La festa proseguì e la mia Bella ancora emozionata girava con Alice tra gli ospiti. Io appoggiato al tavolo preposto al bar mi sorseggiavo un whiskey quando mio padre si avvicinò.
<Non ci avrei mai creduto se me lo avessero raccontato.>
<Cosa papà?>
<Tu.>
<Io??>
<Il cambiamento che quella donna ha portato in te…>
Lo guardai mentre sorrideva seguendo con gli occhi la mia Bella.
<La mia donna.>
<La tua donna ti ha reso meno robot… più umano…>
E con una pacca sulla spalla si congedò.

Dopo circa un'oretta gli invitati cominciarono a lasciare il cortile e a salutare. Bella era solare, felice e quando incrociammo gli sguardi c'era la voglia di noi. I suoi occhi sereni vennero incontro ai miei.
<Buona sera amore mio… Che fai qua tutto solo?>
Le sue labbra sfiorarono le mie.
<Aspettavo la mia futura moglie…>
<Andiamo a casa?>
<Ma Edward qua c'è da sistemare…>
<Qua ci penseranno i camerieri, tu ed io siamo esonerati dalle attività comuni per tutto il resto della serata!>
Le strizzai l'occhio e prendendola per mano andai verso i miei familiari per congedarci.
<Mamma, papà, Bella ed io siamo stanchi dal viaggio andremmo, se per voi non è un problema.>
<Edward non vi preoccupate, andate a riposare ma domani sera a cena voglio tutta la famiglia al completo a casa Cullen.>
<Promesso mamma.>
Ci dirigemmo verso il nostro villino.
___
<Edward faccio una doccia veloce…>
<Si piccola, io porto su le valigie.>
Avevo tutto il tempo di preparare la sorpresa a Bella. Volevo festeggiare il ritorno a casa e l'ufficialità del fidanzamento in modo un po’ speciale.
Chiusi le valigie nella seconda camera. Scesi in cucina e presi tutti gli oggetti che mi servivano.
Corsi nella serra e anche lì mi occupai di recuperare tutto quello di cui avevo bisogno.
Dalla porta del bagno segnai il percorso fino al letto con i petali di rosa.
Letto che avevo cosparso di petali di ogni colore.
Letto che avevo cosparso di petali di ogni colore.
Dalla parte opposta rispetto alla porta del bagno misi a terra, nascosti dal letto, la cioccolatiera e la frutta.
Avevo acceso la candelina e il cioccolato a poco a poco stava sciogliendosi.
L'acqua della doccia era stata chiusa. Decisi di non farmi trovare in camera. Scrissi un paio di istruzioni e lasciai il biglietto sul letto.
Andai nella camera accanto. Doccia rapida. Pantaloni della tuta. Strofinata ai capelli con l'asciugamano. Mi mancava la benda. Era sul nostro letto. Ero pronto.
Sbirciai dalla porta della nostra camera. Bella leggeva le mie istruzioni, fece cadere il telo che la copriva a terra e chiuse gli occhi.
<Sono pronta, ad occhi chiusi. Entra>
Feci poco rumore. Mi avvicinai a lei facendole percepire il mio calore. Mi allungai sul letto per recuperare la benda. Le avvolsi gli occhi e feci un leggero nodo. Avvicinai le labbra al suo orecchio.
<Questa notte potrò farti ciò che in queste lunghe notti di attesa ho potuto solo sognare. Assaggiare ogni singolo centimetro di pelle e godere dei tuoi gemiti, lasciarmi guidare dai tuoi ansiti per venire, venire e ancora venire…>
Sentii il suo corpo vibrare.
<… quando sarai stanca, quando mi chiederai di fermarmi, io continuerò a baciarti tutta, a leccare la tua pelle e raccogliere ogni goccia di sudore che ti avrò causato, poi inizierò a massaggiarti le spalle, la schiena e ogni tua rotondità fino ad arrivare al tuo collo, fermarmi sulla giugulare e succhiarla. Succhiare la vena pulsante e marchiarti affinchè nessuno posso più toccarti. Perché sei mia!>
La feci girare verso di me, tremava come una foglia. Le presi le mani.
<Fatti guidare e farò in modo che stanotte ti possa dimenticare persino il tuo nome…>
Non le feci finire la frase che mi impossessai del suo labbro inferiore. Rosso carnoso, profumato di fragola.
Leccai, succhiai e baciai quel petalo fino a che dalla gola di Bella non sentii un ringhio roco e profondo.
A quel suono nei miei pantaloni cominciò a vibrare la mia voglia di lei.
La feci stendere sul letto e l'accompagnai al centro.
Io scesi e lei fece una smorfia.
<Non lasciarmi…>
La voce sottile e ancora arrochita dalle sensazioni appena provate.
<Sono qui… devo solo sistemarmi meglio…>
La mia voce uscì ancora più sottile della sua, non dovevo rompere la magia.
