sabato, agosto 20

Capitolo 14 - Responso


Siate magnanimi... la mia Katy non c'è e io ho provato a correggere un po' da me!!!!!
Buona Lettura e Buon Edward!!!!






Edward POV

Mi allontanai da lei. Dio quanto mi mancava essere in lei. Stringerla, possederla, farla godere, sentirla mia. Il suo corpo aveva lasciato sul mio cicatrici che solo lei era in grado di curare.
Con una scusa la lasciai in balia di Alice. Io dovevo sapere qualcosa. Doveva dirmi da subito Shepherd se c’era qualcosa di anomalo, o se invece le sue supposizioni erano esatte.
<Shepherd- lo disturbai dal telefono dell’ambulatorio- hai cinque minuti per me?>
<Ti  aspettavo sai??? Credevo cedessi prima, comunque sono in ambulatorio, passa che ti spiego tutto.>
Mi voltai per uscire, Alice mi aveva seguito.
<Aggiornami>
<Lo capirai da te stasera…>
Stavolta le feci io la linguaccia e corsi dal collega.
Scorsi lo sguardo esterrefatto di Alice ma non mi preoccupai minimamente di doverle delle spiegazioni.  Saremmo stati felici, magari di li a poco. Magari da quella sera stessa. Ma ad un tratto davanti alla porta di Shepherd mi fermai. E se invece non fosse così? Scrollai la testa, come a distogliere la negatività dal mio cervello. Bussai. Entrai…



Isabella POV

Pigiai il bottoni di richiamo delle infermiere e chiesi di Alice.
<Bella che c’è? Tutto bene?>
<Edward è via da un po’! Sai dov’è?>
<Ha avuto un emergenza in reparto. Mi aveva chiesto di informarti…  ma stavo facendo il giro dei medicinali e mi son dimenticata di comunicartelo. Mi ha detto di dirti che farà il prima possibile.>
Non so come ma mi addormentai. Volevo stare sveglia, aspettarlo, ma il sonno vinse e mi trovai tra le braccia di morfeo a sognare il mio principe azzurro che mi stava salvando.



Edward POV

Entrai in camera. Dormiva. Era beata. Il suo sorriso stampato sul volto. -Chissà se sogna me- pensai… O meglio, sperai!!!
Appoggiai la borsa termica a terra. Preparai il tavolino, le avevo portato una rosa rossa, sigillo del nostro amore. Avrei voluto darle il suo nome…
Avevo fatto preparare la cena. Stavo apparecchiando e le parole di Shepherd mi risuonavano in testa.
–Nessuna sofferenza da parte del cuore ne dei polmoni. Si tratta comunque di Ipotensione, devi farla rilassare e riposare. Prima di passare alla medicina che ne dici di portarla in quel centro fisioterapico a Redondo Beach in California, eseguono tecniche di massaggi thailandesi. L’aiuteranno nella ossigenazione muscolare e miocardica naturale. Se poi vedi che non basta, le puoi prescrivere tu stesso la dopamina. A basse dosi, mi raccomando –
… ero al settimo cielo. Saremmo usciti da questa brutta situazione e l’avrei aiutata io, poi saremmo stati per sempre insieme.
Con molta calma e tanta attenzione preparai la tavola, cena speciale per la mia piccola… Presi dalla tasca la chiave, e dall’interno serrai la porta della stanza.
Mi avvicinai al letto, mi ci sedetti, in modo da vedere Bella in volto, toccarle le guance e accarezzargliele…



