edward, tesoro…-
La voce di mia madre mi fece risvegliare dalla nebbia di pensieri.
-Mamma.-
-Sono qui-
Era in piedi di fronte a me.
L'abbracciai rimanendo seduto. Le sue mani sulla mia testa a carezzarla.
-Edward. Ascoltami. Sarà un calvario ma sarete assieme. Ok?-
-Quanto ancora deve soffrire mamma?-
-La vita è imprevedibile amore mio. Si perde spesso ma sta a te scommettere di nuovo sulla vostra buona stella.-
-Ho paura mamma.-
-Sono qui figlio mio. Ma ora il tuo posto è lassù, accanto a lei in quel letto così freddo. Prendi coraggio e torna da lei.-
Mi baciò i capelli e mi diede le mani per incoraggiarmi ad alzarmi da quella panchina.
Tornai dalla mia Bella che dormiva ancora. Era come tornare indietro di mesi all'improvviso.
C'era una poltroncina accanto al letto. Ma era fredda. Decisi di sdraiarmi accanto a lei di nuovo. Lo preferivo.
Non so quanto tempo passò ma mi addormentai.
Sentii il calore di una mano sulla mia guancia.
Aprii gli occhi e quel mare di cioccolato fuso mi stava fissando.
-Amore mio come stai?-
-Il dolore è passato Edward.-
Le sorrisi.
-Ne sono felice.-
-E tu come stai?-
-Bene vita mia. Bene.-
-Edward sei il peggior bugiardo di tutti i tempi-
-Bella. Ho paura, per te, lo sai. Divento ossessivo quando si parla di te.-
-Passeremo anche questa amore mio, ma ho bisogno dell'Edward forte accanto a me.-
-Passeremo anche questa amore mio.-
Sospirai ripetendo le sue parole e la strinsi a me.
-Ho paura Edward…-
-Lo so amor mio, ma sono qui.-
-Ma cosa succede ora?-
-Ora devono scoprire dove quel pigro di un ovuletto è nascosto e poi intervenire chirurgicamente.-
Chiuse gli occhi, quasi a scacciare via un immagine negativa o paurosa. Le presi le mani e ne baciai ogni centimetro.
-Bella ci sono io e sarò con te anche in sala ok?-
-Edward ti ho detto una bugia.-
-Quale bugia amore?-
-Ti ho detto che passeremo anche questa, ma è come se avessi già visto questo film, questa storia. È un dolore allucinante quello di sapere che una mamma non è in grado di mandare avanti la gravidanza.-
-Ma amore mio, che dici? È una cosa indipendente dalla tua volontà e può capitare. Purtroppo capita più spesso di quanto tu creda. L'importante è che questa cosa non crei danni per te. Così, una volta guariti da questo dolore, cercheremo un figlio se lo vorrai ancora.-
-Ho paura.-
-Bella. È normale averne. Ne ho tanta anche io, tanta da aver costretto Lucy ad accettarmi in sala operatoria con lei, quando è proibito assistere un paziente che sia un familiare. Le ho promesso di starti accanto e non alzarmi dallo sgabello che mi verrà assegnato.-
Si fece piccola piccola e si strinse ancora di più a me.
-Riposa amore mio, tra poco Lucy torna e faremo l'ecografia.-
-Stai con me?-
-Sempre!-
Riuscii a calmarla un po’ e a farla dormire.
Sentii bussare alla porta, mi alzai cercando di asciugare gli occhi lucidi.
-Lucy, entra, sta riposando.-
-Dovrei farle l'eco.-
-Si fai portare tutto che la sveglio.-
-Sei sicuro che ti faccia bene tutto questo?-
-Lei ha bisogno di me.-
-Come vuoi dottor zuccone!!!-
____
L'ecografo aveva scovato il grumo. Lucy aveva firmato la cartella dell'operazione classificandola come urgente. Chiamai Alice.
