martedì, agosto 16

capitolo 11 - Casa


Scese dal taxi, corse dalla mia parte e mi allungò la sua dolce mano. Quelle lunghe dita affusolate, morbide, dalla stretta unica, che da qualche giorno chiedevano solo di me. Non poteva essere vero…
<Piccola ci sei? Sei qui con me??? O stai già rimangiandoti la tua promessa…>
Lo fissai per un istante, era in piedi con la mano rivolta a me, in attesa di un mio gesto ; era pericolosamente splendido, con un sorriso da stendermi al tappeto ogni volta, i suoi occhi, lampi che perforavano la mia anima, e io, perfetta idiota me ne stavo ferma a farlo aspettare…
<Scusa…> Gli diedi la mia mano e mi aiutò a scendere. Pagò la corsa e poi mi riprese per mano. Mi strinse nella sua morsa. Mi accompagnò a mostrarmi la sua vita, la sua casa, la sua intimità, il suo rifugio.
<Seguimi.> Ipnotizzata dalla sua dolce voce non mi feci pregare due volte.
Entrammo attraverso un portone immenso, ci trovammo in un cortile, una specie di giardino privato, sul quale si affacciavano tre diversi edifici. Notai da subito un buffo ometto correrci incontro e salutare Edward.
<Buon pomeriggio signorino, tutto è stato predisposto. Volete lasciarmi il bagaglio?>
Edward gli allungò i nostri bagagli e seguimmo lo strano ometto, un maggiordomo forse…
Entrammo nell’edificio di destra, grandi vetrate e spazi immensi da rimanere senza ossigeno per l'ampiezza spropositata. Notai qualche complemento d’arredo ma era tutto troppo vasto per cogliere ogni particolare.
Mi diresse verso le scale, che erano chiare, in legno morbido, tanto da sentire ad ogni passo un leggero scricchiolio.
Quando arrivammo al piano di sopra mi trovai come in una splendida serra, ma non poteva esserlo, perché ovunque guardavo vedevo le vetrate esterne e delle porte in legno a delimitare tre stanze chiuse. Mi voltai verso le scale dalle quali eravamo arrivati e notai la ringhiera che dava sul pianterreno, alla quale erano appoggiati una quantità indefinita di vasi. Inspirai a pieni polmoni e il mio naso fu invaso dal profumo di questi fiori, dolce, che mi riempiva le narici, mi trovai invasa gli occhi di colori e magnificenze. Avrei giurato fossero fiori di ogni genere e colore. In realtà erano rose, così mi suggerì lui. Corsi verso queste meraviglie della natura quando posando il naso su di una rosa verde, si avvicinò, mi abbracciò per i fianchi e avvicinando le sue labbra al mio orecchio mi suggerì il nome. <Green The, una nuova scoperta nel mio vivaio>
<Tutto questo fa parte di te Edward? Rispondimi…> Quasi impaurita.
< È solo una piccola parte. Amo questo fiore in ogni sua forma. Ha una miriade di nuance e di tanto in tanto riescono a crearne di nuove, è profumato in modo delicato ma deciso, è fragile, ma si sa difendere dal resto del mondo con le sue spine. È bello sempre, anche quando sfiorisce, rimane elegante. Per questo amo ogni tipo di rosa. E sono pronto a scommettere che tu ne sei un’esemplare unico.>
Mi sentivo arrossire a quelle parole.
<Io?>
<Si piccola mia… tu mi hai rapito il cuore, e non è facile liberarsene.>
Mi fece voltare verso di lui, mi baciò, dapprima leggero, dolce, poi mi fiondai con le mani sui suoi capelli a chiederne di più, a diventare una cosa sola. Lo cercavo, bramavo questo nostro contatto, e lui sembrava essersi scordato dei miei capogiri e mancamenti.
<Scusami Bella, ma non riesco a trattenermi. Sai di buono sai… Sei la mia tentazione. Ma ora devo pensare a te. Ti accompagno nella tua stanza. Seguimi.>
