giovedì, ottobre 6

Capitolo 22 - Arrivi


Edward POV
Avevamo fatto l’amore in un parco. Cosa era in grado di farmi fare questa donna.
Ero appoggiato ancora su di lei. Il mio viso sulla sua spalla.
<Bella ti amo…>
Nessuna risposta.
Alzai il viso, dormiva?
Non rispondeva alle mie scrollate.
<Bella amore… svegliati.>
Nessun cenno da parte sua. Mi sistemai i pantaloni ancora abbassati e rivestii lei.
<Bella ti prego rispondimi…>
“Cazzo di un coglione…” nel mio cervello risuonavano quelle parole.
<Bella amore ti prego…>
Tirai via la coperta, la presi in braccio e corsi verso l’auto. Un passante vista la scena si offrì di aiutarmi a raccogliere le nostre cose.
<Devo chiamarvi qualcuno? Un’ambulanza?>
<No grazie sono un medico, mi occupo io della mia fidanzata.>
<Ok. Come preferisce. Volevo solo dare una mano.>
Quasi stizzito mi girai verso di lui.
<Grazie!>
Se ne andò.
Feci abbassare il sedile di Bella fino a stenderlo.
<Bella sono qua con te, ma tu ritorna da me tesoro. Ti prego.>
Chiusi lo sportello e corsi al posto guida.
<Bella ti porto a Redondo. Dovevamo già essere là, dio mio. Che cazzone che sono. Perdere tempo così inutilmente.>
<Non è mai inutile il tempo che passiamo ad amarci. Non lo dire mai più.>
La sua voce in un soffio, tanto era leggera.
Fermai la macchina accostando sul marciapiede.
Mi voltai verso di lei.
<Oddio amore mio. Sei qui con me. Bella scusa non dovevamo fermarci, non puoi rischiare oltre.>
<Amore non sto morendo. Troppe emozioni forti in una volta sola. È stato fantastico amarci nel parco. Giocare. Ridere. Ma ti prego, non dire mai più quelle cose. Mi ferisci.>
<Hai ragione, ma la tua salute viene prima dei nostri bisogni e io in qualità di medico non dovevo permettere questo. Soprattutto con te, così provata.>
<Portami in questo centro. curami, ma amami, perché altrimenti non ha senso.>
<Certo amore mio…>
Ripresi la mia guida verso Redondo Beach. Isabella riposava sdraiata sul sedile. Ogni tanto la mia mano stringeva la sua per capire se era solo addormentata. Quanta paura nel mio cuore. Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato. Era diventata la mia vita e io dovevo prendermene cura. Senza di lei sarei tornato all'esistenza apatica di prima.
Arrivammo in un paio d’ore. Scesi dalla mia Volvo e corsi ad aprirle lo sportello. Era visibilmente stanca. Feci per prenderla in braccio ma si rifiutò di essere portata dentro al centro a quel modo.
<Ce la faccio. Tu stammi solo accanto e reggimi se dovessi cadere.>
Solo una frase dovuta al momento? Avrei voluto prenderla buona come proposta per il futuro. Un futuro fatto di noi. Felici e liberi. Già. Liberi. Dovevamo parlare di tante cose. Non volevo agitarla. Avremmo parlato al momento giusto di tutto. Anche delle “coincidenze” della nostra conoscenza.
<Edward sei con me? O ti sei offeso?>
<Pensavo amore mio. Pensavo solamente.>
<Ehi uomo misterioso… inizia l’avventura… sei con me?>
<Sempre. Per sempre.>
e prendendomi per mano si avviò alla Reception.
<Buon pomeriggio Signori…>
<Masen. Abbiamo una prenotazione a nome Masen.>
<Sì, benvenuti Isabella ed Edward Masen. Ho bisogno dei vostri documenti, intanto che vi registrerò il Dr. Sloane del centro vi riceverà per un colloquio. Sta terminando un controllo e sarà subito da voi. Seguite il corridoio sotto l’arco, la prima porta a destra è il suo ambulatorio privato.>
<Bene. Grazie> e con un sorriso mi prese di nuovo per mano mi guidò.
<Poi stasera mi racconti tutto??>
Fece lei accomodandosi nelle sedute di fronte allo studio del dottore.
<Cosa dovrei raccontarti?>
<I tuoi pensieri, ti portano lontano da me. Tu mi hai promesso di stare con me, non con loro.>
<Gelosa del nulla… Non c’è nulla nella mia mente se non te e la tua guarigione. Per cui levati questi pensieri dalla mente.>
Le presi la mano e gliela baciai tutta, partendo dalle nocche, lungo tutte le sue splendide dita, il palmo, il polso e poi…
<Edward… Ho già seri problemi di concentrazione solo avendoti accanto. Cerca di stare fermo!!>
Il rossore delle sue guance mi mandava in tilt. Era la dimostrazione della nostra attrazione. Bastava un leggero bacio e tutto prendeva vita.
Si aprì la porta dell’ambulatorio. Uscì una signora abbastanza appariscente che salutando il dottore si incollò con lo sguardo a me. Quasi inopportuno per la sfrontatezza.
<Buona sera, Voi siete i signori Masen giusto?>
<Si buona sera, sono il Dr. Masen, e lei è la mia compagna, la signorina Swan.>
<Prego io sono il Dr. Sloane, è un piacere. Accomodatevi.>
Ci sedemmo e lui cominciò a tirare fuori da un cassetto una cartella. “Isabella Swan”. Il suo nome a lettere cubitali sulla copertina.
<Allora, il Dr. Shepherd mi ha telefonato chiedendomi di assistervi nel migliore dei modi. Ed è mia intenzione rispettare questa sua richiesta. Mi ha inviato per e-mail tutti i risultati dei vari test e mi sono già fatto un’idea sul percorso da intraprendere qui. Sempre che siate d’accordo!>
Guardai la mia piccola e la vidi prendere coraggio e parlare. Torturava la sua mano destra stringendola nella sinistra. Presi la sua piccola mano e l' accarezzai. Lei prese un grosso sospiro e poi parlò.