-Sorellina ho bisogno di te, ora, qui da Bella. Lucy vuole operarla domattina con urgenza.-
-Ho capito, arrivo subito.-
Alice mi cacciò dalla stanza. Così andai a controllare i miei pazienti per poi passare un'altra notte in bianco. Avevo in mente una sola domanda. "Quando avrà pace questa ragazza?". Solo il tempo poteva rispondermi. Preparai le cartelle e passai dalla Packer e le spiegai la situazione. Lei comprese e augurandomi ogni bene per Bella, mi congedò dal suo letto perchè tornassi dalla mia donna.
Alice le stava illustrando le procedure che sarebbero state usate per procedere. Aveva letto la cartella di Bella e la stava rassicurando.
-Edward, amore ma sei ancora qui?-
-Dove dovrei essere?-
Arrivai al suo letto e baciai la sua fronte per poi appoggiarvi la mia.
-Io stasera resterò qui e veglierò su di te per tutta la notte.-
-Edward, sei qui da stamattina, sei sicuro? Posso stare io qui con Bella e tu puoi andare a riposarti.-
-Non ci penso neanche-
-Testone.-
-No. Zuccone mi ha chiamato Lucy.-
Anche Bella rise a questa mia battuta.
La notte passò lenta. A Bella fu somministrato un sonnifero, mentre io passai in rassegna ogni sua piccola smorfia. Gli angoli della sua bocca però erano costantemente all'in giù. Sapevo che dentro di lei qualcosa si sarebbe inceppato di nuovo. Ma io sarei stato lì con lei stavolta e non l'avrei lasciata soffrire da sola.
Alle sette in punto arrivò l'infermiera a prelevare una sacca di sangue come precauzione per l'operazione e poi l'anestesista per le preparazioni di rito. Dopo averla aiutata a indossare le calze a compressione arrivò la lettiga della sala operatoria.
Non disse una parola per tutta la mattina.
-Sono con te amore, sempre.-
La salutai per andarmi a preparare all'ingresso della sala operatoria ma come assistente questa volta, non da medico.
Fuori dalla porta trovai Alice Jasper e i miei genitori.
-Come sta?-
Chiese mia madre.
-Non lo so. Sembra tranquilla. Ora vado.-
-Edward…-
-Lo so mamma.-
Entrai, misi il camice sterile, la mascherina e i guanti dopo aver lavato le mani.
Spalancai le porte e Lucy mi venne subito incontro.
-Sgabello accanto al viso della tua fidanzata. Tu non ti muovi di lì. Chiaro?-
-Agli ordini…-
-Masen sottomesso a due donne… Mai visto prima, avrei fatto una fortuna se ci avessi scommesso sopra.-
Fu Ben a parlare, l'ingegnere biomedico che assisteva alle apparecchiature di sala.
-Ben la finiamo? O ti faccio sostituire?-
Tuonò Lucy.
-Cominciamo.-
L'anestetico aveva già fatto effetto da una ventina di minuti, stavano disinfettandole il ventre per fare l'intervento in laparoscopia, quattro piccoli tubicini dai quali veniva effettuata l'operazione. Inserito il primo, osservai al monitor collegato con la telecamera presente nel tubicino, che, dopo qualche minuto, venne posizionato da Lucy nel punto esatto. Fu lo stesso per il secondo.
Mi voltai ad osservare Bella. La maschera d'ossigeno le copriva gran parte del viso. Poteva essere bella anche con tutti quei tubi? Per me si. Ma all'improvviso un'imprecazione mi ridestò dai miei pensieri.
-Oh merda, è già esplosa.-
Vidi sangue nell'immagine al monitor, mi alzai in piedi e il ventre di Bella era un lago di sangue. Feci per avvicinarmi a al tavolo operatorio ma Lucy urlò qualcosa a Ben e agli infermieri che erano lì e mi trovai fuori dalla sala in un batter d'occhio.
I miei assistettero alla scena e, impauriti, cercarono di avvicinarsi. Ben spiegò alla svelta ad Alice la situazione e rientrò in sala operatoria. Mio padre mi bloccò tenendomi seduto nella sala d'attesa e chiese ad Alice di andarmi a prendere dell'acqua.
Tremavo di paura come una foglia.
