Avevamo trascorso il resto della giornata in camera. Lui era impegnato al suo portatile, ma faceva piccole pause per controllarmi. Si alzava, si avvicinava al letto, fingevo di dormire, mi posava la sua mano sulla fronte, poi lo sentivo posare le sue labbra sulla fronte, alzarsi e… <Riposa piccola mia, d’ora in poi penserò io a te> e con questo bisbiglio si staccava da me.
Sentivo un tuffo al cuore, ogni volta che si distaccava da me. Questo mi impauriva ancora di più. Non poteva un “estraneo” avere atteggiamenti così familiari con me.
Verso l’ora di cena mi si avvicinò di nuovo. Mi accarezzò la spalla, e il suo tocco mi fece sobbalzare. Avrei pagato oro pur di sentire quel tocco continuo su di me. Dolce, delicato, ardente… -Bella è solo un cenno, calmati- Brividi quando poi mi scontrai con i suoi occhi. Uno sguardo accomodante, profondo e curioso. Le sue iridi brillavano di luce propria, e quando accennai un sorriso per fargli capire che ero sveglia, si svegliò anche il suo sorriso. Labbra morbide sulle quali avrei voluto stare per una vita intera. Si… quelle labbra così piene da farmi venire appetito, sete e voglia di prenderle tutte per me. –Bella gli hai appena detto che non potete stare assieme per mille motivi, e ora mi cedi???- altro che coscienza, un grillo parlante. Presi a mordere il mio labbro inferiore per trattenermi dall’assalto a cui miravo…
<Che ti ha fatto di male quel labbro?? Oppure vuoi dirmi qualcosa?>
<ho fame…>
E senza specificare di chi o che cosa mi alzai seduta sul letto.
<Come ti senti stasera?? Hai riposato a lungo…>
<Molto bene, grazie.>
<Ordino la cena in camera. O vuoi uscire?>
<Stiamo qui> … avevo voglia di contemplarmelo ancora per un po’ tutto per me… <Non ho nulla da indossare, ricordi?> - e il premio come migliore bugiarda di tutti i tempi va a…. ME!!!!-
Notai che neanche a lui andava di uscire, sembrava essere affaticato. Prese il telefono e ordinò la cena. Io mi alzai e mi diressi verso il bagno, volevo rinfrescarmi e ridestarmi con un bel bagno caldo… In quel momento il mio cervello partorì un’idea malsana, ma infondo era tutto il pomeriggio che sognavo le sue mani su di me. Passai davanti al suo portatile e scrissi sul foglio di lavoro al quale lavorava “ti aspetto in acqua!”. Lui era ancora al telefono e io scappai in bagno di corsa.
Mi avvicinai alla vasca dopo essermi levata i jeans e la maglietta. E mentre l’acqua riempiva la vasca mi sedetti sul bordo.
Avevo addosso il telo da bagno. Ero assorta a seguire lo scroscio dell’acqua, quando lo sentii dietro di me.
Si sedette anche lui sul bordo vasca, appoggiò le sue mani sulle mie spalle. Avvicinò il suo volto al mio, e quando la sua bocca fu vicina al mio orecchio sentii i brividi partire dal collo e scendere giù fino alla mia voglia che stava esplodendo per le pulsioni che con un semplice sospiro mi aveva scatenato.
<Io non ti voglio a metà. Io voglio te ed il tuo cuore. Potrei entrare con te in questa vasca, farti morire dal piacere ma poi? Che mi rimarrebbe di noi? Tu non capisci quello che io sento per te?>
Ero a bocca aperta, non potevo credere alle sue parole.
<Ma da dove esci Edward Masen? Io voglio solo te. Non voglio complicazioni.>
Il mio tono quasi un rimprovero.
<Non posso Bella… tu ora non capisci, ma se mi lasciassi andare con te, ora, in questa vasca, ti perderei sul serio e non voglio.>
Chinai la testa a cercare altro a cui fissarmi in quel momento di grandissima delusione.
<Ti prego Bella, non posso vederti soffrire. Ma non voglio rischiare di mandare tutto a puttane solo perché tu vuoi accontentarti. Mi ha fatto piacere leggere quelle parole, ma piaceranno di più al mio cuore quando mi chiederai di più.>
E se ne andò in camera lasciandomi li sola. Insoddisfatta e ancora più convinta di aver commesso un grosso errore a cedere alla mia voglia, chiusi lo scorrere dell’acqua.
