mercoledì, dicembre 28

Capitolo 31 - ...Sei...















<Ok, Jasmine ti devo salutare, ho una paziente in ambulatorio, ci sentiamo questa sera per accordarci.>
Una telefonata infinita! Ecco cosa ci aveva interrotto!!!
<Scusatemi infinitamente non dovrei avere il cellulare con me ma attendo una telefonata importante e non posso spegnerlo..>
<Si si Sloane, stavi per dirci che Bella è…>
Io ero di sicuro impaziente!!! Bella invece…
<Beh, Edward Bella sono felice di informarvi che tra pochi giorni potrete tornare a casa. La terapia funziona, Bella sta reagendo all'ipnosi, il maestro di Thay mi dice che la tua muscolatura si sta riossigenando, riprendendo tono ed elasticità, per cui basta una buona dieta per togliere l'anemia rimasta e sarai di nuovo come nuova.>
Non potevo credere alle parole di Sloane.
<Ma è appena successo, ha da poco scoperto questa cosa così brutta, non dobbiamo lavorarci ancora un po’?>
La mano di Bella stringeva forte la mia.
<Edward tranquillo. Non metterei mai a repentaglio la terapia e i traguardi conquistati. Passeremo altri due o tre giorni per chiudere la terapia dell'ipnosi. Bella ha bisogno di vivere casa sua. Per lei non va bene vivere in questi luoghi anonimi, giusto Isabella?>
D'improvviso mi voltai verso di lei.
<Già… Casa...>
Sguardo basso, la sua mano lasciò la mia e il suo corpo piano piano  si allontanò dal mio.
Le presi il volto con le mani per portarla a guardare i miei occhi.
<Noi siamo casa Bella. Tu ed io. Ovunque tu voglia.>
I suoi occhi cioccolatosi cominciarono a luccicare per le lacrime che stavano per allagare il suo viso.
<Bella tu per me sei casa e io non potrei mai rinunciare più a te. Questa tua lotta ci ha aiutati a conoscerci e a viverci in ogni momento. Sarà dura per me tornare al lavoro dopo queste settimane di isolamento con te, ma so che quando tornerò a casa, ci sarai tu ad aspettarmi. Quindi ti prego amore mio, non piangere per paura del domani. Io sono con te. Sempre.>
Nel frattempo Sloane era uscito dallo studio per lasciare a Bella il tempo di ragionare sulle sue parole e ora l'avevo caricata anche delle mie.
Cominciò a piangere. Lacrime infinite. Le mie mani a cercare di arginarle.
<Bella ho detto qualcosa di sbagliato? Dimmelo per favore, perché io non so cosa fare… Ho sbagliato?>
Le sue mani si posarono sulle mie guance.
<Edward…>
Un sospiro.
<Edward, ho paura.>
<Di cosa amore mio? Dimmelo… Voglio aiutarti.>
<Ho paura di perdere tutto quello che ho qui, ora, con te. Ho paura di arrivare a casa e tornare alla vita di tutti i giorni. Ora che starò bene non mi starai più addosso come prima, non avrai più scuse per stare con me, mi starai lontano e alla fine ti stancherai di me come ha fatto Mike, come ha fatto Jacob.>
Tutto d'un fiato uscirono quelle parole, ed io mi trovai improvvisamente travolto dalle sue paure.
I miei occhi si chiusero per un attimo. "Ragiona Edward… sii forte per tutti e due e cerca di dirle la cosa giusta!!" Pure la vocina della coscienza doveva intervenire!!!