<Dottore, io sono un casino. Lo sono sempre stata. Ho perso la cognizione di me e del mio fisico, del mio benessere e ho sciupato tutto per noncuranza. Sono qui dottore per curarmi, per rimettere in chiaro le mie priorità. Lo devo al dottor Shepherd e ad Edward.>
Si volse con gli occhi a me.
<Lo devo a te se ora so che vengo prima di tante altre cose o persone.>
Voltandosi di nuovo al collega.
<Quindi dottore mi indichi la strada e io farò tutto ciò che serve. Per me.> i suoi occhi lucidi nei miei. <Per noi.>
<Bene Isabella. Lo spirito giusto. Per se stessa lo deve fare. Per questo ho stilato una serie di cose che assolutamente vanno fatte. Per prima cosa dobbiamo riossigenare il nostro corpo. Quindi pensiamo al fisico. Ci sono una serie di trattamenti e massaggi che aiutano a riossigenare la muscolatura, per cui partirei da quelli. Parliamo di massaggi Thay Traditional, che attraverso delle mobilizzazioni e distensioni riescono ad aumentare il livello di ossigeno presente nella muscolatura, e dalla medicina Ayurvedica, avrei pensato a massaggi tipo lo Shirodara. Quest’ultimo è un massaggio più emotivo. Aiuta l’apertura del terzo occhio. Serve a prendere coscienza di noi stessi delle nostre paure delle nostre convinzioni, ma è una prova. Se non si è pronti non ci si sveglia più. Per cui determinazione Isabella.>
<E io che ho sempre pensato che il massaggio fosse solo un business…>
<Isabella, lo è.. non tutti i centri sono preparati come il nostro. Quindi noi faremo del nostro meglio ma lei deve metterci del suo, ok?>
<Certo Dottore, quando iniziamo?>
<Io le ho prenotato due sedute già da domani, in più volevo chiederle un’altra cosa. Ci riserviamo anche delle sedute di ipnotismo e autocontrollo. Nulla di particolare se non quello di cercare di capire se sia solo una fase o se nella propria vita ci sia stato qualcosa che possa aver condotto a questo stato. Questo chiaramente non posso imporlo. Quindi sta a lei scegliere.>
I suoi occhi tremavano.
<Piccola, solo se vuoi. Io ci sarò se vuoi.>
<Ho paura Edward. Non so se me la sento.>
Il dottore si intromise.
<Isabella mi ha già risposto. Ma sappia che se dovesse cambiare idea o anche solo provarci io sono a sua disposizione.>
Si alzò passando a Bella il programma dell’intera settimana con orari e istruzioni alla preparazione di ogni trattamento.
<Oltre questo corridoio troverete le impiegate pronte a spiegarvi ogni reparto, dettaglio e dubbio. Avremo la possibilità anche di affrontare altri incontri, magari tra un paio di giorni per capire come sta andando la terapia. In quanto a lei collega, le chiedo di prestare molta attenzione ad ogni reazione di Isabella. Sia nella veglia che nei piccoli gesti e magari controllare di tanto in tanto il battito. Visto che ad accompagnarla Isabella è un dottore io ne approfitterei per non farvi venire in ambulatorio ogni 5 minuti. Però giorno per giorno Dr. Masen mi aggiornerà.>
<Perfetto.>
Allungai la mano al Dr. Sloane e ci dirigemmo verso il centro massaggi per altre informazioni.
<Come ti senti piccola?>
<Sto bene, non vedo l’ora di appoggiarmi nel letto e riposare abbracciata a te.>
<Manca poco amore mio.>
Ci affacciammo al bureau.
<Salve sono Isabella Swan, ho ricevuto dal dottor Sloane il programma.>
<Bene Isabella, in realtà al computer ci risulta registrata come Isabella Masen, è un errore?>
Vidi il suo volto imbarazzarsi e le sue guance diventare rosse.
Girandosi verso di me… <C’entri tu in tutto questo?>
Ridevo come un bambino…
<Se ti imbarazza cambia… ma a me piacerebbe tu portassi il mio cognome.>
La ragazza al bureau impallidì, pensando forse ad una proposta di matrimonio più che un vezzo quale era…
La mia piccola si voltò verso l’impiegata e leggendo sul suo volto la reazione disse…
<Va bene amore mio… Sarò la tua signora Masen… Quindi signorina va bene Isabella Masen>
La ragazza sbiancò ulteriormente e mi consegnò la piantina dei reparti, i pass per la piscina e la zona termale.
Tornammo alla reception per recuperare il bagaglio e la chiave della stanza.
Mano nella mano. Ridevamo come matti per la scena al bureau…
<Un giorno vorrei tu lo diventassi sul serio. Mi piacerebbe presentarti come mia moglie.>
Si avvicinò in un abbraccio tenero e sincero.
<Ogni cosa a suo tempo amore mio. Se usciremo sani e salvi da qui e scapperemo da queste arpie che guardano il tuo bel sederino saremo pronti a tutto!!>
e posando la sua mano su di me in un chiaro segno di proprietà, si girò verso il bureau per far capire che la Signora Masen era molto possessiva…
Recuperammo bagaglio e chiave e salimmo nella nostra stanza.
<Ho voglia di una doccia…>
<Una mano piccola mia?>
Mi fece la linguaccia… lasciandomi in camera da solo.
Mi sdraiai nel letto ridendo alla constatazione che io e lei avevamo passato la maggior parte della nostra conoscenza all’interno di una stanza d’albergo.
Poi ripensai ai primi approcci così sfrontati, voraci e mi venne voglia di lei.