Mi accasciai a terra, e scoppiai a piangere pensando a che cosa mi stavo perdendo e a quello che avrei potuto avere con un uomo così accanto. Chiunque avrebbe potuto approfittarsi della situazione. Ma lui no. Lui mi aveva rifiutata. Non nel senso negativo del termine, questo lo avevo capito. Ma se non aveva anche il mio cuore non ne valeva la pena. Si ora la paura aveva lasciato il posto al rimorso. Sapevo di averlo deluso. Avevo dimostrato a lui la mia parte peggiore. Eppure era di là. Non mi abbandonava. E piansi. Piansi per non so neanche quanto tempo… So che ad un certo punto sentii le sue braccia trasportarmi in camera. Il suo corpo reggere il mio. La sua fronte appoggiarsi alla mia. <Edward scusami.> mi poggiò sul letto, mi aiutò a vestirmi, e mi accompagnò nel terrazzino della camera dove aveva fatto apparecchiare e servire la cena.
<Non devi scusarti. In fondo chi può resistermi!!!> e rise in modo così naturale da trasportare un sorriso anche sul mio viso. Com’era bello. Un raggio di sole. Il mio raggio di sole personale.
<Piccola ora mangia un po’. Poi ne parleremo. Fino a quanto ne vorrai.>
<No. Ora tu mi guardi negli occhi. Ora tu ascolti ciò che ho da dirti. Ora tocca a me, ma giurami che poi toccherà a te…>
Non potevo aspettare oltre. Non potevo farmi scappare questo angelo. Avrei rischiato di perderlo. Dovevo cambiare io. Dovevo permettere a me stessa di vivere tutto a pieno. Proprio come mi ero ripromessa la sera prima. Me lo meritavo e lui si meritava di sapere tutto…
<Promesso piccola.> e spostò la sua sedia accanto alla mia.
<vedi Edward io ho sempre dovuto cavarmela da sola. Lottare con i miei demoni sin da piccola. A partire dalla gelosia per un fratello scalmanato che occupava tutte le attenzioni dei miei, a scuola dove nessuno capiva la mia solitudine, fino ad arrivare alle prime esperienze di vita, sbagliate, ma che mi hanno segnata. Alcuni di questi segni non sono visibili ma sono indelebili. Uomini sbagliati, scelte sbagliate. Il mio cuore non ha mai avuto vita facile. E trovare qualcuno così interessato a me non mi sembra reale. Io non sono facile. Il mio mondo non è facile. Nessuno mi ha mai offerto possibilità o appoggio. E trovare te mi destabilizza. Non riesco a credere che sia vero. Ti prego però, non pensare male. Non mi sono sempre cercata questa solitudine, non la voglio, ma quando la vita ti distrugge ogni volta che pensi che ti stia andando per il meglio, non puoi fare o pensare diversamente.>
Un sospiro, le sue mani a cercare le mie… <Bella perché è così difficile per te parlare. Mi hai dato delle motivazioni superficiali. Non posso credere che tu ti sia chiusa alla vita solo perché nessuno ti capiva. Questo può essere un passo avanti, ma non basta piccola mia. Sforzati io sono qua ad ascoltare ciò che la tua dolce bocca vuole dirmi…>
Sospirai. Incanalai più aria possibile… Ma nulla. Non riuscii a dire di più. Sapevo che da qualche parte sarebbe dovuto uscire prima o poi.
Abbassai gli occhi. Osservai quelle mani, quei doni favolosi che tenevamo me.
<Non sarà oggi, forse domani, forse tra un anno. Ma dimmi che ci proverai, con me. Solo con me. Piccola io sto solo cercando di farti capire che di me ti puoi fidare, non so come ma riuscirò a dimostrarti che ciò che sto per dirti è reale.>
Un attimo interminabile, i suoi occhi fissi nei miei, le mie mani strette nelle sue, il mio cuore ad un ritmo folle.
