Passarono alcuni giorni da quel magnifico pomeriggio. Le terapie si intensificavano. Di pomeriggio c’erano i massaggi e la mattina aveva le sedute di ipnosi, alle quali mi era ancora vietato assistere.
Secondo Sloane ero troppo coinvolto da lei che avrei potuto soffrire del suo passato. Sosteneva che c'era qualcosa di fondo che l'aveva ridotta a pensare in quel modo, a vivere in quel modo. Un tormento tanto grande da paralizzare il suo cervello. Il fatto che si chiudesse a riccio davanti ai suoi familiari, oppure di fronte all'esternazione di un semplice sentimento come l'amicizia, come mi aveva detto Angela quando mi parlò di lei, erano tutti segni. Piccoli punti che piano piano formavano il mio puzzle di lei.
Un'infanzia difficile? Un evento traumatico? Il Dr. Sloane sperava che durante le sue sedute sarebbe uscito qualcosa di particolare da darci delle risposte.
Finalmente quel giorno arrivò.
Ero fuori dall'ambulatorio, come sempre nelle ultime due settimane. Sentii improvvisamente Bella urlare, strillare. Mi si gelò il sangue. Volevo entrare ma non potevo. Sapevo che Sloane mi avrebbe aperto se Bella avesse avuto bisogno di me. Camminai per il corridoio in lungo e in largo senza sapere in realtà che fare e dove sbattere la testa.
Poi sentii aprire la porta.
<Edward. Entra.>
Sdraiata sul lettino in pelle, gli occhi chiusi e le labbra chiuse in una smorfia di dolore, le guance rigate dalle lacrime.
<È sedata Edward. Oggi ha rivissuto il momento "X". È stata forte, ma la paura e le emozioni provate l'hanno sfinita. Ho dovuto calmarla. Avrebbe rischiato di tornare in trance dopo poco. Non voglio stressarla più di quanto lo sia già. Tu che senti in questo momento Edward?>
<Impotenza.>
<Solo?>
<Si.>
<Bene. Devo dirti un paio di cose poi potrai portare Bella in camera o potrai stare qua con lei se non vuoi spostarla.>
<Dimmi tutto>
<Come prima cosa le dovrò far rivivere questo momento, ci sono dei passaggi mancanti. Ora lei deciderà se puoi partecipare o meno. La cosa che chiedo a te è… sei pronto? Dovrai stare calmo e immobile. Non dovrai interferire con la seduta. Pensi di riuscirci?>
<Se lei mi vuole accanto ci sarò. Gliel'ho promesso.>
<Bene. Un’ultima cosa. Stanotte dormirò anche io qua nell'albergo del Centro. Non sarà facile Edward. È tornato quasi tutto a galla per cui potrà non dormire, avere incubi, svegliarsi, urlare e io devo saperlo. Qualsiasi cosa succederà mi chiamerai e io ti dirò che fare, ma se la situazione sarà ingestibile interverrò. Ok?>
<Tutto per lei, sono pronto a tutto.>
<Perfetto, ora deve stare tranquilla e lasciare che il sedativo che le ho iniettato abbia effetto. Vuoi portarla in camera?>
<Si. La porto su io.>
<Edward tranquillo. È brava e forte e ce la farà. Cerca di riposare, la seduta di domani sarà impegnativa anche per te.>
La presi in braccio. Sembrava un ramoscello delicato. Arrivai in camera. Era come rivivere un flash back del giorno della prima seduta. Il giorno in cui per la prima volta mi feci in un angolo capendo cosa volesse dire non poterla aiutare.
Ero felice che il Dr. Sloane avesse deciso di fermarsi per accertarsi che andasse tutto liscio. Shepherd doveva aver usato qualche asso nella manica in suo possesso durante i suoi colloqui con Sloane.
La mia piccola meritava questo ed altro.
La posai sul letto. Le tolsi le scarpe. La svestii rimettendole la veste che usava per la notte. Feci piano, il più piano possibile. Mentre la svestivo adoravo con lo sguardo la sua perfezione. Non potevo credere che questa dea amasse me. Era uno di quei pensieri a cui il mio cuore non si abituava.
Poi la rivestii e la coprii con il lenzuolo. Mi fermai ad osservarla. Era così dolce che l'avrei mangiata di baci.
Venni distratto dal mio cellulare che vibrava. Alice. La mia prezzemolina riusciva a disturbare anche a kilometri di distanza!
