L'avevo fatto davvero?
Le avevo chiesto sul serio di diventare mia moglie?
Non potevo crederci Ero alle stelle e osservavo Bella rilassata che fissava il soffitto.
Quella notte nessuno dei due dormì.
Gli occhi sognanti ci portavano a fantasticare Chissà che stava elaborando il suo cervellino.
Il mio già ci vedeva sistemati con decine di marmocchi per casa, che ci avrebbero assalito ogni sera al nostro rientro dal lavoro. Risi della scena.
<Le tue labbra sono perfette e quando ridi si allungano sul tuo viso e chiedono di essere baciate.>
Bella mi parlava osservando le mie labbra e con l'indice segnava il loro contorno.
Alle sue parole tornai in me, abbandonando le mie fantasie, e presi il suo dito tra le mie labbra. Lei rise del mio gesto.
<Non ne hai abbastanza di me? Siamo stati a letto praticamente tutto il pomeriggio!>
Non doveva dirlo!
Mi avventai su di lei.
Ero sopra la mia dea già pronto per amarla.
<Tu non immagini neanche lontanamente cosa sarà la tua vita una volta rientrati!>
Sfoderai il mio sorrisetto sghembo, non sapeva resistergli. Una piccola smorfia di resa e riprendemmo la nostra danza. Insaziabili, ecco cosa eravamo. Non avevamo mai abbastanza l'uno dell'altra.
Quando alla fine Bella si addormentò, mi rilassai anche io. Mi venne in mente di chiamare Alice. Al rientro doveva avere ciò che qui non ero riuscito a donarle. Ci aspettavano gli ultimi giorni di terapia e poi il ritorno a casa.
…
Il giorno della partenza arrivò e quella mattina Bella era particolarmente elettrizzata. Si muoveva intorno a me come una libellula in volo sui fiori. Correva su e giù per la stanza alla ricerca di ogni piccolo oggetto o indumento . Sembrava una macchinetta e mi faceva sorridere.
<Hai fretta di lasciare questo posto?>
Mi guardò perplessa, poi mi si avvicinò sedendosi accanto a me sul divanetto.
<Ho bisogno di ripartire. Ho bisogno di andare a "casa">
L'abbracciai forte a me.
____
L'auto sfrecciava sull'autostrada. Bella, con lo sguardo sognante, mi descriveva ogni particolare del panorama. La giornata era splendidamente assolata.
Avevamo salutato i terapisti quel mattino con la promessa di tornare quanto prima solo per una settimana di relax. Il Dottor Sloane mi aveva lasciato un intero fascicolo di documentazione medica da consegnare a Shepherd per la chiusura della cartella clinica.
Tornai con la mente ai giorni passati in clinica appena rientrati dal nostro incontro alla convention, e poi guardai la mia nuova Bella. Più serena, più tranquilla e con le guance piene e rosse. Era lei. La mia vita. Il mio futuro. La mia casa.
____
Parcheggiai davanti al portone. Niente festoni, niente tappeti rossi. Alice si era sbagliata giorno? Impossibile!!!
<Avrei giurato che tua sorella avesse organizzato una parata.>
Mi guardavo attorno in attesa di segnali ma nulla.
Bella mi strattonava il braccio e quando presi coscienza che forse Alice avesse avuto di meglio da fare presi il mio amore per mano e mi avvicinai al portone.
Come feci per girare la chiave sentii le porte di legno aprirsi velocemente.
Erano tutti lì. Tutti pronti per la nuova Isabella Swan presto Cullen.
I miei familiari erano tutti in fila ad attendere la mia futura sposa.
Alice saltellava dalla gioia cercando il momento più adatto per saltarmi sopra e riuscire ad abbracciare Bella.
Bella incantata dal giardino risistemato ad arte e pieno delle nostre rose era ancora sotto shock.
I miei genitori mi incoraggiarono con lo sguardo a farci avanzare. Non c'erano solo loro. C'era mezza città. Erano tutti in attesa di vedere il dottor Masen finalmente accasato e la giovane che gli aveva rubato il cuore.
Era tutto perfetto, ma Bella ancora non parlava.
<Bella, amore… Ci sei? Hai bisogno di un po’ d'acqua?>
Lei girò lo sguardo su di me.