<Ascoltami amore mio. Lavorerò, lo farai anche tu se vorrai , così da far passare più in fretta il tempo che ci terrà separati. Ricomincerai anche lì da capo. Dimmi quello che vuoi fare e io ti appoggerò, ti aiuterò. Ma mai, mai e poi mai potrei stancarmi e staccarmi da te. Tu sei ossigeno per me, lo capisci? Sei un dono e al solo pensiero di vivere senza di te mi sento mancare l’aria. Ora dobbiamo solo riordinare un po’ le idee e cercare di ripartire da noi. Pensi di farcela amore mio?>
Non ebbi risposta ma si fiondò sulle mie braccia a cercare la conferma delle mie parole.
<Bella siamo insieme.>
La strinsi a me.
Dopo qualche minuto il corpo di Bella si rilassò e mi resi conto che si stava addormentando. Sapevo che ogni tipo di sconvolgimento emotivo la stressasse tanto, ma vederla così piccola tra le mie braccia mi faceva paura. Sarei stato capace di occuparmi realmente di lei?
Le stavo accarezzando la fronte con la mano alternando qualche piccolo tenero bacio quando Sloane rientrò.
Si posizionò dietro di me, la sua mano a darmi forza sulla spalla.
<Portala a letto. Stalle accanto come puoi. Si è unita a te durante la terapia e tu sei la sua spinta per andare oltre. È difficile, ma lo vedo come vi guardate e come lei si apre con te. Non è facile trovare pazienti che riescono durante la terapia ad appoggiarsi ad altri. Hai questa fortuna Edward, non scordarti mai di ciò che lei ti sta dimostrando.>
La presi in braccio e la portai in camera.
Come sistemai la mia piccola rosa sul letto cercai Alice. Non era più nella nostra stanza.
<Prezzemolina dove sei?>
<Nella mia camera Ed… Tutto a posto? Eravate spariti al mio risveglio! Bella aveva la terapia?>
<Eravamo a colloquio con Sloane…>
<Oddio è successo qualcosa?>
<Tutto a posto sorellina!! Un paio di giorni forse tre e si torna a casa!>
<Oddio che bello!!! Edward!!! Sono felice!!!>
Silenzio.
<Edward… che c'è?>
<Nulla sorellina.>
<Nulla ste due…>
<Tranquilla, sto solo immaginando il mio domani con lei e ho un po’ paura di essere incapace!>
<Edward, ascoltami. Siete un'unica entità voi due. Non sarà facile, ma ce la farete!! Noi siamo tutti con voi!>.
<Ha paura e forse ho calcato troppo la mano. Ho preteso da lei troppo e ora ha paura di rimanere sola.>
<Edward, ora calmati. Questi sono semplici dubbi da innamorati. Stai tranquillo, infondile sicurezza e ora ti saluto perché devo prendere il primo volo libero per tornare a casa e dedicarmi ad una festa di ben tornati ai due piccioncini!!>
<Alice…>
<Sai che tanto farò di testa mia… quindi…>
Sbuffai in segno di resa…
<Una sola cosa… il centro di tutto dev'essere Bella, per cui tante rose rosse e metti sul mio conto!!>
<Uhm… vedremo fratellone!!! Dai un bacio alla mia cognatina! Ah, per altro, volevo ricordarti che un bel solitario Tiffany sarebbe gradito e ben abbinabile al regaluccio dell'altra sera!!>
<Alice!!>
<Ok.. Ok… ma tanto sento che non tarderai molto!!! Bacio fratellone e ci vediamo a casa!!!>
<Chiamami come atterri ok?>
<Si, si!! Dai un bacio a Bella da parte mia!>
Mi voltai per osservarla. La mia dea dormiva raggomitolata alle lenzuola come se stesse cercando di aggrapparsi a qualcosa.
Chiamai la reception e ordinai il pranzo in camera, feci prendere un mazzo di rose rosse e una bottiglia di champagne per festeggiare la bella notizia.
Posai la cornetta e mi sistemai accanto a lei. Non feci tempo a sdraiarmi che le sue mani mi cercarono.
Forse sognava di me e mi voleva. Anche lì, anche nel sogno.
E io dovevo esserci. Per lei, per me, per noi! Eravamo destinati.
Mi risvegliai al rumore del cameriere che bussava alla porta. Corsi ad aprire, e con mia sorpresa fu Alice a portarci il carrello. Doveva aver intercettato il cameriere.
<Edward, volevo solo dirti un'ultima cosa. Poi corro in aeroporto.>
Bisbigliava mentre si avvicinava alle mie orecchie.
<Ti è stata data una possibilità non sciuparla. Dalle sicurezza. Dalle quello che qualsiasi donna vorrebbe per sé.>
 Il mio sguardo perplesso e spaventato fissava il suo.
<Per la miseria Edward!!! Svegliati. Un anello, una casa, non saranno mai abbastanza se tu non sei pronto a prenderla tra le tue braccia e difenderla, proteggerla, ascoltarla e amarla. Ricordatelo. Sii tutto per lei e lei si sentirà completa solo con te! Ora fuggo ma tu fai il tuo dovere, non sei più solo ok?>
<Ok. Ma quanto ti adoro prezzemolina mia!!!>
E facendomi l'occhietto sparì dalla mia vista.