Mi spostai nel terrazzo e le risposi.
<Edward come va?>
<Bene voi?>
<Si tutto bene. Volevo solo sapere come stava andando Bella. È un po’ che non vi sentiamo.>
<La terapia consigliata da Sloane funziona. Oggi durante una delle sedute è arrivata al punto critico. E ben presto ne uscirà.>
<E tu fratellone? Come stai?>
<Bene Alice. Bene.>
<Uhm… che è quel tono? Vuoi un po’ di cambio? Lo sai che posso farlo?>
<No devo essere qua io. Piuttosto in clinica come va?>
<Tutto a posto Edward. Nessun caso urgente che richieda la tua presenza.>
<Ok…>
<Edward che c'è? Ti sento strano, non mi far preoccupare…>
<Alice no davvero no…>
Il mio cellulare mi cascò dalle mani. Mi si gelò il sangue. Un urlo proveniente dalla camera. Bella. Corsi da lei.
Era seduta sul letto stringeva con i pugni le lenzuola e aveva gli occhi chiusi.
Me ne stavo fermo in mezzo alla stanza come uno stoccafisso e non sapevo che fare. Andare da lei rischiando di svegliarla, o tornare alla ricerca del cellulare e chiamare Sloane.
Optai per la seconda. Corsi in terrazzo recuperai il cellulare.
<Sloane, Bella… Urla…>
<Arrivo…>
Corsi ad aprire la porta. La guardavo mentre piangeva e stringeva il lenzuolo.
Sentii il cellulare vibrare ancora. Alice. Non le risposi, l'avrei chiamata dopo.
Sloane si affacciò affannato per la corsa. Mi chiese un bicchier d'acqua e si accomodò accanto a Bella.
Cominciò a parlarle in quel modo pacato profondo e sicuro. Lei si stese sul materasso e cominciò a rilassarsi. I singhiozzi sparirono. Le sue mani lasciarono il lenzuolo e i "bene" del Dr. Sloane cominciarono a darmi sui nervi.
Quando Bella fu di nuovo tranquilla Sloane lasciò il suo letto e mi disse di chiamarlo nuovamente se si fosse agitata ancora.
Chiusi la porta della stanza e mi stesi accanto a lei, accoccolato alle mie ginocchia. Non mi sentivo sereno. Non ero di alcun aiuto alla mia piccola e per l'ennesima volta mi sentivo impotente.
Questo pensiero si fermò nel momento esatto in cui il mio cellulare vibrò di nuovo.
<Alice…> ero già in lacrime ancora prima di parlare.
<Edward che è successo? State bene? Perché ti sento piangere?>
<Bella ha avuto una crisi, e io… io non potevo farci nulla… lei soffre e io sono inutile. Alice che devo fare?>
<Oh fratellone. Prendo il primo volo e vengo ad abbracciarti un po’ non posso sentirti così.>
<No Alice->
<Edward Masen non fare il bambino. Bella ha bisogno di te e se tu sei giù a tua volta hai bisogno di un abbraccio. Per cui domani prendo il primo volo e vi raggiungo. Sarò lì per te affinché tu possa stare lì per lei. Edward tra fratelli è così.>
Tra i singhiozzi Alice mi parlava e mi calmava.
<Alice io non so che fare, non sono abbastanza forte. Dovrei essere qui per lei e invece mi ritrovo a piagnucolare al telefono!>
<Fratellone, tu sei speciale e vi ho visto assieme, lasciati coccolare e recupererai per lei. Me lo permetti?>
<Corri da me Alice. Aiutami!>
Per la prima volta in vita mia avevo usato quella parola nei miei confronti.
<Arrivo…>
<Alice…>
<Si?>
<Grazie…>
<Ora tu calmati, riposa e quando ti sveglierai sarò li.>
Chiusi la comunicazione . Mi voltai su di un fianco. Era ancora nel suo sonno. Calma e tranquilla, e non ero stato io ad aiutarla. Questo pensiero era un chiodo fisso. Un medico di fama internazionale che non era in grado di aiutare l'amore della sua vita. Forse era un pensiero più egoistico che compassionevole nei confronti della mia piccola, ma non potevo fare altrimenti.
Le carezzai la guancia e sospirai al pensiero della giornata dura a cui saremmo andati incontro l'indomani.
Mi addormentai.