-Edward.-
-Ho paura. La perderò. Lei lo aveva visto e io le ho dato della sciocca.-
-Edward, Bella è in ottime mani. Non è nulla di che. Vedrai che tra poco Lucy uscirà e ci rassicurerà.-
Passò un'ora durante la quale cercai anche di entrare in sala. Avevo perso ogni briciolo di sanità mentale e in un attimo mi trovai a prendere a cazzotti il muro.
-Edward, calmati figliolo.-
-Come cazzo faccio a stare calmo me lo dici??? Eh??? Carlisle me lo dici tu come si fa a stare fermi mentre la tua donna là dentro sta male? Come cazzo ho potuto far sì che accadesse tutto questo???? Come???-
-Non sarò certo io a doverti spiegare che la vita non è facile, lo sai da te. Ma non puoi prenderti sulle spalle il peso di tutta questa situazione. Ancora non sai cosa stia succedendo, quindi calmati e vieni a sederti vicino a tua madre. Forza ragazzo.-
-Ho bisogno di fumare. Scusate.-
-Cerca di calmarti.-
-Ok.-
Camminai verso le terrazze presenti a quel piano. Cosa stava succedendo in quella sala? Perché ci mettevano così tanto?
-Bella non mi lasciare.-
Sentii una folata di vento accarezzare il mio viso mentre sussurravo quelle parole. Si spalancarono le porte a vetro e una Alice col fiatone mi avvisò che stavano portando Bella nella stanza di degenza. Cominciai a correre quando incrociai Lucy.
-Che cazzo è successo là dentro, eh Masen??-
Sbalordito dalle sue parole la fissai senza proferir parola.
-Dove sta la tua fermezza? Dov'era la tua professionalità?? No perché io là dentro proprio non l'ho vista! Ho dovuto allontanare un tecnico e due infermieri per trascinarti fuori. Non posso farti passare liscia questa cosa. Hai rischiato la vita della mia paziente!-
Io avevo messo a rischio la vita di Bella, reagendo male.
-Sei stato accecato e alla vista dell'emorragia mi hai creato caos in sala. Sarebbe potuto succedere di tutto.-
Non ci potevo credere. Ero così accecato da quell'amore folle da rischiare persino di metterla in pericolo. Non potevo crederci, non potevo aver sbagliato in questo modo proprio con lei.
-Come sta?-
-Ha rischiato molto, la tuba era già esplosa nel punto esatto in cui avevamo visto ieri sera l'ovulo. Le ho dovuto fare la trasfusione con la sua sacca perché ha perso molto sangue. Ora le farò avere del plasma e poi monitoreremo l'emocromo ogni sei ore.-
-Posso avere la cartella?-
-Scordatelo. Tu sei un familiare della paziente. Io parlo con lei. Dopo il casino in sala operatoria non ti aspettare più favoritismi. Non posso rischiare. E ora se vuoi seguirmi andiamo da lei che tra poco dovrebbe svegliarsi.-
La seguii, cercando di assorbire le parole appena ricevute. La parte del Masen medico si ripeteva che la dottoressa Fields aveva piena ragione di arrabbiarsi e che al suo posto avrei reagito allo stesso modo. Poi invece c'era il Masen fidanzato. Quello nervoso, quello teso quello impaurito che reagiva come un pazzo.
Mi fece cenno di fermarmi davanti alla stanza di Bella.
-Controllo i parametri poi potrai entrare.-
Non le risposi ma mi misi a sedere in corridoio, aspettando di poterla rivedere.
Mi raggiunsero i miei, ma li feci andare a casa. Li avrei chiamati quando Bella si sarebbe svegliata, mentre Alice, che avrebbe iniziato il turno di lì a poco, si fermò a farmi compagnia.
-Ho saputo della strigliata che ti ha dato Lucy-
-Alice, ho rischiato di perderla. Sarebbe stata colpa mia.-
-Hai reagito male, ma sta andando tutto per il meglio, vedi di non flagellarti.-
La guardai cercando di sorridere alla sua "quasi" battuta, quando la porta della stanza di Bella si aprì e Lucy ne uscì.
-Tra poco si sveglierà. Vedi di non prendere iniziative o fare altre cazzate. Chiamami quando sarà in grado di ascoltarmi.-
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