<Mia stanza???>
<Si staremo separati fino a che non sarò in grado di resisterti. Questo è quello che ho deciso. Non arrabbiarti, non servirebbe, se non a rovinarti l'arrivo nella tua nuova casa.>
Tornai verso il fiore che avevo lasciato e mi trovai a piangere come un bambina. Cercavo di nascondere i singhiozzi, ma lui era troppo vicino a me per non capirlo.
<Pensa al tuo bene. Io lo sto facendo. Da domani faremo una serie di test e analisi e quando sapremo che ti succede mi avrai tutto per te. Te lo prometto.>
Mi prese per mano e si diresse verso una porta in legno di mogano. Mi fece cenno con la testa di seguirlo e così feci. Mi aprì la porta e mi fece entrare per prima. Uno splendido futon dominava al centro della stanza. Un armadio immenso decorava la parete alla mia destra, di fronte un’altra vetrata immensa, alla mia sinistra una serie scaffalature. Il colore della stanza riprendeva il legno del parquet in un leggero color nocciola, dava tranquillità. Mi piaceva il profumo di legno che quella stanza trasudava. Mi passò di fianco e si sedette sul letto.
<Spero sia abbastanza per la mia piccola…> Io ne ero estasiata. Le dimensioni della stanza erano più o meno quelle del mio monolocale, cominciai ad inspirare forse troppa aria nei polmoni tanto che la testa cominciò a girare. Alzai una mano in direzione di Edward sentendo le forze venir meno. Lui scattò dal letto e mi colse in tempo.
Mi trovai distesa sul letto e lui accanto a me che contemplava il soffitto. Il suo volto era teso. Stava cercando risposte, lo capivo. Vedevo le sue labbra corrucciarsi e questo non mi piaceva.
<Edward…>
<Piccola come ti senti? Stai meglio? Vuoi dell’acqua, del succo, hai fame…>
<Calmati Edward, troppe emozioni in una volta sola e forse non ero pronta.>
Si girò con tutto il corpo verso di me e mi abbracciò.
<Io sono qui per te, con te. Questo è quello che ho. Ma se ti dà fastidio, se non lo vuoi ne faremo a meno. Basta che stia con me. Per sempre.>
Lo guardai sbalordita. Pur di avermi avrebbe fatto a meno di tutto questo.
<Io voglio te. Ho solo paura di non essere alla tua altezza.>
<Che stupidità. La mia piccola non è alla mia altezza? Sono io che impallidisco davanti a te.>
Mi sorrise, nel modo in cui solo lui era capace, il sorriso che mi faceva capitolare ogni volta.
<Bella quando sarà tutto a posto decideremo sul da farsi. Non ti voglio perdere e se rischiassi di farlo per delle sciocchezze non me lo perdonerei mai. Ora, se te la senti, scendiamo per cenare e poi ti racconterò cosa faremo nei prossimi giorni. Ok?>
<Ok. Voglio alzarmi.>
Si alzò e mi tese le sue meravigliose mani.
Scendemmo al piano terra, dove trovai un tavolo in un angolo, già apparecchiato e con la cena servita. Forse non lo avevo notato al mio ingresso, ma era lì tutto pronto per noi. Mi appoggiò la sua mano sulla schiena e mi guidò fino al tavolo.
Senza badar molto ai piatti, ma fissa con lo sguardo al padrone di casa, cenai. Mangiai come se fossero passati anni dal mio ultimo pasto completo. Edward controllava metodicamente la mia forchetta, la mia bocca, il mio piatto. Mi sentivo i suoi forti occhi puntati addosso, come se fossero in attesa di qualche mio passo falso. Era come se cercasse risposte nei miei piccoli gesti. Forse era la sua professione medica che lo portava a questo atteggiamento, e se all’inizio lo trovavo curioso, ora quasi mi infastidiva. Ma dovevo aver pazienza. Mi aveva detto più volte che agiva per il mio bene e, se dapprima non davo peso ai miei capogiri, ora che lui mi stava addosso mi rendevo conto dell’innaturalità della cosa.
