martedì, agosto 30

Capitolo 17 - Famiglia


"Piccola rosa,
rosa piccolina,
a volte,
minuta e nuda,
sembra che tu mi stia in una mano,
che possa rinchiuderti in essa e portarti alla bocca,
ma d'improvviso i miei piedi toccano i tuoi piedi e la mia bocca le tue labbra,
sei cresciuta,
le tue spalle salgono come due colline,
i tuoi seni si muovono sul mio petto,
il mio braccio riesce appena a circondare la sottile
linea di luna nuova che ha la tua cintura:
nell'amore come acqua di mare ti sei scatenata:
misuro appena gli occhi più ampi del cielo
e mi chino sulla tua bocca per baciare la terra"
Un vassoio una rosa arancio e queste parole ad accompagnarla.
Quando mi svegliai mi trovai ancora stesa nel letto, lui accanto e un vassoio imbandito con ogni bene, pronto per essere divorato.
<La mia principessa ha riposato bene???>
Stiracchiandomi mi avvicinai al mio sole.
<Uhmmm ti prego continua a viziarmi, potrei farci l’abitudine!!>
Mi posò un bacio sulla punta del naso.
<Mangia piccola. Mettiti in forze. Oggi che vuoi fare in attesa della cena dai miei?>
<Tu che proponi???>
<Relax assoluto!!!>
Mi porse il vassoio.
<Una rosa arancio… chissà che significato ha?>
<Il suo colore è così bello e sgargiante, colmo di fascino. Un simbolo che vuole esaltare la tua avvenenza amore mio.>
<Edward non finirai mai di stupirmi. Mi devi spiegare con calma quando ti è nata la passione per questo fiore…>
<Certo amore mio, abbiamo tutto il tempo del mondo. Ora però mangia. Dopo ti preparerò un bel bagno caldo e poi, se vorrai, potremo andare a fare due passi.>
<Mi piace l’idea…>
Edward POV
L’aiutai ad uscire dalla vasca. Il suo sorriso era la cosa più importante per me in quel momento. Vederla serena era tutto per me.
<Mi hai detto di non aver molto con te in valigia se non un paio di “vecchie” divise. Bene oggi si va a fare spese, ma voglio che tu lasci a me il compito di scegliere ciò che più mi piace.>
<Ah si??? Sono proprio curiosa.>
Andammo in camera, si vestì e in un attimo fummo in giardino pronti per il pomeriggio di spese.
Le aprii il portone, gesti normali ai quali notavo non fosse abituata. Salimmo in macchina e poi in un attimo fummo in centro lungo il corso.
Girammo tutto il pomeriggio, mi piaceva vederla eccitata per gli acquisti. L’unico momento in cui la vedevo in difficoltà era quando guardava i cartellini dei prezzi e cercava una scusa buona per non farsi andare bene l’articolo.
<Bella. Se non vuoi pensare ad un regalo, pensa ad un prestito. Tornerai in forze, troveremo un lavoro e poi potrai ripagarmi di tutto. Per ora accetta questo compromesso e fammi felice.>
Un mesto sorriso sulle labbra e lo shopping riprese.
Il negozio migliore? Quello di intimo dove le chiesi di mostrarmi i vari completini che avevo scelto accuratamente per lei.
Una gioia infinita vedere su quel corpo pizzi, culottes e autoreggenti.
La mia mente partì per la tangenziale, con un' accelerata brusca quando scelse un babydoll color rosa antico, con del raso applicato sotto il seno ad accentuarlo. A questo era abbinato uno splendido perizoma che già sognavo tra i miei denti.
<Ti piace Edward?>
La mia gattina maliziosa si mostrò nella sua intera bellezza. Cercai di pensare a qualche frattaglia o cadavere per non dare a vedere la mia eccitazione. Era uno splendore per gli occhi. Mi resi conto che non eravamo soli quando mi alzai, mi avvicinai a lei e le feci da scudo per coprire il suo corpo da urlo da occhi indiscreti…
Le baciai la fronte e con la scusa che si era fatto tardi cercai di farla rientrare nel camerino con molta fretta.
Uscimmo dal negozio con una serie di borse e borsine, le reggevo con un braccio, mentre con l’altro la tenevo stretta a me.
<Sei pronta amore mio? Stasera i Cullen saranno a tua disposizione!>
<Chi sono i Cullen?>
Che stupido.
Non sapeva nulla.
Come poteva.
<I miei genitori. Adottivi.>
<Me lo dici così? Quindi Alice?>