…
Un calore sul mio viso mi fece aprire gli occhi.
La sua mano mi toccava il viso.
<Hai gli occhi gonfi>
<Buongiorno…>
<Hai dormito male? No, aspetta… hai gli occhi lucidi. Tu hai pianto… Edward che è successo?>
Si era agitata.
La avvicinai a me stringendola così forte da stritolarla.
<Edward che c'è?>
<Piccola… Io…>
Alzò la testa guardandomi in modo serio
<Che c'è Edward?>
<Hai avuto un'altra crisi dopo la seduta con Sloane e quando se n'è andato eri sfinita. Forse non ti aiuterà quello che sto per dirti, ma siccome domani arriverà un uragano di nome Alice, devo trovare il coraggio di dirtelo…>
<Ho fatto qualcosa di sbagliato Edward?>
<No amore mio, tu non hai fatto proprio nulla, tu sei forte e coraggiosa piccola mia, è che si sono invertiti i ruoli. Ora sono io quello che ha paura. Ti ho vista nel pieno della tua crisi e non essere in grado di aiutarti mi ha fatto male. Mi ha ferito. Mi ero ripromesso di pensare a te, ma questa cosa va oltre me e mi trova spiazzato. Ho avuto paura di farti del male perché non sapevo come reagire. Tu sei la mia piccola rosa e io ho rischiato di toccarti e farti del male. Non so cosa devo fare. E’ la prima volta che mi succede questa cosa e mi ha spiazzato. Mi capisci?>
<E hai pianto, annebbiando i tuoi splendidi occhi verdi per questo?>
<Si.>
<Scemo. Se avessi potuto aiutarmi da solo non mi avresti mai portato qua. Ho bisogno di te e, conoscendoti, tu non mi potrai mai deludere. Abbracciami e dimmi che questa è casa nostra!>
<Casa nostra?>
<Questo abbraccio è casa nostra>
La amavo. Era la mia vita. Giorno dopo giorno sembrava accettare tutto ciò che io le avevo imposto.
<Edward?>
<Si?>
<Alice?>
<Si.>
<Alice tua sorella verrà qua?>
<Si.>
<Perché?>
<Oggi ci sarà una seduta impegnativa e se tu lo vorrai potrò partecipare.>
<Davvero?>
<Si. Stai raggiungendo lo scopo della terapia e siccome avevi chiesto la mia presenza Sloane ha ritenuto questa cosa possibile. Sempre che tu lo voglia.>
<Oh amore certo che ti voglio accanto>
<"Bene"> dissi imitando la voce del Dr. Sloane e lei rise.
<Ma non capisco la presenza di Alice…>
<Serve a me. Non sono così bravo come credevo e pur di evitare un crollo emotivo ho bisogno di un appoggio quando tu non sarai sveglia. A dire il vero si è imposta lei, ma non ho disdegnato il suo aiuto.>
<È così brutto quando sono sotto ipnosi?>
<No amore mio. È solo che vederti lì e non poter fare nulla mi annienta. Spero tu mi capisca.>
<Certo amore mio…>
Mi baciò, in quel modo particolare e tutto suo capace di risvegliare anche l'ultimo ormone presente nel mio corpo.
La presi su di me, le sue gambe intrecciate alle mie, e le nostre voglie più sveglie che mai.
<Uh… Ecco il mio Dr. Masen che si ridesta!!!>
<Mmmm… Mi sei mancata…>
Mi presi la sua bocca, la mia lingua sulla sua a cercare di intrappolarsi in una lenta e languida danza fino a che non sentimmo bussare alla porta…
<Edward… sono io!!!>
E chi poteva essere sennò??? Guardai l'orologio. Erano solo le 7 del mattino e il mio prezzemolino era già arrivata!
Alzai gli occhi al cielo <Arrivo Alice… Un attimo…>
Bella sorrideva, vedendomi irritato per l'interruzione.
<Edward vai a farti la doccia apro io a Alice o la farai imbarazzare ok?>
<Ti amo…>
<Ti amo… e corri in bagno. Non va bene far aspettare l'ospite!>
…
Quando uscii dal bagno le vidi sdraiate di pancia sul lettone, non si accorsero di me. Mi avvicinai piano piano al letto e vi saltai infilandomi tra le mie donne. Anziché spaventarle risero del mio gesto infantile e guardandosi si fecero l'occhiolino per darmi un bacio ciascuna sulle mie guance. Ma le due furbastre non si fermarono. Cominciarono a farmi il solletico, ma sopportandolo abbastanza, le presi entrambe per la vita e me le abbracciai forte. Le mie donne erano qua per me. potevo toccare il cielo con un dito!