Entrai nella nostra stanza e sistemai la tavola, le rose, e stappai la bottiglia di champagne per riempire i due flute.
Mi avvicinai al letto e cercai di pensare ad un modo dolce per svegliarla.
Poggiai le mie labbra al mio flute, assaggiai un sorso di champagne e poi con le labbra ghiacciate da quel liquido ambrato mi avvicinai alle sue. Le sfiorai. Lei di riflesso vi passò la sua lingua. Allora bevvi ancora. E questa volta feci passare la mia lingua sulle sue labbra. Al tocco lei rabbrividì. Spalancò gli occhi.
<Ancora!>
Mi incitò.
<La mia golosona…>
<Uhmmmm… sei tu che mi vizi…>
Allora bevvi un altro sorso e prima di mandar giù mi infilai il dito indice in bocca per poi posarlo sulle sue labbra.
Ma non mi soffermai lì. Scesi lungo il suo mento, il collo, la scapola… dovetti mandar giù il sorso per non strozzare alla vista della sua pelle tutta intirizzita.
Bella fu presa da brividi e gemiti che l'aiutarono a togliersi dal torpore del sonno.
I suoi occhi lucidi dal piacere mi fissavano a segno di sfida, che io colsi.
Poggiai il bicchiere sul comodino e cercai di svestirla il più velocemente possibile. La sua biancheria doveva essere indossata solo se si possedeva il porto d'armi per quanto letale fosse alla mia vista.
Ritrovata la lucidità mi tolsi anche i miei indumenti per spalmarmi su di lei e farle capire che eravamo una cosa sola, da qui all'eternità.
Fu realmente come tornare a casa. La sua pelle, il suo profumo, le sue mani sul mio corpo. Tutto era per noi. Tutto ci portava a casa. Tutto era già stato scritto. Noi dovevamo solo adattarci a questa realtà.
Prima di sentirmi in lei saggiai la sua pelle. Con le mani, la carezzai ritrovando ogni singolo suo meridiano così perfetto, così speciale. Poi lo feci con la lingua. Dovevo farmi del suo sapore. Le mie labbra dovevano sapere di lei.
Scesi verso le sue colline e non potei che soffermarmi su quelle cime turgide e già pronte per il mio tocco, ma le sfiorai soltanto, quasi per paura di rovinare il loro splendore. Vi soffiai delicatamente per far ansimare ancora di più Bella. Scesi con il palmo della mano aperto su di lei a pochi millimetri di distanza dalla sua pelle e arrivai alla pancia. Una valle incontaminata, di un pallore unico e invitante al tempo stesso. Indugiai sul suo ombelico, ma non con le mani. Vi posai il mio naso. Inspirai ed espirai dalle labbra provocandole altri brividi. Sentii le sue mani aggrapparsi ai miei capelli. Il suo corpo era in preda ad attacchi di brividi ma le sue mani mi trattenevano dallo spostarmi da lei.
Così avvicinai le mie labbra sulla sua anca, la baciai lasciando una scia umida con la lingua, volevo tremasse al mio passaggio e le sue reazioni sincere mi confermavano che stavo riuscendo nel mio "compito".
Proseguii con la lingua fino all’interno della sua coscia, dove cominciai a lasciare piccoli morsetti alternati a colpi di lingua, come a curare delle invisibili cicatrici dei miei invisibili assalti. La presa sui miei capelli aumentò e capii che era pronta per me. L'assaggiai sferzando la mia lingua contro la sua intimità. Mi beai di quel profumo solo suo.
Alzando gli occhi su di lei vidi il suo corpo flettersi e inarcarsi a cercare sollievo.
Allora affondai con la lingua ancora di più in lei, alternando gli affondi all'adorazione di quella sua piccola erezione che però pulsava quanto la mia.
Era un richiamo. Così forte da fiondarmici e succhiarla, quasi a imitare un gesto che in genere mi veniva donato. La reazione di Bella fu quella di abbandonarsi completamente e farmi bere il suo nettare. Urlava il mio nome e questo mischiato all'erezione che padroneggiava tra le mie gambe rischiò di farmi fare la figura del sedicenne impreparato.
Risalii su di lei. a piccoli passi baciandola a più non posso, passando sulla sua pelle profumata per ritrovare le sue labbra e mangiarle tanto ne avevo voglia.
Lei si avvinghiò alla mia vita con le sue gambe. Alzai il mio bacino e la portai un po’ più in giù, più comoda per farla mia. Entrai in lei. Mi presi ciò che mi apparteneva e ne pretesi appagamento.  Cominciai a spingere. La voglia di lei mi fece perdere il senno. Aumentai di colpo il ritmo e lei supplicandomi di averne di più non faceva altro che mandarmi fuori di testa. Continuai. Era la nostra lotta preferita, quella in cui nessuno dei due soccombeva all'altro se non al solo piacere. Quando ad un certo punto, tra una spinta e l'altra la mia bocca si aprì di volontà propria.
<Tu…>

















