sabato, agosto 6

Capitolo 9 - Noi



Lo vidi muoversi con cautela,  sentivo la sua voglia cercarmi.  Mi aveva..
Avrei fatto di tutto pur di non rompere l’incantesimo che c’era tra di noi. 
Tra un bacio e l’altro, tra una boccata d’ossigeno e parole dolci sussurrate sulle labbra si ricordò della cena.
<Non posso lasciare a digiuno la mia piccola.> 
Sbuffai, aveva sciolto la magia del nostro gioco, ma sapevo che anche per lui era una forzatura. Era arrossato, la sua fronte era imperlata di piccole gocce che lo rendevano ancora più desiderabile. Avvicinai la mia mano alla sua fronte ma lui si allontanò. 
<Devi mangiare, lasciami stare …> e rise sotto i baffi… 
Mangiammo, mi sforzai più che altro, ma il suo occhio vigile controllava ogni boccone. Decidemmo per una passeggiata verso il bar della hall e prendere un caffè. Avevamo bisogno di muovere le gambe. Fortunatamente la saletta del bar era deserta, tutta per noi.
Sorseggiammo il nostro caffè, e chiacchierammo di diverse cose; mi feci raccontare i suoi percorsi scolastici, e notai che faticava a parlare di sé.
Girava sempre le domande e mi faceva raccontare a piccoli passi il mio passato.
Doveva essere anche psicanalista. Mi rendeva serena, quel tanto che mi serviva per aprire la mia mente a lui. Passammo un’oretta quando cominciai a stiracchiare le braccia… 
<Sei stanca?> 
<Non proprio, ma vorrei comunque salire.> Ci trovammo davanti alla porta della nostra camera, io appoggiata a lui, fingendomi stanca pur di rubargli un abbraccio in più e lui fu contento di essere usato come appoggio.
<Domattina se ti va, possiamo fare un giro per la città, guardare vetrine e negozi, e magari pranzare fuori. Sempre che tu te la senta.> 
<Mi va Edward, mi va di stare con te e mostrare a tutti la mia fortuna.> 
<Ah si??? E quale sarebbe questa fortuna?> 
<Avere come compagno te…> 
Sottovoce ma riuscii a dirlo. Lui fu preso dal momento e mi sollevò, roteammo per un po’. 
Era un bimbo che aveva ricevuto il suo sacchetto di caramelle. 
E mi piaceva vedere che fossi io a renderlo così felice.
Mi fece scendere, allungai le braccia al suo collo, lo accarezzai appoggiando la testa al suo petto, batteva fortissimo. Poteva esplodere dal ritmo pressante… scesi con la mano sul suo petto all’altezza del cuore. 
Alzando il mio viso cercai i suoi occhi. 
Edward avvicinò le sue labbra .....
E sulle sue labbra gli sussurrai <Per sempre…> 
Chiuse gli occhi come a rendere eterno quel momento <Per sempre piccola mia…> 
Plasmai le mie labbra alle sue, le dischiuse appena come a dare invito alla mia lingua, che non si fece trovare impreparata e che entrò, cercando la sua.
Mi aggrappai ai suoi capelli, morbidi, setosi. 
Lui mi strinse ancora di più in un abbraccio realmente poco casto. 
Potevo sentire la sua voglia pronta, ed era solo per me.
Facendomi  trasportare da lui,  mi fece indietreggiare… arrivammo al letto.
Comincia a slacciare la sua camicia, un bottone alla volta, e ad ogni passaggio facevo scorrere il mio dito sul suo petto. 
Percepivo i suoi brividi, vedevo il suo volto contrarsi di piacere. 
Quando arrivai all’ultimo bottone dovetti decidere se sbottonare i pantaloni o sciupare quella meraviglia di camicia che di lì a poco sarebbe finita sul pavimento. Optai per slacciare i pantaloni.
Sfilai la cintura, poi arrivai al primo bottone. 
L’ingombro era tale che fu difficile armeggiare con quegli arnesi, ma decisi di fare tutto con calma per non far svanire tutto in un momento. 
Mi volevo godere quest’uomo fino all’ultimo. 
Scesi al secondo bottone… anche qui esitai passando il dito sulla sua erezione. 
Piano, piano… alzai lo sguardo e vidi solo il suo collo. Stava anche lui godendo di quel tocco. 
Buttando la sua testa all’indietro, mettendo in mostra il suo pomo. 
Era uno spettacolo. 
L’uomo più dolce del mondo godeva del mio tocco. 
Deglutii al pensiero del poi, e continuai la mia discesa… era uno spettacolo della natura vedere la sua erezione piena a causa mia. 
Quando furono slacciati tutti i bottoni, passai le mie mani sui suoi glutei per far scendere i jeans, li accompagnai facendoli arrivare fino ai piedi, poi mi alzai in piedi e arrivai alle sue spalle dove era appoggiata la camicia. 
Quindi passai con le mani dalle spalle alla schiena e la feci scivolare a terra sfiorando dapprima le sue scapole, per poi tornare alla zona dei glutei. 
Mi ricordai che avevo lasciato senza tocco le sue grandi e forti braccia, che culminavano con il dono più grande, l’ottava meraviglia del mondo, le sue mani. 
Allora risalii la schiena, arrivai alle spalle e scesi per i bicipiti, fino ad arrivare agli avanbracci, i suoi polsi che mi permettevano di raggiungere l’apice della sua bellezza. 
Le sue mani, le sue lunghe dita affusolate. Eleganti, curate, morbide capaci di mandare in estasi una donna solo al pensiero.
Mi vide gemere al tocco delle sue mani e sghignazzò felice di questo.
Mi fece sdraiare sul letto, si accomodò accanto a me e mi fissò. I suoi occhi avevano una luce diversa. 
Erano affamati e vogliosi e io non vedevo l’ora che toccasse a me godere del suo tocco!