<Poco prima di partire per questo convegno, ho ricevuto una chiamata. Una persona disperata che mi chiedeva aiuto. Sapeva che la sua migliore amica avrebbe preso parte al convegno e che avremmo potuto incontrarci. È una persona a me cara. Che mi implorava di capire che cosa stesse succedendo alla sua amica. Mi ha raccontato della crisi tra questa ragazza e il suo oramai non più fidanzato. Mi ha parlato delle sue non cene. Delle sue notti in bianco. Dei suoi occhi stanchi. Del suo continuo nascondersi pur di non ricevere rifiuti. Mi ha chiesto di capire se si trattasse di un malessere passeggero. Ma mi ha anche raccontato dei suoi sorrisi smorzati, delle non uscite in compagnia, e dei mille lavori per non pensare alla vita. Dentro di me pensavo, chissà che potrà mai avere questa donna di così speciale se sta buttando via la sua vita per un nulla, ma che allo stesso tempo può avere un’amica tanto premurosa da farla seguire pur di aiutarla. Ma poi l’ho vista. Ho visto il suo volto di porcellana, in un corpo esile e fragile, tanto che basta un soffio di vento a piegarlo. E mi sono preso la libertà di osservarla, mentre chissà per quale motivo sembrava interessata a me. E così ho agito, mi son preso la libertà di ballare con lei, spingerla oltre il lecito, baciarla, assaggiarla, e sapeva di buono. Così tanto da farci l’amore. Ma non mi rendevo conto di percorrere un senso unico. Ma la promessa che avevo fatto mi portava ad andare oltre l’amore che provavo. E da uomo d’onore ho deciso per tutti e due che avrei dovuto occuparmi di questa creatura meravigliosa. Ma non so come fare, sembra non voler collaborare, anzi mi complica il lavoro facendo attacchi alla mia sanità mentale, richiamandomi in bagno e trovandola completamente nuda sotto un misero telo da bagno.>
Mentre parlava dai miei occhi ricominciò la solita cascata di lacrime. Non potevo credere che Angela avesse così tanta paura di perdermi. Eppure tutto ciò che Edward aveva detto era verità. Avevo solo paura. Paura di tutto, ma era solo quella che mi limitava.
<Angela….> <Si piccola. Lei. Ha paura che tu ti stia facendo del male. E io non posso dirle al ritorno che ti ho presa e ti ho distrutto anche io, solo perché ho voglia del tuo corpo. Primo perché non è assolutamente vero, e tu sai cosa voglio da noi. Secondo, non lo farei mai Bella. Tu sei troppo importante per me. Ora e per sempre.> alzò le mie mani, portandosele alla bocca e baciandone le dita una ad una.
<Edward… > chiusi gli occhi.
Dovevo averlo spaventato perché quando li riaprii si era fiondato su di me. Le sue mani a reggermi, quando in realtà al suono di quelle parole stavo volando. Era ad un soffio da me. Vicino. Troppo. <Non lasciarmi mai. Non sopravvivrei.> ln quell’istante le sue mani si spostarono sul mio viso. Le sentivo calde. Frenetiche.
<Mai.> e mi baciò. Questa volta di un bacio a ritmo dei nostri cuori eccitati.
<Prometti Edward. Prometti.> <Te lo giuro piccola mia. Lasciami vivere di te e niente ti toccherà più. Ma ti devi fidare di me. Non permetterò a nessuno di distruggerci, neanche si trattasse della tua paura. Ma prima vieni tu e la tua salute. Ci penserò io a te. Faremo stare tranquilla Angela. Farai stare tranquillo me. E daremo nuova vita alla mia Bella.>
<Sono così stupida Edward?>
<Ma che domande fai, perché stupida?>
<Sembra che tutti vedano il mio malessere e io sia l’unica a non rendermene conto.>
<Tu sei troppo presa a sopravvivere a questo caos che ti sei creata. Non pretendere troppo da te.>
Il suo naso era a contatto con la punta del mio, fronte contro fronte. Il suo respiro a invadere la mia bocca.
E furono scintille…
1 commento:
Wow Edward le ha detto delle parole bellissime, profonde, ma mi chiedo: possibile che sia già così innamorato pazzo? eppure l'ha appena conosciuta, oppure c'è qualcosa dietro? sono curiosissima, perciò passerò al prossimo! :*
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