<È una lunga storia. Comunque, Alice ed Emmett sono figli naturali di Esme e Carlisle. Prima di avere loro era da un po’ che cercavano di avere dei figli, così decisero di adottarne uno. Sono nati per fare i genitori, dare amore e rendere felici gli altri. Lo vedrai tu stessa stasera.>
Arrivammo alla macchina, la feci sedere appoggiai gli acquisti nel bagagliaio e poi la raggiunsi.
<Racconta ancora Edward…>
<Io avevo tre anni quando arrivarono in orfanotrofio per la prima volta. Vidi gli occhi azzurri di Carlisle incrociare subito i miei. Ricordo solo che ad un certo punto lui ed Esme mi presero in braccio e io non volevo più staccarmi da loro. Qualche settimana dopo mi vennero a prendere. Definitivamente. Io avevo una famiglia mia. Mi riempivano d’amore, giorno dopo giorno. Finché l’anno successivo non mi arrivò la notizia che Esme aspettava un figlio. Carlisle mi prese sulle sue ginocchia e mi raccontò che fu l’amore che provavano per me a far arrivare un altro bambino. Io non ricordo molto, ero piccolo, ma Esme mi racconta spesso che andavo ad accarezzarle la pancia e le chiedevo quando mi avrebbero riportato all’orfanotrofio. Con le sue parole riusciva a calmarmi, infondermi amore e farmi capire che non mi avrebbero mai lasciato andare via. Ero il loro primogenito e tale sarei rimasto. Fu così che arrivò Emmett. Il mio fratellino tutto scemo… l’anno seguente arrivò anche Alice. Esme era alle stelle, aveva una famiglia numerosa e serena, e soprattutto da viziare!>
<Perché non hai preso il cognome dei tuoi genitori adottivi?>
<Questa fu una richiesta di mia madre. In punto di morte chiese al prete che le stava dando l’estrema unzione, di far mantenere il cognome di mio padre affinché potessi portare avanti il nome di famiglia.>
La vidi abbassare gli occhi.
<Beh in fondo le nostre vite non sono poi così diverse.>
Si voltò verso il finestrino.
Ormai eravamo sotto casa.
<Bella, quando ne avrai voglia ne parleremo. Devi essere serena e stasera ti devi rilassare e conoscere la mia famiglia.>
<Ok.>
Si stava dando una rinfrescata in bagno quando posai sul letto un porta-abiti ed una scatola.
Ero riuscito a non farmi vedere mentre sceglievo con la commessa qualcosa di particolare da regalarle.
Le avevo scelto un abitino celeste, Liu Jo. Quel colore le si addiceva particolarmente. Mi ero fatto consigliare anche per le scarpe, e la commessa mi aveva confessato di aver pizzicato Bella guardare un paio di sandali in raso bianco. Mi aveva consigliato quelle, anche perché si addicevano all’abito che le avevo scelto.
La sentii uscire… bella come non mai…
<Che ti sei comprato?>
<Questi sono per te amore mio.> Mi avvicinai a lei. <Un regalo speciale, al mio amore speciale… >
La vidi avvicinarsi con occhi sorpresi al letto. Le sue dolci mani sulle guance.
<Edward tu sei pazzo…. Non bastava l’infinità di cose che mi hai comprato???>
<Non riuscirò mai ad appagare ciò che tu mi regali standomi accanto.>
Mi avvicinai a lei. La strinsi forte a me. Sentii il suo respiro sul mio petto.
<Se continui così sarà dura non viziarmi.>
<Voglio solo che tu non abbia pensieri… Al resto ci penso io. Ci sono io qui con te. Ora.>
<Non lasciarmi mai Edward.>
Scendemmo verso l’auto. Sentii il suono di un sms. Alice. “Dove siete??? Vi aspettiamo…”
Risposi al messaggio e presi per mano Bella.
<Sali.>
Era un incanto. Era uno splendore. Il vestito risaltava le sue curve e la gonna corta esaltava la lunghezza delle sue gambe. Il tacco alto la slanciava ancora di più.
Avrei passato ore ad osservarla.
<Sei tranquilla piccola mia?>
<Si, ma tu non mi abbandonare ok?>
Mai.
<Certo amore mio.>
Arrivammo a casa dei miei. Scesi per aprirle lo sportello e Bella mi abbracciò. Una morsa stretta dalla quale non mi sarei mai voluto staccare.
<Che c’è amore mio?>
<Fammi sentire che ci sei e sarò pronta a tutto.>
<Ci sono amore mio. Ci sarò sempre e per sempre.>
La presi per mano e suonammo il campanello..
<Ciao Bella… Ti trovo splendida.>
Alice se l' abbracciò e me la portò via.
