PICCOLA PREMESSA
NON SONO DOTTORE.
NON PRATICO L'IPNOSI.
NON SO A COSA STO ANDANDO INCONTRO.
HO VOLUTO USARE QUESTA COSA PER FAR CAPIRE QUANTO BELLA SIA INNAMORATA E COMPLETATA DA EDWARD.
PRENDETE IL LATO MEDICO-TERAPEUTICO CON LE PINZE
E FATE FINTA CHE FUNZIONI COSI'!!!! PERCHE'?
PERCHE' E' L'ERELLA CHE VE LO CHIEDE.
SE LA COSA NON VI PIACE LA STORIA RIMANE COMUNQUE LI.
NELLA MIA RADURA PREFERITA, NEL MIO ANGOLO PIU' PERVERSO.
ULTIMA COSA.
CI SONO DEI RIFERIMENTI PIU' CHE NOTI ALLA SAGA.
VI CHIEDO VENIA. MA LA SAGA E' NEL MIO CUORE!!!
BUONA LETTURA E GODETEVI IL DOTTORINO!!!
LA VOSTRA ERELLA DI FIDUCIA!
♥♥♥♥
Ero fuori dall'ambulatorio del dottor Sloane. Bella aveva optato per l'ipnosi e voleva che io fossi con lei. Ma Sloane mi aveva chiesto di rimanere fuori, per lo meno per le prime sedute.
Questa cosa a Bella non era piaciuta. Voleva rifiutarsi, ma le avevo promesso che sarei stato qui fuori ad aspettarla.
Dopo quasi 50 minuti vidi la porta aprirsi e il dr Sloane avvicinarsi a me.
<Vieni Edward, è sfinita. Portala in camera. Deve riposare e qualsiasi cosa succeda, una reazione strana, tu mi devi chiamare. È fondamentale che io segua attraverso te anche il post-sedute.>
Lo guardai con occhi spalancati. Era stanco e provato anche lui e mentre mi parlava appoggiò la sua mano sulla mia spalla.
<Sarà un percorso difficile Edward, il suo passato è imponente e emotivamente destabilizzante. Avrà crisi, e tu dovrai essere forte per tutti e due. Pensi di farcela?>
<Devo farcela. Per noi, per lei. Le ho promesso di aiutarla e ora non potrei più farne a meno.>
<Sii forte e questo è il mio biglietto da visita. Chiamami a qualsiasi ora. Io sarò sempre reperibile. Nel pomeriggio chiamerò Sheperd e gli spiegherò la situazione, così magari domani decideremo se fare una terapia medica per calmarla nella fase post-ipnosi, che ne dici?>
<Fate tutto ciò che serve, lei deve stare bene e guarire. È nelle vostre mani e io con lei.>
Detto questo mi diressi verso di lei.
Era sdraiata sul lettino in pelle, aveva pianto e stava sudando. Aveva il sonno agitato.
Mi girai verso Sloane.
<Edward sta ricordando ciò che mi ha raccontato durante la seduta. Questa è una reazione normale. Tu fai in modo che lei si senta al sicuro e andrà meglio.>
Mi voltai su di lei. L'abbracciai.
<Ci sono io con te amore mio. Mi senti piccola? Ti porto in camera e riposerai con me accanto. Non ti lascerò sola>
La presi dolcemente e uscii dall'ambulatorio.
<Edward… tranquillo ok? E ricordati di chiamarmi.>
Come potevo essere tranquillo? Avrei dovuto esserlo. Era una terapia, ma la stava sconvolgendo. Salii in camera, feci un po' di confusione nell'aprire la porta e lei si mosse tra le mie braccia cominciando a singhiozzare. La strinsi più forte a me.
<Shhhh!!! Piccola ci sono io. Era solo la porta della camera. Sei al sicuro qua.>
Si accoccolò di più a me.
<Brava così. Riposa. Ci sdraiamo sul letto e io sto accanto a te. Non ti lascio Bella. Non sei più sola.>
A quelle parole vidi le sue labbra distendersi in un sorriso e ne fui felice. Aveva bisogno di sapermi li. Aveva bisogno di me.
La sistemai sul letto e mi stesi accanto a lei. La strinsi forte a me. Le accarezzai la schiena a lungo. Volevo che sentisse il mio tocco, il mio calore, la mia presenza. Doveva essere tranquilla.
Mi appisolai così, con lei accanto, come se fossimo rinchiusi in un bozzolo. Amavo tenerla così stretta a me. Era parte di me. Era la mia metà. Ed ora più che mai ne ero convinto. Il nostro bisogno l'uno dell'altro era totalizzante e non avrei permesso a niente o nessuno di dividerci. Mi addormentai.