Era fisso su di me, mi faceva sentire desiderata anche solo con lo sguardo. Quanta potenza scatenavano quei due smeraldi, ma erano comunque nulla a confronto del calore che creavano le sue mani sulla mia pelle. Un brivido mi partii dal collo dove la sua mano era adagiata.
Una fitta ad ogni suo tocco… Fino a che non cominciò il suo gioco con le sue dita, che, lente lente, percorrevano il mio collo… D’istinto lo inarcai per cercare di approfondire il suo tocco, ma in un attimo mi trovai i suoi occhi austeri a rimproverare il gesto… <No piccola… tocca a me…> quasi una minaccia!!!
Mi sfiorò le labbra con le sue e in sussurro mi consigliò di chiudere gli occhi… Lo feci… sentii la sua mancanza… si era allontanato da me. Mugolai per il disappunto. <Resta con gli occhi chiusi> ribatté… <Non devi assolutamente aprirli>
Lo sentii di nuovo accanto a me.
<Vuoi sentire ciò che il tuo chirurgo preferito può farti?>
<Si… > quasi più di una supplica…
Appoggiò sul mio sterno qualcosa di ghiacciato, tanto che nel momento in cui avvertii il freddo tutto il mio corpo tremò. Non fu il solito tremolio… Vibrai come stimolata da mille ricettori in un solo attimo.
<Rilassati piccola…>
Sentii nuovamente le sue dita scivolare dallo sterno fino all’ombelico, una scia infinita. Quel gelo ancora sullo sterno… Venne spostato fin sotto l’ombelico tanto da contrarmi per gli spasmi. Presi a stringermi i capelli con le mie mani, volevo accoccolarmi su di lui, ma le sue mani, quelle forti tenaglie, mi bloccarono allontanando le mie.
<Se non ti calmi mi fermo!>
<No… giuro che non mi muovo più!>
Riprese la sua lenta discesa verso le mie valli, ribollenti per il suo tocco. Passò sulla prima gamba, per scendere fino al piede, per poi passare al piede opposto e risalire, su, sempre più lento, e verso l’interno coscia… li… a pochi centimetri dalla mia voglia che non mi faceva più ragionare. Poi, come se niente fosse, si staccò. Un dolore acuto.
<Cattivo>
<Ah si???> mi rispose sornione…
Non feci in tempo a respirare che sentii di nuovo quel gelo tanto appagante fermo dentro al mio ombelico. Non so come, ma la mia voce sbottò come in segno di protesta, volevo di più, ma lui… lui non si fermava in questa lenta tortura.
<Dimmi piccola che sei mia, che mi amerai, che mi sarai accanto, ora e sempre. Hai le mie mani, sono tue, stringile e non mi perderai….>
<Sono tua, sono già schiava di queste meraviglie, non riuscirei più a tornare indietro e lasciarti, non posso più fare a meno di loro, di te!>
Sentii altro gelo ma questa volta sulle mie labbra.
Sentii qualcosa forzare l’ingresso delle mie labbra, non seppi resistere e baciai ciò che il mio uomo mi offriva.
Disegnò il contorno delle labbra per poi arrivare ai denti, quasi a contarli uno ad uno.
Si fermò ai canini.
<Mordilo>
Addentai, senza sapere che cosa mi avesse imposto di assaggiare.
Era morbido, estremamente fresco e liscio.
Al contatto con i miei denti ne venne rotta la parte esterna, come fosse stata pellicola, e ne uscì del succo.
Era dolce, dissetante, con la parte d’acino d’uva rimasta massaggiò la mia lingua, aprii gli occhi e lo vidi scuro, affamato, ma fermo.
