Capitolo 4 Cuore

Un bacio al quale nessuno avrebbe potuto sottrarsi... 

Lui che sembrava non aver bisogno di ossigeno, e io... Io non ero capace di rompere quella magia. 

Sentivo le sue labbra surriscaldarsi ad ogni mio passaggio, perché le mie ardevano... 

Quando aprii gli occhi notai il suo volto preso e concentrato in quell'attimo solo nostro...

Poi sospirò staccandosi da me... 

<Tra i tuoi Hobbies c'è l'immersione???> 

Non capii da subito la sua battuta, o forse non me ne diede tempo... 

E questa volta con entrambe le mani, le sue magnifiche mani, mi avvolse in un abbraccio poco casto e poco fraintendibile… Mi cercava con ogni suo gesto, ogni suo sguardo e io, già… io? Io, quella che aveva chiuso il suo cuore ad un ragazzo per bene come Mike, come potevo lasciarmi andare a questo essere immondo, provocatore e straordinariamente sexy? 

Come potevo essere in balia delle mie voglie davanti ad uno sconosciuto? 

Io, quella che mia madre da sempre considerava una maniaca del controllo... Io... Io... Io non sapevo più da che parte del mondo mi trovassi se non per quelle mani che mi stringevano sempre di più. Avrei perso ore a descrivere la sensazione che quelle mani mi davano....

Le sentivo sfiorarmi e caricarmi di energia ad ogni passaggio, le percepivo forti e inopportune, ma ne morivo dalla voglia, volevo questo abbraccio, questo tocco, questa frenesia che mi creavano ad ogni loro contatto. E quelle dita... le potevo sentire tutte e dieci, irrequiete, come se fossero mosse da volontà diverse, si spostavano il più possibile per non lasciare scoperto alcun lembo della mia pelle... E mi faceva stare bene.

<Dimmi che sei qui con me, che non stai sognando lui, che sei convinta di baciare me, di baciare il tuo chirurgo, il tuo Edward...> Mi allontanò da se per controllare il mio volto... E fu nero... Tutto... 

...

<Bella, apri gli occhi...>

Sentivo questa splendida voce che mi supplicava... 

<Giuro che se ti riprendi non ti tocco più...> Percepii agitazione dalla sua voce.

<NOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!> credevo di averlo pensato quel no, ma quando aprii gli occhi vidi quelle splendide labbra tese in un sorriso da infarto, mi resi conto di averlo urlato... 

<Piccola, che ti è preso?>

lo guardai dritto in volto, occhi negli occhi, volevo dirgli che era colpa delle sue labbra, dei suoi baci, delle sue mani e persino delle dita, dei suoi occhi che ora mi stavano creando altri capogiri...

<Nulla, scusa, sono la solita...> e feci per alzarmi, ma non ero più in terrazza, e non ero nel mio letto, non era la camera in cui ero stata al mio arrivo... 

<Devo andare...> dissi cercando con gli occhi la porta della stanza... Ma qualcosa mi tratteneva, qualcosa di tremendamente morbido e caldo da cui sentivo di dovermi staccare ma ero attratta come una calamita... 

<Ti prego... O non avrò più il coraggio di cercarti.>

Ero già alla porta, ma sentivo la necessità di chiuderla a chiave, non di oltrepassarla. Sospirai, mi feci forza, ma non bastò. Corsi verso di lui, abbracciandolo, stringendolo, bramando il suo tocco... 

<Si piccola mia, stringiti a me...>

<Dimmi solo che tu cerchi me e non compagnia...>

I suoi occhi sbarrati mi fissarono e ne lessi delusione.

<Speravo d'averti colpito, d'averti lasciato un segno, d'averti rapita il cuore, ti ho sentita rispondere ai miei baci come nessuna mai prima d'ora... Sono un folle, pazzo, ma non sono uno in cerca di compagnia...>

<Edward per favore, come puoi dirmi questo, come puoi pensare di essere già così folle d'amore...> 

-Ed eccola qua.... Rullo di tamburi.... La maniaca del controllo è in mezzo a voi!!!!!!!!!!- Pensai...

Che confusione nel mio cervellino!!! 

<Mi ferisci, e se questo è quello che pensi, scusa la mia esuberanza... Non ti tratterrò...>

<Edward per favore ragiona!>

<No Bella, io non voglio più ragionare, io voglio far parlare il mio cuore... Sei tu che chiudi il tuo...>

Ancora una volta quelle labbra invitanti avevano ragione... 

Feci un passo verso di lui.. <Guardami Edward, rag...> bloccò le mie parole con quelle stesse labbra, ed io, incapace di contrastarlo lo assecondai. 

Fu un altro tuffo al cuore, un groviglio allo stomaco, un intorpidimento alle gambe. 

Fu l'ennesima conferma che anche il mio cuore voleva questo. 

E smisi di ragionare...

<Scusa.> Gli mormorai sulle labbra.

Lui non se lo fece dire una seconda volta. 

Mi prese in braccio tirandomi sopra di lui per la vita, stendendo le sue braccia quasi a mostrarmi in modo dolce e d'altri tempi la sua gratitudine, o sentirsi semplicemente vincitore...