Spensi la luce, lasciando l'abat jours accesa, che rilasciava una luce calda grazie al foulard che gli avevo appoggiato sopra.
Presi la ciotola col cioccolato fuso, la frutta e mi sistemai sul letto.
Con l'indice sentii la temperatura del liquido che avrei spalmato su Bella. Tiepido. Giusto.
Stavo per leccarmi il dito ma decisi che non sarei stato io a farlo. Mi avvicinai a Bella.
<Apri la bocca…>
Lei d'istinto lo fece.
Infilai il mio dito tra le sue labbra.
La sua lingua riconobbe l'ambrosia e cominciò a leccarmi il dito in modo vorace fino a succhiarlo e far schioccare le sue gote dalla bramosia.
La mia erezione si scatenò e dovetti concentrarmi. Era la serata in cui tutto doveva filare liscio, dovevo lasciare spazio alla mia voglia, alla mia impulsività.
Guardai Bella e le sue labbra sporche. Cercava di pulirsi con la lingua, ma mi fiondai io sui suoi petali e divorandomeli tolsi ogni ombra di cioccolata.
Terminata la pulizia, presi una fragola. La intinsi nel cioccolato e lo portai alle sue labbra. Lei di tutta risposta provò ad addentarla.
<Ferma gattina golosa… Non è destinata a te questa prelibatezza, devo raccogliere il tuo profumo e poi inebriarmi mordendola.>
La passai tra le sue labbra e l'accompagnai fino al seno e poi giù fino al centro del mondo. Il suo ombelico. Una piccola sinuosità dove affondare la lingua, ma ora vi stavo immergendo il frutto.
E lo lasciai li. Mi alzai, mi sistemai tra le sue gambe, a carponi. Era fantastica nel suo candore. Vibrava come una corda di violino stimolata da mille pizzicotti. Scesi con la bocca sull'ombelico e mangiai il frutto.
<Sa di te. Del tuo profumo di donna. E me lo sto gustando come se stessi assaporando la tua voglia.>
Tremava, con le mani strinse le lenzuola e con i denti arpionò il suo labbro inferiore.
Risalii sui suoi seni. Li sporcai di cioccolato e, uno alla volta, ne leccai l'aureola, succhiai la punta e la mordicchiai fino a che non percepii le gambe di bella stringersi a darsi sollievo.
I suoi ansiti erano musica per le mie orecchie.
<Edward... non credevo di... arrivare all'orgasmo solo con… la tua lingua sui… ahhhhhhhhhhh!!! ...seni…>
Le sue parole mi riempirono il cuore di fierezza, ma proseguii.
Presi dalla ciotola un'altra fragola. Immersa nel cioccolato, finì sul monte di venere.
<La lascerò qui e quando la mangerò cercherò di concentrarmi per non venire nei pantaloni perché il tuo odore di donna mi fa questo effetto!>
La sentii fremere.
<Ferma o la fragola cade. E noi non vogliamo che si sposti vero?>
Voce bassa e roca. Lei scrollò la testa confermando la mia richiesta.
Proseguii il mio gioco.
Presi un'altra fragola. Le feci aprire la sua mano. Gliela posai sul palmo. Feci la stessa cosa nell'altra mano.
<Ora… Prenderò una fragola alla volta. Tu non capirai quale delle tre fragole io ho preso e lo sai perché?>
<uhm… no…>
<Perché è tanto alto il tuo stato di eccitazione che ogni singola cellula del tuo corpo potrebbe esplodere dal piacere che sta provando.>
Le sue ginocchia si strofinarono e le sue labbra a cercarono sollievo.
<Dimmi Bella… dimmi che cosa vuoi che io ti faccia ora…>
La sua lingua a bagnare le labbra.
Non mi rispose.
<Vuoi che ti bagni le labbra?>
Dalla sua gola un solo ringhio.
<E dimmi Bella con cosa mai potrei bagnartele?>
Le sue labbra strette nella morsa dei suoi denti.
<Dimmelo…>
Un imperativo il mio…
<Uhmm… Bagnale… Oddio…>
<Bella calma il respiro e rispondimi…>
<Bagnale di te…>
<Di me gattina mia?>
<Ahhhh Edward… si di te…>
Le mie mani vagavano sul suo corpo ormai in preda alla voglia di lei come se vivessero di vita propria.
Mi allungai sul suo viso. Leccai il labbro superiore, lentamente. Cercai di prendermi anche il labbro inferiore ma la mia gattina incastrò la mia lingua tra le sue labbra. Avida, succhiava e leccava. Vogliosa. La mia donna.
Ci staccammo. Inspirai più ossigeno possibile.
Scesi sul collo. Fu il mio turno a succhiare. Lasciandole un marchio. Il marchio Masen sulla sua pelle. Mia.
Scesi ancora.