…
Quando mi risvegliai mi sembrò d’avere accanto una trottola. Si muoveva agitata. Era tutta sudata e bofonchiava parole incomprensibili. Provai a stringerla più forte a me ma ne ebbi l'effetto opposto. Dimenandosi dalle mie braccia cominciò a piangere. Presi al volo il cellulare e il numero del dr. Sloane. Lo chiamai. Era ancora nel centro e sarebbe salito in camera.
Dopo poco sentii bussare e corsi ad aprire. Il dottore mi chiese cosa fosse successo e mentre glielo spiagavo sentiva il polso di Bella e le parlava in modo delicato con voce profonda.
<Bella sono la tua guida. Ora respira profondamente. Dai ossigeno al tuo corpo. Sei nella tua radura. Quella di cui mi hai parlato ricordi? Sei lì e stai respirando lentamente. Ora dimmi solo una cosa. Per stare bene in questo momento chi o cosa ti manca? Rispondimi Bella.>
Bella si era calmata un po' e ad occhi chiusi aprì bocca per rispondere.
<Edward…>
Mi mossi verso di lei facendo un passo ma il dottore mi fermò.
<Edward è qua, se tu sei pronta lo faremo entrare nella tua radura, ma solo se tu ne avrai assolutamente l'esigenza, ricordi? Nessuna forzatura. Nessuna imposizione.>
<Voglio Edward…>
<Bene. Ora lo faremo arrivare.>
Sentire quelle parole mi riempiva il cuore di gioia, non c'era nulla di più romantico, ma mi faceva un po’ paura vederla così. Non capivo che cosa fosse successo.
Poi il dottor Sloane ricominciò a parlare.
<Bella come vuoi che arrivi Edward lì da te?>
<Con un cavallo bianco. È il mio principe e i principi hanno il cavallo bianco.>
<Bene. Sta arrivando lo senti il rumore del cavallo al galoppo?>
<Si.>
<Bene. Ora è sceso da cavallo Edward?>
<Si e mi viene incontro.>
<E tu dove sei?>
<Sdraiata sul prato dove un piccolo raggio di sole mi scalda il viso.>
<Edward che fa ora?>
<Si sdraia anche lui accanto a me e mi prende per mano.>
<Ti senti felice in quella situazione?>
<Vorrei viverci in questa situazione.>
<Bene. Un'ultima cosa Bella. Prima di svegliarci, perché dobbiamo tornare indietro, hai la possibilità di dire una cosa a Edward, una cosa qualsiasi, quella che ti senti in questo momento di pace nella vostra radura. Cosa gli vorresti chiedere o semplicemente dire?>
<Edward, sarò mai alla tua altezza?>
D'improvviso mi sentii piegare le ginocchia, mi cedettero e cascai in avanti.
Le lacrime presero a scendermi.
Il dr. Sloane mi fece cenno di andare via da quella stanza.
Stavo piangendo e lui la stava per risvegliare.
Mi seguì in bagno.
<Edward sii forte. Quando la risveglierò tu dovrai essere lucido e non farti vedere in questo stato. Quando stanotte si addormenterà di nuovo tu mi chiamerai e parleremo un po' ok? Io e te. Non ti ho preparato a questa cosa ma mi servi forte, servi a lei forte, e devi essere pronto a capire cosa può venir fuori dalle sue labbra quando è in stato di ipnosi. Ora sciacquati il viso e torna di là con me.>
Reazione.
Prontezza.
Mi sciacquai il viso e tornai in camera.
Il dr. Sloane si era appoggiato al letto e prendendo la mano di Bella ricominciò a parlarle in modo profondo e delicato.
<Bella, si sta facendo buio. Edward deve tornare a casa e tu con lui. Sei pronta?>
<Si.>
<Bene. Ti ricordi chi sono io?>
<La mia guida>
<Vuol dire che tu devi seguire ciò che io ti indicherò e tornerete a casa.>
<Sono pronta>
<Bene. Ora inspira profondamente. Sei a cavallo con Edward e state tornando a casa. Ma tu sei stanca, ti si chiudono gli occhi. La senti la stanchezza?>
<Si. Ho tanto sonno.>
<Bene. Lasciati andare. Edward ti reggerà e ti porterà in camera sul vostro letto e quando tu sarai pronta, solo quando tu lo sarai, i tuoi occhi si apriranno.>
<Ho son…>
Il dr. Sloane si girò verso di me.