<Mamma, papà… è arrivata la nostra ospite.>
<Alice, non dovrebbe fare Edward gli onori di casa??>
La voce dolce e pacata di mia madre.
<Ciao mamma.>
Le andai incontro baciandola sulla guancia.
<Mamma ti presento la mia Bella.>
Vidi Esme avvicinarsi a Bella, per poi abbracciarla con la sua solita amorevolezza.
Fu la volta di Carlisle… <Papà, lei è Bella. Bella Swan.>
Le allungò la mano e lei copiò il suo gesto.
Dopo poco sentii Emmett schiarirsi la voce…
<Bella ti presento Emmett, il fratellino!!!>
<Fratellone prego… notare la stazza!!!>
Il solito esibizionista!! Lui l' abbracciò e mi fece l’occhiolino mentre era stretto a lei.
Aveva fatto colpo su tutti, ne ero più che sicuro.
La mia principessa era troppo bella per non piacere alla mia famiglia.
<Bella ti ricordi di Jasper? È il mio fidanzato…> ballettò Alice intorno a Bella.
<Si è un piacere rivederti Jasper…>
<Piacere mio Bella.>
<Bene, ora possiamo accomodarci in sala da pranzo è tutto pronto per la cena…>
Ci invitò mia madre.
Fu una serata tranquilla, lei sorrideva, teneva la mia mano stretta, ma traspariva calma dai suoi occhi.
Quando la cena finì, mi alzai, mi chinai su di lei, parlandole all’orecchio.
<Una sigaretta per stare 5 minuti soli soletti?>
La vidi annuire.
La portai in terrazza. Mi appoggiai al balcone e lei mi seguì. Ci accendemmo la sigaretta e la vidi respirare.
<Tutto bene piccola?>
<Si amore mio… Sto solo vivendo un sogno, e ho paura di svegliarmi. Hai una famiglia fantastica. Sono tutti disponibili anche nei confronti di una sconosciuta come me.>
<Tu sei il mio amore, la mia donna, la mia vita, non possono considerarti sconosciuta. Sei la prima donna che porto a casa e loro sanno il valore che dò a questa serata.>
La vidi sorridere.
Appoggiò la sua tempia sulla mia spalla. Finimmo la sigaretta quando Alice ci raggiunse avvisandoci che era pronto il caffè.
<Andiamo>
L' accompagnai in salotto. Ci sedemmo sul divano a due posti. Alice mi porse il caffè e ne diede uno anche a Bella.
Osservavo la mia famiglia interagire con lei. Esme, Carlisle, ne sembravano affascinati.
Emmett scherzava con lei e lei sorrideva.
Alice la mia folle sorellina l’aveva già intontita chiedendole qualche pomeriggio di shopping e svago tra donne.
<Quando torneremo da Redondo Beach, potrò lasciarmela rapire da te Alice, non prima.>
Il mio folletto saltellando mi abbracciò.
<Edward hai preso le ferie oppure stai valutando altre scelte?>
<No papà, solo un periodo di ferie, ma sarò comunque in contatto con Alice e se avranno urgenze farò in modo di tornare.>
<Non riesci proprio a staccare la spina figlio mio?>
Esme e la sua solita preoccupazione.
<Mamma mi devo dedicare a Bella e poi ho già provveduto a sistemare tutti i miei pazienti dai colleghi, per cui credo che ci sarà bisogno di me solo per casi estremi.>
<Quando partite…>
<Pensavo a domani sera mamma. Ne dobbiamo ancora discutere io e Bella. Se partiamo di sera ci fermeremo a metà strada per la notte così potremmo arrivare poco dopo le dieci del mattino, recuperando così la giornata intera.>
<Ci chiamerete all’arrivo vero?>
<Si mamma tranquilla.> le risposi dolcemente.
<Anzi sarebbe ora di salutarvi, valigie e preparativi ci aspettano.>
Bella fu assalita letteralmente da tutti.
Uscimmo di casa e mentre ci dirigevamo verso l’auto la sentii appoggiarsi a me.
<Grazie Edward.>
<Di cosa amore mio?>
<Di rendere la mia vita così leggera…>
Felice di questa sua espressione, la feci salire in macchina. Un piccolo bacio sulle sue labbra e raggiunsi il mio posto.
Mi misi alla guida e la sentii appoggiarsi a me.
La mia donna.
La mia metà.
Sì, ero finalmente completo.


2 commenti:

Trilly ha detto...

Sembra che ora tutto sia tranquillo per loro...sarà veramente così??

mery robert ha detto...

finalmente !!!!!letto tutto, meraviglioso, si sei molto sensuale più vai avanti + sento la storia entrarmi dentro ....sicura nn ci saranno sorprese?????????? baci mery <3