Sbigottita e impacciata mi sorrise.
<Un goccio d'acqua mi aiuterebbe.>
Avanzammo verso i miei genitori, mia madre accolse Bella in un abbraccio materno e mio padre mi si avvicinò, stringendomi con affetto e sorridendo delle nostre mani incollate.
<Isabella che gioia riaverti qua.>
Fu il turno di mio padre.
<Bentornata Isabella. È un piacere vederti serena>
<Di sicuro lo ero di più cinque minuti fa!>
Alice si avvicinò.
<Bella vieni con me. Ti devi rinfrescare dal viaggio. Edward aspettaci qua.>
<Tesoro lasciati guidare da Alice, non abbiamo scampo.>
Le feci l'occhiolino e lasciai la sua mano fino ad allora intrecciata alla mia.
<Edward, Alice mi ha chiesto di mostrarti una cosa.>
Mio padre con aria mesta lasciò a mia madre il tempo di svolgere il compito lasciatole da Alice.
<Questi sono 3 anelli. Ti ha lasciato la scelta…>
<Quel folletto… Si è divertita con la mia carta di credito!>
<Tesoro io ho una proposta da farti.>
<Dimmi tutto mamma.>
<Nonna Cullen ha lasciato tre oggetti preziosi da dare ad Alice e alle due fortunate spose dei miei figli. Un diadema, un filo di perle e l'anello di fidanzamento che nonno Cullen le donò. Ora, Alice ha da tempo messo gli occhi sul diadema, penso di non farle torto facendo l'offerta dell'anello. So che ti puoi permettere qualsiasi tipo di spesa o di anello. Ma vorrei che questo fosse un legame in più con noi. Tu sai che ti amo dello stesso amore che riservo ad Alice e ad Emmett, e non mi vergogno a dire che forse a te riservo qualcosa in più. Mi sento mancante nei tuoi confronti e ora che ti vedo felice, sereno e amato voglio che condivida con lei qualcosa che ti lega a noi, la tua famiglia. Perché oltre a tua madre che ti ha amato incondizionatamente ci siamo noi, la tua famiglia. Ora il tuo cuore appartiene ad un'altra donna che ti amerà di amore diverso da quello materno.>
<Mamma… Non so che dire…>
<Edward era solo un'idea…>
<No mamma non hai capito. Lo voglio. Voglio donare a Bella l'anello di nonna Cullen. Non potrei desiderare cosa più preziosa di questa e delle tue parole.>
Tirai su con il naso. Gli occhi pizzicavano e dall'imbarazzo mi abbracciai mia madre. Esme, la donna che non mi aveva dato la vita ma una famiglia da amare.
<Mamma tu sei ciò che di buono la vita mi ha regalato. Per me è importante farti sapere che l'amore di Bella non cancellerà mai il nostro legame. Tu sei il mio punto cardine. Da te nasce tutto per poi arrivare a Bella. Il mio posto felice, la mia gioia, la mia casa. Nel mio cuore c'è posto per tutte e due le mie regine.>
Mi abbracciò più forte.
<Andiamo. Bella non deve aspettare.>
Mi porse la scatola in velluto rosso, la misi in tasca. Deformando la linea dei pantaloni.
<Falla felice.>
Mi carezzò la guancia e mi sorrise, come faceva ogni volta che necessitavo una conferma da parte sua.
Presi per mano mia madre e uscimmo nel giardino.
<Le avevo detto di non esagerare, Bella si è ripresa ma non vorrei si stressasse subito.>
<Oh Edward devi scusare anche me e tuo padre. Alice ci ha parlato delle tue intenzioni, della proposta e non abbiamo resistito.>
<Oh mamma. Siete stati contagiati dal folletto!!!>
Ridemmo della mia faccia storta.
Ci incamminammo a braccetto verso il patio che sta al centro del giardino. Tutt'attorno era pieno della rosa Bella. La mia rosa rosso velluto.
<Il getto è custodito nella nostra serra.>
La mano di mia madre mi carezzava il braccio.
<Grazie mamma.>
Le sorrisi. Poi, improvvisamente, il mio cuore si fermò.