<Tra poco aprirà gli occhi, vuoi che io stia qui?>
<Si ti prego. Guidami. Non voglio sbagliare.>
<Edward è normale.>
<Non so più cosa sia normale.>
<La paura che senti è normale. Il vostro legame è molto forte e lei si è affidata solo a te. Questo dovrebbe darti forza no?>
<Si sta muovendo…>
<Comincia a svegliarsi si. Mettiti qui al mio posto accanto a lei. Cercherà te.>
<Ok.>
<E reagisci normalmente alle sue reazioni, come faresti nella vita quotidiana, lei ha bisogno di quotidianità. Mi raccomando.>
<Ok.>
Gli occhi di Bella cominciano a sbattere come a svegliarsi da un sonno pesante e forse lo è stato. Sono in ansia.
Il dr. Sloane mi appoggiò la mano sulla spalla.
<Respira Edward.>
<È difficile.>
<Ce la farete.>
Presi la mano di Bella, la strinsi, me la portai alle labbra, la baciai e vidi le sue labbra sorridere. La mia Bella, il mio sole, era così piccola in questo lettone che mi veniva voglia di chiuderla in una campana di vetro affinché nessuno la potesse toccare. Aveva chiesto di me, aveva bisogno di me. Stanotte quando chiamerò il dr. Sloane mi farò spiegare tutto. Dovevo essere pronto e forte per lei.
<Ed…>
<Sono qui piccola.>
Mi avvicinai al suo viso e le accarezzai la guancia, sussurrandole il suo nome.
<Bella sono qui. Sto qui. Accanto a te. Per sempre amore mio.>
Sentii la porta della camera chiudersi. Il dottore era uscito. Il peggio doveva essere passato e ne ero immensamente felice.
Lei aprì gli occhi. Quanto mi erano mancati, era dalla mattina che non li vedevo.
Si stiracchiò allungandosi tutta. Braccia e gambe si dilungarono verso le estremità del letto.
<Buongiorno amore.>
<Ciao Edward… Quanto ho dormito?>
<Un po'>
<Ti sarai annoiato!!>
<Shhh!! Mi piace guardarti mentre dormi, è una cosa che mi affascina.>
<Adulatore.>
<Dea.>
<Scemo>
<Ti amo.>
<Io di più!>
Mi abbracciò con calore.
<Hai fame piccola?>
<Uhmmmm si. Un po’.>
<Ti va di scendere in sala o vuoi mangiare qua in camera?>
<Voglio scendere e muovere le gambe. Mi sembrano ferme da una vita!>
<Ok. Vieni piccola.>
L’aiutai a scendere da quell’immenso letto.
<Vai a rinfrescarti io chiamo per sapere se la cucina è ancora aperta.>
…
Scendemmo in sala, erano le due, ma ci avevano permesso di rimanere a pranzo, nonostante l’orario di chiusura fosse passato da un po’.
La osservavo mentre mangiava.
La sua voracità nel finire ogni piatto mi fece sorridere.
Associai questa cosa ad un peso in meno sullo stomaco.
Era sulla via della guarigione? Altra domanda da rivolgere al dr. Sloane.
<Che vuoi fare oggi piccola?>
<Uhm… Un bel giro sulla spiaggia?>
<Oh si… mare e cielo aperto!!! Ci sto. Magari il tutto accompagnato da un bel gelato! Che ne dici?>
<Ci sto!>
…
Ci trovammo sulla spiaggia a camminare a piedi nudi. Mano nella mano. Lei era serena e questo mi faceva stare tranquillo. La vedevo inspirare e respirare l’aria frizzante del mare. La vedevo sorridere camminando sul bagnasciuga e correre incontro alle onde. Fino a che qualche schizzo in più arrivò alle nostre maglie e in un attimo mi trascinò in acqua. Come due bambini a giocare contro le onde e trovarsi abbracciati a tremare ma non di freddo.
<È bello sentirti ridere piccola.>
<È bello vivere tutto questo con te.>
E la baciai. Cercai le sue labbra. Le assaporai centimetro per centimetro. Avevano il sapore dolce del gelato alla panna appena mangiato mischiato al salato dell’acqua di mare. Mentre assaporavo le sue labbra dalla sua gola sentii dei gemiti gutturali che mi mandarono fuori di testa eccitandomi all’inverosimile.
<Cosa mi fai piccola mia….>
Sussurrai sulle sue labbra.
E lei come un calamita si attaccò alle mie. Leccandole, succhiandole assaporandole e mandandomi k.o. il cervello. L’abbracciai e la strinsi di più a me.
<Sei stanca?>
<No. Ma ho bisogno del nostro letto>
La presi in braccio. Fu uno dei pomeriggi più intensi della nostra vita di coppia.
3 commenti:
sono sempre così dolci questi piccioncini io li adoro
Mi è piaciuto moltissimo.. Non vedo l'ora di vedere come se la caveranno questi due e cosa Bella nasconde dentro di sé
P.S. Dimenticato di firmare. Fata
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