Isabella POV

Sentii qualcosa scaldare le mie guance. Quel profumo, l’avrei riconosciuto fra mille. Tenendo gli occhi chiusi alzai le mie mani e trattenni quel polso. Lo portai al mio naso.
<Voglio svegliarmi sempre con questo profumo accanto.>
<Oh piccola. Ogni volta che vorrai…>
Inspirai nuovamente. Inalai il più possibile quel profumo. Volevo che il mio cervello i miei polmoni e il mio cuore si inebriassero di lui.
<Apri gli occhi amore mio…>
E mi abbaglia al suo splendore. Si era avvicinato con il volto in modo pericoloso. E quegli occhi sembravano carboni ardenti.
<Che le prende Dottor Masen, ha ricevuto buone notizie?>
Il suo sguardo profondo si era rasserenato, placato.
<Sai piccola ho deciso che andrò in ferie, mare, Spa, e il mio amore tutto per me… che ne dici del programma?>
<Edward ti prego, hai parlato con il Dr. Shepherd?>
<Si piccola, la sua diagnosi è stata confermata. Ipotensione. Per fortuna accertata in tempo. E se mi darai retta potremmo evitare pure i medicinali.>
Nel frattempo ero saltata in ginocchio sul lettino, volevo sentire ciò che mi stava dicendo in modo chiaro e preciso senza fraintendimenti.
Lui mi abbracciò, forte. Mi sussurrò il suo ti amo mille volte prima di sciogliersi da quell’abbraccio. E quando lo fece fu la volta delle mie mani sul suo viso. Delle mie labbra sulle sue. Della mia lingua mescolata con la sua. Del suo corpo all’improvviso sul mio.
Mi staccai.
<Sei pazzo! E se entra qualcuno?>
Tutto fiero mi mostrò la chiave della stanza.
<Alice ha proibito alle infermiere di venire a disturbare!>
<Ma non siamo in albergo.>
<Sei con me.>
E tornò sulle mie labbra, sulla mia lingua, su di me.
Si stese accanto a me. Le sue gambe attorcigliate alle mie. La sua voglia a premere sulla mia coscia, tanto da farmi girare e cercarla.
<Oh Edward… Non voglio che stanotte finisca, voglio che tu mi faccia tua. Voglio che questa sia la nostra prima notte. Voglio te.>
<Piccola, tu sei mia, tu hai me. ma promettimi che al primo capogiro ci fermeremo…>
<Come se fosse possibile… Comunque starò attenta.>
E tornai sulle sue labbra. La loro lontananza, non la sopportavo.
Sentii le sue mani lavorare il mio corpo. Prendersi la schiena. Assaggiarla in ogni suo millimetro. Poi piano piano con una lentezza estenuante passare verso i fianchi, e mentre la sua mano sinistra era rimasta sul mio fianco, l’altra impertinente a proseguire verso il mio inguine. Cominciò ad sbuffare davanti al mio pigiama… e con un gesto rapido mi trovai i pantaloni del pigiama giù fino alle ginocchia. Ma la sua mano sembrava essere sempre stata li. Sul bordo delle mie mutandine. Massaggiava con il suo indice lo spazio tra la mia pelle e l’elastico dello slip.
Inarcai il collo. Brividi e piacere al suo solo tocco.
<Devo fermarmi piccola?>
<NOOOO! Non osare…>
Sgranai gli occhi. Lui rideva di queste mie reazioni. Ma era lui a provocarle. Sadico, ma eccitante da paura.
Il suo corpo si muoveva, a ritmo del mio che gli andava incontro.  
La mia brama era troppa per reggere quella lentezza estrema.
Il solletico provocato dalla sua mano raggiunse il mio monte di venere, sul quale cominciò a disegnare piccoli cerchi e a farmi sospirare sempre di più.
Movimenti dolci e lenti. E poi sentire scendere quelle dita giù fino al mio sesso… Le sue dita si fermarono sul clitoride. A stuzzicarlo, massaggiarlo, stimolarlo… come se ce ne fosse stato bisogno. Poi arrivò tutta la sua mano a prendere confidenza con la mia voglia.
<Bella se solo sfiorandoti ho questi risultati voglio sentirti quando sarò dentro di te! Sei bagnata all’inverosimile e ti ho solo sfiorata…> tolse la mano dalle mie mutandine e la portò sul mio seno. Intrufolandosi sotto la maglia. Massaggiò entrambi i capezzoli, prima uno e poi l’altro e poi sentii un rumore metallico… mi aveva aperto la camicia del pigiama senza sbottonarla, facendo saltare tutti i bottoni per terra. Quella foga, quel gesto mi prese ancor di più. E gli chiedi di più. Fu sopra di me a cavalcioni. Il suo sesso accomodato sul mio. Le sue mani sui miei seni. Le sue labbra umettate di continuo dalla sua lingua. Era una visione celestiale. Quando saggiò i miei seni con  le sue labbra e con i suoi denti fu la fine. Le sue dita ripresero a massaggiare il mio sesso fino a che non mi penetrò con una di loro. Sentii scosse di piacere infinito scombussolarmi tutto il corpo. Chiusi gli occhi a concentrarmi sull’apice del piacere che mi aveva provocato.