<Bella domani mattina andremo in clinica, la stessa dove lavoro. Ti terranno due giorni o forse tre per fare tutti gli esami del caso. Poi quando ti dimetteranno tornerai qua. Decideremo in seguito sul da farsi. Se ci sarà una terapia da seguire o se ti basterà soltanto fare un po' più d'attenzione. Vedremo e decideremo assieme. In tutto questo sappi che io sarò con te. Sistemerò il mio lavoro in clinica. La notte veglierò su di te e poi per aiutarti prenderò ferie e starò accanto a te. Tu devi solo accettare il mio aiuto. Lo farai?>
<Te l’ho promesso Edward, poi me le pagherai tutte.>
Lui rise. Terminammo la cena e mi accompagnò nel cortile. Avevo bisogno di aria fresca. Passeggiammo per un po’, poi mi fece sedere su di una panchina, nascosta da una serie di rampicanti che la coprivano a farne un’alcova perfetta.
<Edward, chi abita negli altri due stabili?>
<Sono i miei fratelli e i loro compagni. Emmett con la sua fidanzata Rosalie. E il mio folletto Alice con il futuro marito Jasper. Queste case sono l’eredità dei nonni Cullen, e sono state rimesse a posto dopo il loro lascito. Mia madre le ha personalizzate pensando ai nostri gusti. Ognuno di noi ha ricevuto le chiavi come regalo di laurea.>
Sbuffai. Pensando allo sfarzo di questa situazione familiare.
<Rientriamo, domani dobbiamo partire presto.>
<Posso chiederti una cosa?>
<Dimmi>
<Resta con me stanotte. Non lasciarmi sola.>
Si fermò. Mi prese il viso tra le sue dolci mani.
<Piccola, sarò nella stanza accanto. Non posso rischiare di fare sciocchezze, sei una tentazione continua per me>
Abbassai il viso in segno di resa e lui non proferì più parola fino a che, davanti alla porta della mia camera, mi attirò a sè e baciandomi la fronte mi disse:
<Non fare capricci. Tu sai benissimo quanta voglia ho di te.>
Mi strinse in modo realmente poco casto e sentii la sua erezione premere su di me.
<Manca poco piccola mia e poi ci vivremmo intensamente ogni volta che vorrai. Cerca di non essere triste e pensa che non c’è altro posto in cui vorrei essere stanotte se non in quel letto, accanto a te, dentro di te.>
Mi staccai.
<Ma non lo farai.>
Con il viso abbassato carico di lacrime mi staccai da lui e chiusi la porta dietro di me.
Mi aveva imposto regole e sacrifici. Cose che nella mia vita c’erano sempre state ma non mi avevano mai portato a tanta malinconia e solitudine. Sapevo che lo faceva per me. Ma sembrava tutto così stupido e inutile. Mi stesi su quell’immenso letto, mi raggomitolai e cercai di addormentarmi quanto prima per togliere i pensieri negativi.

3 commenti:

Trilly ha detto...

Questo capitolo mi piace tantissimo, ricco di particolari descrittivi che suscitano anche altre domande...non vedo l'ora di leggere il seguito!

Ila Cullen ha detto...

Ma ti pare il caso lasciarmi così in sospeso proprio ora che parto????
il ragazzo è sospetto ... non smetterò di dirlo...

Il giardino con le rose mi ricordava tanto quello di Candy Candy (che scema che sono!!!) Un bacione grosso e complimenti!
Ila

mery robert ha detto...

bello ..bello.. a volte penso anke io ke ed nasconda qlc...spero di sbagli..ma di cosa può essere malata bella??? aspetto con ansia il prossimo aggiornamento!!!:)))))))))))