Bella era al centro del patio con i miei fratelli e mio padre. Stavano chiacchierando e sorridendo. La gente intorno a loro immersa nel brusio di mille chiacchiere.
Mia madre lasciò il mio braccio e mi fece cenno di proseguire verso il patio.
Alice prese gli altri sottobraccio e lasciarono Bella sola ad attendermi.
I suoi occhi erano pieni di mille domande, ma non era tempo di risposte. Avrebbe capito da sé.
Rallentai la mia falcata verso lei. Se mi avesse detto di no? Oddio. No il mio cuore non avrebbe retto.
Poi ripresi il ritmo e mi trovai di fronte a lei.
Inspirai più aria possibile nei polmoni, tirai fuori la scatolina e un foglietto scritto di mio pugno e cominciai a parlare.
<Siamo a casa, dopo tanto tempo. E ora che siamo qui ho da chiederti una piccola cosa.
"Isabella è l'odore delle mie rose mosse dal vento,
è una farfalla posata sul mio palmo,
è il sapore della cioccolata che si mescola al mio,
è la musica del suo cuore che mi culla,
è scoprire di avere il coraggio di cambiare vita,
è un abbraccio che vale più di mille parole,
è un dolce bacio che mi sveglia dolcemente,
Isabella sei quello che non mi aspettavo dalla vita…
ma soprattutto sei il mio futuro.
E con il cuore in mano, e qui in ginocchio
davanti a chi ti ha conosciuto e chi ti conoscerà
davanti alla famiglia e agli amici,
io ti chiedo di diventare mia moglie."
Tra l'altro ti ricordo che ho già avuto una risposta e posso smascherarti se la dovessi cambiare…>
Ridemmo dell'ultima mia uscita.
I suoi occhi luccicavano. Le sue labbra tremavano.
Aspettavo solo un piccolo gesto da parte sua per fiondarmi su quei petali di rosa e farli miei.
Gesto che non tardò. Prese l'anello e mi fece segno di aiutarla ad indossarlo, poi prese le mie mani nelle sue
e con la voce tremula cominciò a parlare.
<Edward sei entrato nella mia vita. Un uragano sarebbe stato più delicato. Tu mi hai raccolta e portata con te. Vorrei donarti qualcosa che va oltre me perché non sarà mai abbastanza ciò che ti darò in cambio. Posso però offrirti il mio tempo, trasformarlo in magia per noi e farla diventare sostanza dei nostri futuri giorni assieme. Ti amo Edward Masen. E accettando la tua proposta sarò la donna più felice sulla faccia della terra. Per cui sì, voglio diventare tua moglie.>
Le mie mani corsero attorno ai suoi fianchi, l'avvicinai a me, labbra su labbra le mimai le due paroline magiche "ti amo" e mi presi il mio bacio.
Uno scroscio di applausi si alzò intorno a noi, ma nulla ci disturbò da quel momento magico solo nostro.
Quando ci staccammo ci trovammo la nostra famiglia a farci le congratulazioni.
___
Portai Bella a conoscere gli ospiti uno per uno. Era raggiante e felice nonostante la pomposità ricreata da Alice e dai miei genitori. Lo faceva per amore e gliene sarei stata riconoscente in un modo o nell'altro.
Pensai al discorso di mia madre sulla serra e sulla sua rosa. E decisi di prendermi una mezz'oretta solo per noi nella serra.
Con una scusa mi liberai dalle chiacchiere con i colleghi ed da Alice e corsi a recuperare le chiavi da mia madre.
<Devo mostrarti una cosa.>
Sussurrai all'orecchio di Bella quando mi avvicinai a lei.
Tutta felice della proposta mi sorrise e mi allungò la mano per essere guidata.
Ci allontanammo dal giardino. Passammo dietro il mio villino e quando vide la serra sgranò gli occhi.
<Ecco il tuo laboratorio segreto…>
Rise e accelerò il passo.
Aprii la porta e mi invase il profumo delle mie creature. Pace e silenzio. Il mio angolo di paradiso. Ed ora ero qui con lei. lei che come una bimba al parco giochi cominciò a correre di vaso in vaso. Di fiore in fiore. Fino a che non arrivò alla sua rosa.