Quando distesi l’intera muscolatura ebbi l’ennesima visione celestiale. Il mio uomo che divertito e compiaciuto per il suo lavoro si stava sdraiando accanto a me.
<Come stai piccola mia?>
<Dimmi che siamo in paradiso. Io non voglio più vivere se non ho te accanto. Sei in grado di riempirmi il cuore l’anima e il piacere. Non posso chiedere di più amore mio.>
<Il mio piccolo angelo è felice, lo sono anche io.>
<Edward sto bene… Non voglio smettere, voglio fare l’amore con te. Tutta la notte fino a che ce ne sarà. Voglio che tu sia appagato come lo sono io ora…>
<Io lo ero già prima sapendo che avremmo risolto tutto.>
<Edward non farti pregare… Io voglio godere di nuovo di te, voglio vederti godere di me, sapere che solo io posso darti piacere. Poi riposerò. Giuro.>
<Piccola tentatrice…> La sua voce un sussurro roco. E come saltò la camicia del pigiama, saltarono le mutandine…
<Edward mi stai rovinando i tuoi splendidi regali…>
<Ne avrai quanti ne vuoi…> sempre più basso il tono della voce…
Lo ritrovai di nuovo a cavalcioni su di me. Aveva un difetto però. Aveva ancora i suoi pantaloni, di conseguenza doveva avere i suoi boxer… Troppe coperture…
<Edward, fatti svestire… > cominciai dalla cintura, che volò per terra, cominciai a sbottonare uno a uno i bottoni e sentii come la prima volta la sua erezione tirare e spingere verso di me. un ingombro per la mia opera di svestizione. Tanto che si dovette sedere e terminare da solo. Si calò i pantaloni, si calò anche i boxer e tornò su di me.
<La tua pelle morbida e calda. Mi crea scompiglio Bella. Mi sembra di palpare il petalo di una delle mie rose. Rimanere a massaggiarlo per ore per la voglia ma toccarlo delicatamente per la paura di sciuparlo…>
Lo sentii gemere come le sue gambe si fecero spazio tra le mie.
Era caldo. Era qualcosa di indescrivibile. Era piacere. Era mio.
<Promettimi di avvisarmi…> Era senza fiato, gli occhi arrossati dal desiderio…
<Promesso Amore mio…>
E furono scintille. E fu pienezza. Fu sentirsi completi, le due metà di una mela, che finalmente ritrovavano la parte mancante. Era qualcosa di completamente totalizzante.
Osservai nei pochi momenti di lucidità il suo trattenersi, concentrandosi sul mio viso. Lo vedevo muoversi godere, senza però staccare i suoi occhi dai miei.
Toccando momenti di piacere assoluto fui costretta ad inarcare la schiena a reazione del suo movimento, quando lo sentii rallentare e tastare con le sue dolci mani il mio viso.
<Tutto bene piccola?>
<Edward smettila. Sto bene. Voglio solo che tu mi prenda e mi faccia tua. Rilassati io sto bene.>
Fu la fine.
Abbassò il suo viso fino al mio collo. Una scia di baci indecenti ad invaderlo fino ad arrivare al mio seno sinistro.
Le sue labbra a risucchiare il capezzolo, per poi tormentarlo con i denti e crearmi spasmi ancora più forti proprio laggiù, dove la mia voglia scalpitava. Così riprese lento il suo ritmo.
<Bella sono qui per te. Ma ora ti prego, vieni con me…>
E spinte più forti, più cadenzate, ripresero…
<Si amore mio… sono qui con te… vengo assieme a te…>
Mi aggrappai alle sue spalle.
I suoi colpi divennero incalzanti, sentii il suo sesso pulsare e fu come toccare il cielo con un dito, nel frattempo che le farfalle si impossessarono del mio stomaco, la mia testa si svuotò completamente e tutti i muscoli del mio corpo intirizziti come dopo una lotta.
Crollò su di me. Di nuovo le sue labbra sul mio orecchio.
<Amore mio… Amore mio… Amore mio… Quanto ti ho aspettata…>
E sulle mie labbra un sorriso di gioia e soddisfazione per questa sua confessione.
Passò qualche minuto, slegai le mie gambe dalle sue. Con immensa tristezza lo lasciai uscire da me. Me ne pentii subito.