Prese l’acino che aveva tra le dita e se lo fece scivolare sulle sue labbra per poi addentarlo e mangiarne a sua volta. Era uno spettacolo ai miei occhi. Qualcosa di talmente bello da non essere credibile, ma era lì con me. Era mio e mi supplicava di cedere alle sue lusinghe.
Mangiato la sua parte di acino appoggiò le sue labbra dolci di quel frutto sulle mie, come a cercarne ancora.
Era mancanza di ossigeno, era attesa di lui.
Edward, tuttavia, non ne sembrava ancora sazio.
Si voltò a prendere un altro chicco d’uva, questa volta lo morse per primo e, in un attimo, le sue dita furono sulle mie labbra.
Di nuovo.
Addentai il frutto cercando di risucchiare anche le sue dita.
Sapevano di lui, di buono.
La mia testa partì, pensieri, percorsi infiniti, per poi ritornare lì, di fianco a lui, che sembrava non curarsene, preso a baciare il mio mento.
Lo sentivo scendere sul collo… lo sterno… si soffermò sul mio seno sinistro ad istigarlo un po’… poi il ventre… l’ombelico e lì addentò quel piccolo acino d’uva rimasto a scaldarsi per il calore che mi aveva provocato.
Con la coda degli occhi mi fissava.
Controllava il mio livello di follia.
Si… mi aveva portato alla follia… e la cosa assurda era che stava giocando con me solo con della frutta. Giocava sporco e lo sapeva, ma mi mandava alle stelle per questo.
<Ti basta piccola??>
<No…> e mi vergognai di questa risposta ma fu l’unica cosa che il mio cervello riuscì ad elaborare.
<Voglio te. Solo te. Per sempre te. Edward fammi sentire quanto mi desideri!!>
<Oh si piccola mia, dimmelo ancora, supplicami.> Ma parlava al mio basso ventre che già era messo a dura prova. Poi di colpo si fiondò sul mio sesso, raggirò la mia biancheria e fu lì… con piccoli colpi di lingua portò il mio piacere a livelli estremi, facendomi urlare e dimenarmi come una pazza. Non soddisfatto cominciò ad alternare questi attacchi alla mia piccola erezione con carezze, gesti passionali e dolci. La sua guancia, ispida per la leggera barba incolta, coccolava la mia erezione e io mi sentivo esplodere dal piacere. Nessuno mai nella mia vita mi aveva fatto sentire così bene, così completa.
<Sai di buono, lo sai piccola?>
Gattonando tornò alla mia bocca, e mi baciò. Un bacio profondo. Un bacio che…
POV EDWARD
Avevo voglia della sua lingua, risalii il suo corpo perfetto, forse fin troppo magro, e me la presi, scavai tra le sue labbra e la trovai, trovai uno di quei baci voluttuosi che anche solo a pensarli è difficile da credere che si possano provare!!
Poi la sentii respirare affannosamente, mi staccai e mi resi conto che non stava bene. Avevo esagerato. E stava di nuovo poco bene.
<Bella apri gli occhi… mi senti?>
Era svenuta di nuovo.
<CAZZO DI DEFICIENTE CHE SONO!!!!> Sbottai impaurito alzandomi dal letto, volevo il mio cellulare.
<Edward, perché sei lontano da me…> la sua voce era miele per le mie orecchie.
<Oh! Piccola. Sei qui con me.>
<Edward dove vuoi che vada?>
Nella sua voce provata c'era un tono sarcastico.
<Ora riposa, ma quando torniamo a casa mi dovrai dire un sacco di cose… promettimelo!> La fissai in attesa di un suo cenno, ma la vidi solo voltare la testa dalla parte opposta alla mia.
<Non lascerò che questo rovini quello che c’è tra noi Bella. Ma tu devi aprirti e devi farlo con me, piccola mia.>
<Giuramelo Edward…> e con quella supplica mi abbandonai accanto a lei, in un abbraccio infinito.