Entrai silenziosamente in bagno, la trovai già in doccia, spalle alla porta scorrevole e mani appoggiate al muro quasi a sorreggersi. D’impulso mi fiondai da lei.
<Piccola stai bene?>
L’avevo abbracciata da dietro sorreggendola. La mia bocca accanto al suo lobo. Forse alzai troppo la voce perché lei sobbalzò.
<Mi hai spaventata…>
<Non volevo…>
<E cosa vuoi Edward?>
<Te…>
<Sono tua.>
<Ripetimelo all’infinito perché il mio cuore ha una paura immensa di perderti. Vederti stare male mi ferisce. Mi colpisce. Mi stende. Mi rende incapace e impotente. Tu non hai idea di quello che la mia mente arriva a pensare quando sul tuo viso non c’è segno di sorriso.>
<Cosa c’è Dr. Masen nella sua mente quando sono pensierosa?>
<Ci sei tu e la voglia di ammanettarti a me. Di legare con ago e filo i nostri cuori per non dover un giorno vederti andare via. Di farti capitolare ai miei piedi e ridurti mia per sempre. Perché sono un egoista, un maledetto egoista e non voglio dividerti con nessuno.>
<Non sei egoista, sei sincero e ti prego, dimmelo spesso. Ho bisogno del tuo egoismo.>
Cominciai a baciarle il collo. Piccoli e innocenti baci che divennero sospiri sulla sua bocca. Un gioco sporco il mio. Ero come un cagnolino impaurito, dovevo marcare il territorio. Lei doveva tremare così solo al mio contatto. Non so perché feci tutti questi pensieri ma avevo paura di perderla.
<Ricordati la scia dei miei baci..> 
…inalai più aria possibile…
<… quando un uomo ti guarderà come non deve…> 
…poggiai la mia mano sul suo fondoschiena… 
<…questo è mio, nessuno deve aspirare a possederlo…> 
…l’altra sul suo ventre… 
<…questa valle inesplorata deve rimanere tale…> 
…salì con la mano lungo la sua schiena… 
<…certi brividi regalali solo al tuo dottore preferito, al tuo piccolo principe…> 
…dal ventre arrivai al suo seno… 
<…e qui solo io potrò morire, godendone…> 
…arrivai al collo… 
<…dimmi che sei mia per sempre e sarà sempre come la prima volta…> 
si staccò da me.