<Eccoti… Oh Edward dammi un pizzicotto… Dimmi che non sto sognando… Dimmi che tu sei reale, questa rosa, questo anello…>
<Bella questo è il presente e il futuro. È ciò che avrai se lo vuoi. E io sono reale. Più reale che mai.>
L'abbracciai. La strinsi a me.
<Le tue parole Edward. Saranno impresse sul mio cuore a vita, non ne ho mai ricevute di così belle.>
<E io non ho mai ricevuto una così dolce risposta…>
Mi presi le sue labbra. La bacia in modo possessivo. Era mia. Dovevo marcare il territorio.
Bella capì le mie intenzioni e si strusciò a me. il suo abito fu subito alzato mostrandomi le sue gambe perfette. Le issai su di me. la feci sedere sul bordo del ripiano e con la mano spostai i piccoli vasi dietro di lei. lei si aggrappò ai miei capelli, vorace, famelica. Mi baciava con trasporto.
Passai le mie mani sulle sue gambe nude, fino ad arrivare alle sue mutandine. Indumento inutile.
Lo strappai via. Tirò le labbra in un rapido sorriso per il mio gesto ma non abbandonò la mia lingua neanche per un istante. Continuava a muoversi vogliosa su di me. Ero un uomo in perenne eccitazione.
Avevo paura che l'appoggio su cui l'avevo fatta sedere fosse poco stabile, così alzai la testa per cercare qualcosa di utile da stendere per terra. Adocchiai una vecchia coperta, poco distante da noi. Riuscii a prenderla e lanciarla per terra. Ripresi Bella in braccio e mi abbassai piano piano per terra. Volevo lei, dovevo entrare in lei, dovevo chiudere la nostra ufficiale promessa di matrimonio in modo nostro.
Lei fece scendere la zip dei pantaloni, li abbassò e con loro anche i boxer. Armeggiò con la mia erezione stimolandola ancora un po’,come se ce ne fosse stato bisogno. Poi prese a toccarmi il torace e la cosa mi mandò fuori di testa. Non resistevo al suo tocco. Ero diventato un maniaco. Dov'era finita tutta la mia stoicità? Questa creatura mi mandava in panne ogni volta. Così la penetrai con le dita Volevo stimolarla un po’ ma non appena entrai in contatto con la sua intimità mi accorsi che non ve ne era bisogno. Era già pronta per me. E così la feci mia. Ero eccitatissimo. Fu un attimo per entrambi raggiungere l'apice. Fu una cosa animalesca ma forte e intensa e ci tolse il respiro.
Dopo ci fu qualche minuto di silenzio assoluto. Io ero ancora steso sopra di lei, con il gomito poggiato a terra per non pesarle addosso, e intento a venerarla carezzandole la fronte.
<Ciao vita mia.>
Le soffiai mentre riapriva gli occhi.
<Sei stanca?>
<No… mi godevo il momento>
<Goditi tutto ciò che vuoi…>
<Dovremmo tornare di là.>
<Già. Dobbiamo?>
<Si, Edward…>
Rideva per le mie risposte. Dio se mi faceva morire questa creatura. La sua risata risuonava in tutta la serra ed io mi sentivo l'uomo più fortunato al mondo in quel momento.
Mi alzai, mi sistemai e cercai le mutandine di Bella o quello che ne rimaneva.
Lei si sistemò i capelli, passò una mano tra i miei. Mi raddrizzò il collo della camicia e mi aiutò ad infilare la giacca. L'avevo tolta? Non ricordavo. Risi della cosa.
<Dottor Masen che cosa la fa ridere?>
Mi guardava di sottecchi pensando chissà che cosa…
<Ero talmente preso dal momento che non ricordo quando ho tolto la giacca.>
<Andiamo bene!!>
<Te l'ho già detto che effetto hai su di me, e non è normale questa cosa… forse dovrei fare un po’ di terapia io!!!>
1 commento:
Mai sentita una dichiarazione del genere, mai conosciuto un uomo del genere, mai visto un amore del genere, sono emozionata con le lacrime agli occhi, questa storia mi tocca dentro ed ora vedere finalmente la felicità che meritavano mi riempi e mi scalda il cuore.
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