Quando decidemmo che era ora di colazione Bella andò in bagno e io rimasi solo con la mia sorellina.
<Edward, la trovo bene.>
<Sta recuperando, ma oggi tu mi devi aiutare.>
<Raccontami che succederà?>
<Parteciperò alla seduta di ipnosi e voglio essere forte per lei. Quando usciremo da quello studio molto probabilmente lei avrà delle crisi dovute alla riemersione di certi ricordi e voglio averti accanto per affrontare questo, visto che io non sono in grado di farlo da solo. Verrà Sloane, farà tutto lui, e io mi farò da parte, ma voglio che tu mi sia accanto.>
<Certo fratellone…>
…
Eravamo davanti allo studio, Bella appariva serena e Alice la stava tormentando con i suoi ultimi acquisti, mentre io stavo vorticando con il mio cervello tra i miei libri di medicina in cerca di una distrazione. Poi si aprì la porta. Sloane era pronto per noi…
<Dr. Sloane, ti presento Alice, mia sorella, è venuta a trovarci…>
<Alice è un vero piacere e sono convinto che ad Edward serva un volto familiare oltre a quello di Bella. Ora però se vuoi scusarci abbiamo una seduta impegnativa…>
<Certo Dottor Sloane. Edward io vado a prendere possesso della mia stanza. Torno qui tra un'oretta ok?>
<Va bene Alice fai con comodo, se ho bisogno ti chiamo io.>
La salutai con un bacio sulla fronte. Bella mi prese per mano ed entrammo.
<Vedo che Edward ti ha messo al corrente della mia proposta Bella e sono felice di vederti serena.>
<Con lui accanto mi sento più tranquilla>
Mi strinse forte la mano.
<Edward, una cosa sola. Non una parola nè alcun rumore improvviso ok?>
<Sono pronto>
Dovevo esserlo...
La seduta iniziò. Vidi Bella abbandonarsi alla voce di Sloane. Poi cominciò a parlare rispondendo alle sue domande.
Fino a che non le rivolse la domanda critica:
<Bene. Ora facciamo uno sforzo ulteriore Bella Ieri mi hai parlato di un episodio in particolare che ti ha scosso. Me ne vuoi riparlare e cercare di ricordare ancora qualcosina in più?>
<Si…>
<Bene. Sono pronto ad ascoltarti e a tenerti la mano per farti sentire la mia presenza. O vuoi che sia Edward questa volta ad accompagnarti nel ricordo?>
<Edward.>
<Bene. Lo farò avvicinare, lo farò sedere al mio posto, ma tu parli con me, lui non può risponderti. Proviamo?>
<Si.>
<Bene.>
Mi fece cenno di sedersi al posto mio, mise la sua mano nella mia e ricominciò con le domande.
<Senti la differenza tra la mia mano e quella che ti sta stringendo ora?>
<Si, è la mano di Edward.>
<L'hai riconosciuta o ti fidi della mia parola?>
<Riconoscerei le mani di Edward sempre… Le sue lunghe dita affusolate, la pelle morbida e calda, la delicatezza del suo tocco… le riconoscerei ovunque…>
Sloane mi fece cenno di calmarmi. Gli occhi mi pizzicavano e cercai di inspirare e respirare piano e profondamente.
<A Edward farà piacere sentirtelo dire.>
<Glielo dirò…>
<Bene. Ora… facciamo un passo indietro e torniamo a qualche anno fa ti va?>
<Si>
<Bene. Ieri eri tornata indietro sino al giorno del tuo quindicesimo compleanno, ti va di riparlarne? Perché mancava qualche passaggio tra un ricordo e l'altro e sarebbe importante ricordarli tutti…>
<Va bene…>
Strinse la mia mano e cominciò il suo racconto.