<Tu… sei un uomo capace di mandarmi alla rovina e non faccio altro che pensare a te e al nostro futuro. Sono serena solo quando sei qui con me. Quando ti mostri debole mi fai sentire donna, quando sei forte mi rendi tua schiava. Io non ho che te nella testa e nel cuore. Io non penso che a te Edward. Se questo a te fa paura, a me dilania l’anima perché è la prima volta in vita mia che provo tutto queste sensazioni. Sono tua. Eternamente tua.>

Stringendola per la vita mi incollai alle sue labbra. Ci baciammo a lungo. Infinitamente. Piacevolmente. Succubi dei nostri battiti perdemmo la cognizione del tempo in quel box stretto e scomodo ad affondarci colpi di lingua e morsi languidi sulle labbra.
Quando un brivido di freddo la colpì, senza staccarmi da lei, aprii il box e recuperai il telo da bagno coprendola. L’abbracciai alzandola da terra. Fradici d’acqua e di noi ci stendemmo a letto. Continuando a baciarci per ore. Le nostre labbra gonfie come i nostri cuori.

<Amore mio dimmi che non mi trovi ridicolo…>
Abbassai lo sguardo…
<Sono geloso anche dell’aria che respiri… perché senza di lei non puoi vivere.>
Rise. Baciandomi dolcemente occhi bocca e mascella.
<Io non posso fare a meno di te. Ti amo Edward Masen.>
L’abbracciai e ci addormentammo carichi di noi e dei nostri sospiri.
<Ti amo Isabella Swan…>
<Ti amo piccolo principe…>

Mi addormentai sorridendo della sua frase… e mi venne in mente un passo dal libro del piccolo principe…

“Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno un giorno possa trovare la sua…”


3 commenti:

Trilly ha detto...

E' molto piacevole leggere questo momento di immensa dolcezza tra i due amanti...molto bella questa scena della doccia, mi piacerebbe un uomo che si preoccupa così per me!!!!!!!!!!!
Brava!

mary robert ha detto...

Che amore intenso...ho provato invidia enke io voglio un egoista cosi..ke mi dica frasi simili
ed altro...la docciaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!nn puoi scivere ste cose qui si sta male... ma veramente, baci a quella sadica di pat...mery

Unknown ha detto...

tesori miei... questo è il mio sogno di uomo e voglio condividerlo con voi, in un modo o nell'altro hanno un legame che desidereremmo tutte... e visto che la vita ci regala solo amarezze voglio goderne un po nella fantasia!!!
un bacio!!!