11 commenti:

Cinzia Deep Finger ha detto...

Ora mi sono rimessa in pari finalmente!!!!!!!!
Mamma miaaaa ecchecos'è questo Edward quà????Ora che Isabella ha deciso di lasciersi andare...Ci aspettano complicazioni???
LO VOGLIO ANCH'IO UN DOTTORE COSI'!!!!!

Bonny77 ha detto...

Cin amore tu lo vorresti come dottore??? Anche io ho avuto lo stesso pensiero, ma io lo vorrei proprio come ginecologo! ahahahahhaha Pattz... mi sono letta gli ultimi 3 capitoli di fila, finalmente..... ero in astinenza, sapevo che c'erano ma non avevo il tempo materiale per mettermi al pc a leggere! Brava la mia sister.....

Trilly ha detto...

Eccomi anch'io mi sono rimessa in pari...ma da dove ero rimasta prima sono dovuta andare a prendermi un gelatino per freddarmi un po'.....bello e inquietante questa storia, avvertimi del seguito! Spero di conoscerti di persona un giorno!
Baci!

Anonimo ha detto...

OK ... e dopo questo voglio sapere dove esercita questo dottore!!!!

e se ora che mi sono rimessa in pari non mi avvisi per i prossimi capitoli PREOCCUPATI!!!!!

Ila

lauratref ha detto...

prova

lauratref ha detto...

sto facendo un po di casini con gli account... sorry...
Dunque: MACHECAZZO!!!! SVIENE SUL PIU' BELLO????? cambia protagonista.
Scherzo.... ma comunque questo amore per sempre mi convince pochissimo.... vedremo cosa spunterà! Ma a parte il test di gravidanza, 'na bella TAC no? hahahahahahaha
Bellerella... gli fai venire le blue-balls a questo EdwHard! Povero...
bacetti
Sparv

Unknown ha detto...

@sparv....
me la deve pagare!!!! e prima che gli passi il blu dalle cosiddette...
no dai scherzi a parte...
La tua Bellerella ti stupirà, sappilo!!!

Trilly ha detto...

Mamma mia, oh se è meglio di ieri! Anche a me questo folle amore mi convince poco...chissà che ne verrà fuori???!!! E cosa nasconde Bella?
Tienimi aggiornata! ;-)

Anonimo ha detto...

ahhhhhh bellissimo Pattz....e comunque anch'io potrei perdere i sensi ogni volta che mi sfiora....aspetto che tornino alla vita reale, quella di tutti i giorni....per capire cosa nasconde la nostra Bella!bello come sempre...
Irene Flippy

mary robert ha detto...

Bene letto tutto sto di nuovo in garegiata...aspetto con ansia il prossimo...ke devo dire di te sei bravissima. ps nn voglio contare le ore ma i minuti aggiorna presto < ma isabella mica e malata? > <3 <3 <3

Anonimo ha detto...

Ho letto i primi 9 capitoli tutti d'un fiato ... che dire molto intrigante. Complimenti davvero!