<Piccola intanto che ti fai una doccia recupero i brandelli del tuo pigiama…>
Le sue guance arrossate erano tremendamente sexy. L’avrei fissato per ore.
<Poi però dormi con me. Su questo letto.>
<Ora pensa a rinfrescarti… La serata non è terminata…>
Con la curiosità di una bimba nella sera della vigilia di Natale, andai in bagno.
Nella valigia c’erano un altro paio di pigiami, e diversa biancheria. Che avesse pensato a priori all’eventualità di qualche attacco??? Soddisfatta di questo mio pensiero poco casto mi infilai nella doccia.
Rinfrescata dall’acqua mi rivestii e raggiunsi il mio principe. Stava ancora cercando un bottone. Risi della scena. E lui fece altrettanto. Voltai lo sguardo e vidi il tavolo imbandito, ed una splendida rosa rossa come centro tavola.
Mi avvicinai, ne assaporai il profumo allungando verso il vaso che la conteneva.
La presi con le mani. I petali erano velluto, il suo profumo intenso e mentre mi godevo questo regalo tutto mio lo sentii avvicinarsi, cingermi la vita e avvicinare all’orecchio il suo viso. Sei tu. È il mio amore per te. Non posso darle un nome, ce lo ha già. Ma se potessi avrebbe il tuo.>
Mi sciolsi dalla sua presa mi girai e sulla punta dei piedi mi allungai per baciargli la punta del naso.
<Per sempre tua.>
E i suoi occhi furono lo specchio dei miei. Estasiati da quelle promesse di amore eterno.
Si staccò dall’abbraccio e si ricompose.
<Apro la porta, tu dovevi riposare ricordatelo!!!>
Risi a quello sguardo…
<Ti farà mica paura tua sorella e i suoi rimbrotti!?!?>
<Bella… il riposo inteso dal Dr. Shepherd non contemplava i nostri numeri da circo…>
E aprì.
Nessuno venne a disturbare la cena. Aveva fatto preparare una lasagna squisita e anche un tortino al cioccolato per festeggiare l’imminente dimissione del mattino successivo.
Mentre mangiavamo fantasticavo sulla nostra vita a due. Sulla vacanza “forzata” a Redondo Beach. Ma tutto risultava splendido perché lo immaginavo sempre al mio fianco.
Avevamo quasi terminato la cena quando Alice fece irruzione in camera.
<Bene piccioncini. Io vi saluto. Ci vediamo domattina per la dimissione. Nel frattempo se doveste combinare di nuovo qualcosa, ricordatevi che di notte non ci sono tanti rumori a coprirvi, e neppure io!!! Ah Edward, passami i vassoi del Take Away li riconsegno io così non lascerai sola Bella…>
Sentii le mie guance avvampare d’improvviso e Edward buttarsi sui vassoi per non guardare nel viso sua sorella…
Scoppiammo a ridere nel momento stesso in cui Alice fu fuori dalla stanza.
<Dovremmo cercare di abbassare il volume!!!> Disse Edward ridendo.
<Che vergogna…> Ammisi a testa bassa…
<La mia piccola che prima mi supplica e poi si vergogna… Andiamo a fare due passi ti va?>
E ripercorremmo tutto il passaggio della sera prima, per trovarci nel parco dell’ospedale.
Ci sedemmo su di una panchina.
<Ora mi manca proprio una sigaretta…>
<Ogni suo desiderio è un ordine.>
Mi accese una delle sue sigarette, io mi sistemai con le gambe sulle sue. Appoggiando la testa al suo petto. Fu come tornare indietro nel tempo a quando tanto calore lo sentivi solo dall’abbraccio dei genitori. E decisi di godermi lui, la mia sigaretta, l’aria fresca, la mia nuova vita.



4 commenti:

Trilly ha detto...

Santi Numi dell'Olimpo! Erella non puoi scrivere certe cose con 40 gradi all'ombra, è un attentato questo capitolo!!!!! Bellissimo, coinvolgente! Mamma mia!!!!!

sara ha detto...

Bene bene, letto tutto in una volta e credo proprio di doverti fare i miei complimenti.
La storia è molto coinvolgente ma quello che mi fa andare fuori di testa è il modo in cui descrivi le loro percezioni sensoriali, soprattutto quelle di Bella quando Edward la tocca o la guarda!
Grande!!!
Aspetto con ansia il seguito!!!

rosy ha detto...

Pattz questa tua storia di Edward e Bella è veramente fantastica ed a ogni capitolo mi sorprendi sempre di più!Non vedo l'ora di leggere il seguito.!

Bonny77 ha detto...

Brava la mia sister.... lo dicevo io che dovevano leggerla tutti :-)