<I miei avevano deciso di lasciarmi casa libera. In fondo ero "grandicella" per reggere una festa di compleanno, così andarono a trovare nonna Swan trattenendosi da lei per un paio di giorni. Avevo invitato tutti i miei compagni di classe, volevo festeggiare con loro, ma siccome ero la "bruttina" della classe nessuno si presentò a parte il mio amico di sempre Jacob. Quando mi resi conto che nessuno sarebbe venuto cominciai a piangere. Quando mi calmai mi accorsi che Jacob era stato tutto il tempo abbracciato a me. Alzai gli occhi e trovai uno sguardo diverso. Era triste e rabbioso e mi fece paura. Mi slacciai da quell'abbraccio e lui mi supplicò di tornare, dicendomi che era arrabbiato con i miei compagni, non con me. Allargò le braccia e io tornai da lui. Ci sedemmo sul divano e mi lasciai coccolare. Ma ad un certo punto le sue mani cominciarono a viaggiare un po’ troppo sul mio corpo e io mi irrigidii, scattando in piedi subito. Lui mi guardò e cercò di farmi capire che al mondo esistevamo solo noi due come quel pomeriggio, il resto non contava. Si alzò e mi si avvicinò. Cominciò ad accarezzarmi la guancia, poi scendere con le sue labbra sul mio collo, le sue mani ripresero la discesa verso i miei fianchi. Io mi spaventai di più e cercai di fermarlo, ma era più grosso di me…>
Al solo pensiero di quelle fetenti mani su di lei mi incupii, ma Sloane mi fece l'ennesimo cenno di calmarmi. Inspirai nuovamente.
<… mi prese in braccio di forza e mi portò in camera mia. Cominciò a dirmi che le prime esperienze di vita andavano condivise con gli amici, che era normale, soprattutto quando erano di sessi opposti, che era più facile. Mi sbottonò la camicetta mentre io, stesa nel letto e bloccata dalle sue gambe, non potevo muovermi. Avrei voluto urlare ma ero pietrificata. Quando lo guardai negli occhi vidi due pozze nere che mi intimorirono di più, decisi di non guardarlo in faccia. Non avevo scampo. Sentii le sue mani ovunque ed ebbi un altro fremito quando scesero sulla zip dei jeans. Mi diceva che sarebbe stato bello provare il sesso con lui, che era tutto ciò che dalla vita mi dovevo aspettare, che lui sarebbe stato l'uomo per me. Mi abbassò i pantaloni e le mutandine assieme. Ero nuda nelle sue mani e fu violento. Fu una cosa terribile, sentii il mio cuore rompersi a metà definitivamente. L'unica persona che per me contava qualcosa si era preso la mia virtù. In quel momento la mia mente si oscurò e alla fine cedetti sperando che finisse il prima possibile quello strazio. Quando terminò mi lasciò sola. Non mi venne più a trovare. Non mi cercò più nonostante io lo chiamassi per avere risposte…>
Era così piccola in quel lettino che avrei voluto avvolgerla nel mio abbraccio ma improvvisamente la vidi alzarsi seduta, ad occhi chiusi come il giorno prima, stringere la mia mano e urlare dalla paura.
Sloane si sedette accanto a lei.
<Bella ascoltami. Ora c'è Edward accanto a te Jacob se n'è andato…>
Mi strinse la mano.
<Lo senti? Riconosci la mano di Edward?>
<Si>
<Ora c'è lui accanto a te e questo dolore lo affronterete assieme, ti va?>
<Si>
Una mano di Sloane sulla mia spalla e l'altra a passarmi dei kleenex. Stavo piangendo e non me ne ero accorto.
4 commenti:
tu mi vuoi morta. non puoi farmi un capitolo tanto straziante jacob brutto rognoso schifoso bastardo ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh lo odio... ok mi calmo e lo adoro questo dottorino ma ti prego amore non farli soffriore più sti due un pò di pace se la meritano no? ti amo
ed io che credevo di essere troppo smielata!!!
Trovo questo capitolo stupendo, tesoro, intenso e sentito, l'unica cosa che vorrei fare è attaccare quel viscidone di un cane al muro!!!!! Se piglio Jacob lo riduco per le feste!!!!!!!! Che odioooooo. Spero sono che ora insieme riescano a superare questo ostacolo, lo meritano veramente ;0)
Carissima Erella, scusami per il ritardo! Oggi sono riuscita a rimettermi in pari! Questi nuovi capitoli che ho letto danno una nuova svolta a questa bellissima storia d'amore! Spero vivamente che Bella riesca a superare il suo trauma grazie ad Edward e non vedo l'ora di scoprire come. Ciao ed a presto!
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