<…sei la mia…>

















<…vita…>


















<…e io…>


















<…non posso…>
















<…più farne a meno…>



















<…se per…>



















<…te…>




















<…è lo stesso…>















<…sposami Bella…>























<…sposami…>


























<…e rendimi…>


















<…solo tuo…>














<…in eterno>






















Mi resi conto delle mie parole solo quando lei si bloccò e mi fermò.
<Edward… Cosa mi hai appena chiesto?>
<Sposami Bella.>
Ribaltò le posizioni. Mi trovai schiena al materasso e lei sopra di me.
<Una sola domanda… La tua proposta nasce dalle mie lacrime di stamattina? >
Quanto era adorabile la mia piccola…
<Anche, ma viene soprattutto dal fatto che io e te siamo destinati, siamo innamorati, siamo affini, siamo complementari e se uno dei due si allontana l'altro è perso. Per cui Isabella Swan, anche senza l'anello di cui al momento sono sprovvisto, vuoi diventare mia moglie?>
Lei non rispose, ma si fiondò sulla mia bocca, si posizionò sul mio inguine e continuò da dove si era fermata.
Si mosse come forse non mai, mi stava cavalcando fino allo stremo. Le sue mani sui miei pettorali, su e giù, scandendo la sua cadenza. Sua e mia. Fino a che non urlò il mio nome in preda all'orgasmo che provocò di conseguenza il mio. Un potente e inarrestabile orgasmo che fece tremare entrambi.
Alt. Non mi aveva risposto. Aveva fatto l'amore con me ma non aveva risposto alla mia domanda!!
Mi alzai su di un gomito e osservai Bella, la quale mi stava scrutando. Cercava di leggere qualcosa dai miei occhi. Poi sorrise.
<Dove sei stato tutto questo tempo futuro signor Swan?>
Oddio… Era il suo modo per dirmi di si???
<In attesa della mia signora Masen!!!>
<Edward…>
<Si piccola?>
<Ce la faremo?>
<Oh piccola mia, hai appena superato pericoli e fatiche ben peggiori… Pensi di non sopportare il peso di una fede al dito?>
<Scemo… Lo sai che non è quello che intendo. Io non ho famiglia, non ho più nulla se non qualche straccio della mia vita passata. Dovremmo ripartire da zero, ma stavolta insieme. Ho qualche paura, paura di non essere all'altezza, di non ripagarti con la stessa moneta…>
<Zitta! Bella io e te possiamo farcela! Ovunque e qualunque cosa ci verrà data dal destino la affronteremo assieme. Te lo prometto.>
La baciai a lungo quel pomeriggio. Ci scambiammo coccole per ore, e facemmo ancora l'amore, come se non ci bastasse mai, come se non ne avessimo mai abbastanza l’uno dell’altra.

2 commenti:

mikkiko78 ha detto...

Quella sequenza di gif animate è stata la mia morte, dio mio che capitolo, io sarei morta ancora prima di metà discorso, quest'uomo riesce sempre a distruggermi, come vorrei essere io in quel letto!!!!! Dio che sensazione spettacolare, ho brividi in tutto il corpo!!!!!

Annye ha detto...

no dico ma tu mi vuoi morta? ghiaccio e che me ne faccio mi serve una doccia gelata con tanto di marito che non c'è cazzarola Pattz erella sei in debito il mio piccolo cuoricino ha perso molti battiti... ma ti amo lo stesso