Sulla mano destra. Morsi la fragola. Lei rimase immobile. Poi presi l'altra con le labbra e la portai alle sue.
La prese tra i denti e scambiandoci un dolce bacio con le labbra ci scambiammo il frutto.
Ma ne mancava una. La più dolce, profumata e golosa.
A piccoli baci percorsi il suo corpo.
Arrivai alla fragola.
La presi tra i miei denti.
La passai sulla sua intimità.
Il suo fiore rispose al contatto.
Inarcò la schiena e ringhiò di nuovo.
La mia erezione stava eseguendo una rumba. Portando lei al limite stavo per esplodere anche io.
Intrufolai il frutto tra le sue labbra intime.
<Ora Bella mettiti seduta, io mi alzerò in piedi proprio davanti a te e tu mi spoglierai tastandomi. Non ti dirò cosa sto indossando.>
Mi alzai in piedi sul letto.
Le si sedette. Il frutto posto sul fiore le stava causando un altro spasmo. Tremavano le sue mani. Ma nonostante questo le poggiò sulle mie gambe. Carezzò il tessuto di cotone, ma non si limitò alle gambe. Arrivò al punto vita e li scaraventò giù verso le caviglie. A pochi centimetri dalla sua bocca la mia asta. Piena e dolorante.
Ma la mia gattina ne percepì la presenza. Baciò a fior di labbra la punta senza toccare altro. Per poi spalancare le labbra e famelica, avvolgerla.
<Oddio siiiiiiiiiii…>
Le mie mani sulla sua testa. La mia testa rivolta al cielo e la punta premere sul suo palato. Dio che sensazione. Ero in paradiso.
<Edward…> mi riportò a terra. <Indirizza le mie mani al cioccolato>
Prese la ciotola e ne immerse le dita. Con l'altra mano mi teneva stretto.
Ricoprì tutto il mio membro di cioccolata. E poi riprese a leccarlo.
<Ahhhhhhhhhhhh! Dio si Bellaaaaaaaaaaaa…. Così….>
Ero sul punto di venire quando la bloccai.
<Fermati. È tutto tuo. Ma non così.>
Cercai la lucidità che in pochi attimi avevo perso.
<Sdraiati, e togliti la benda.>
Io ero ancora in piedi. Lei sdraiata era uno spettacolo.
Aveva segni del dolce liquido sparso su tutto il corpo.
E lì, sul suo fiore, ancora in piena eccitazione, teneva stretto quel frutto proibito.
La fragola era mia. Sapeva di lei. Era destinata a me. Solo a me.
Mi inginocchiai, baciai le sue labbra.
<Ti libero così da poterti dare tutto me stesso ora. Mi vuoi?>
<Oh sì, Edward… certo che ti voglio, non senti come ti voglio?>
<Urlalo quando sarai al culmine, urlalo per me.>
<Oh si Edward… portamici al culmine…>
Scesi sulla sua intimità. Lasciai il mio sguardo nel suo. Volevo mi vedesse godere del suo profumo.
Colsi il frutto e lo mangiai sentendo il suo sapore. Cercai di resistere ma vederla fremere di questo gesto mi mandò in bestia.
Tornai sopra di lei, investendola con il calore del mio corpo.
La penetrai. La sua bocca si spalancò senza emettere alcun suono. E spinsi. Spinsi in lei fino a sentire il culmine con la mia punta.
La giusta metà della mela. Era fatta per me e io ero fatto apposta per lei.
Cominciai la mia danza prendendole i polsi, guidandoli a distendere le braccia sopra la sua testa. Mia. Soggiogata al mio piacere. Mi facevo leva su quella presa per non pesarle sul corpo.
Dentro e fuori.
Dentro e fuori.
<Ahhhhhhhhhhh Edward di più….>
Incrementai il ritmo.
La sua schiena inarcata, le sue gambe attorno alla mia vita. L'elettricità che percepivo mi stava destabilizzando. Ero quasi al culmine. Rallentai un attimo. Posai le mie labbra sul suo orecchio.
<Con me amore mio. Vieni con me. e urla il mio nome.>
<Si Edward tutto ciò che vuoi…>
Ripresi il ritmo…
L'apice ci fece urlare i nostri nomi e fu uno spettacolo osservare il viso di Bella arrossire e tendersi in buffe smorfie di piacere. Dal canto mio sentii il cuore impazzito e all'ultima spinta inarcai tutto me stesso su di lei. Mi sentivo pieno, una sensazione piacevole.
Sfinito mi accasciai su di lei.
Bella mi abbracciò.
<Non uscire ancora, stai così… in me.>
<Tutto quello che vuoi piccola mia.>
Passammo la notte così. Lei mi carezzava i capelli e la schiena e io l'abbracciavo stretta a me. Cercai con gli occhi la coperta, una volta trovata ci avvolsi i nostri corpi. Non so quanto tempo passò, ma ci addormentammo.
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